The Company men
Recensione The Company men
Commento Sintetico: Asciutto, rigoroso, essenziale. "The company men" è una riflessione, per certi versi, fredda, dell'insorgenza della crisi economica nella vita famigliare dell'America bene, borghese e benestante. Opera corale ben recitata, non concede nulla al facile sentimentalismo del caso e offre un'analisi lucida ma prevedibile. Coraggiosa.
Il figlio di Babbo Natale
Commento Sintetico: L'Aardman Studios di "Wallace & Gromit" perde la sua sfrontata originalità e si rifugia in una forma comune e di facile successo. Ma la sceneggiatura è brillante e ricca di momenti carichi di ironia adulta e per nulla stucchevole, mentre i personaggi sono disegnati con le solite sfumature caratteriali, evitando buonismi futili e mettendo a segno difetti comportamentali, a tutto tondo. Colpisce la mano sicura di Sarah Smith e Barry Cook alla regia, spettacolare e creativa.
When We Leave
Recensione When We Leave
Commento Sintetico: Esordio alla regia per un'attrice piuttosto nota, l'austriaca Feo Aladag, "When We Leave" è un film umanissimo che drammatizza lo scontro tra tradizioni divergenti, l'una tedesca, l'altra legata ai costumi tipici della terra di provenienza, la Turchia, all'interno di una comunità chiusa e fortemente reazionaria, incapace di aprirsi alla novità multiculturale. La sofferenza di una sempre notevole Sibel Kekilli ("La sposa Turca" di Fatih Akin rimane il suo film più famoso, ma la sua carriera ormai si è allargata a produzioni internazionali) è continuamente sfiancata da un accenno di sorriso e da una forza vitale che dà al personaggio un realismo inatteso, ma l'immagine finale, una Pietas dolorosissima, non può che rimandare ad un'incursione del melodramma puro nell'opera.
Notizie degli scavi
Recensione Notizie degli scavi
Commento Sintetico: La difficoltà di adattare un testo impervio come quello di Lucentini viene risolta con un tocco minimalista dal bravo Emidio Greco che rimane fedele al tono lirico e trasognato attraverso il personaggio del Professore inetto, interpretato da un Battiston ispirato e attento alle minime inflessioni del personaggio ( le critiche rivolte alla sua interpretazione, definita standardizzata, sono ingenerose e completamente fuori contesto). "Notizie degli scavi" è un'opera lenta, tutta incentrata sulla modificazione naturale del Tempo che sia della realtà o filmico, ma offre l'occasione di rispolverare uno sguardo ad una Roma nascosta dalla modernità che appassiona e commuove. Come la storia del suo protagonista.
The Tillman Story
Recensione The Tillman Story
Commento Sintetico: Documentario di indignazione sulla storia, non troppo conosciuta al di fuori degli Stati Uniti, di Pat Tillman, stella sportiva, vittima di fuoco amico in guerra. La prospettiva è di nobilitare la sua figura, ma anche di descrivere il meccanismo becero e retorico dell'eroismo fine a sè stesso, messo in atto dai media politicamente e ideologicamente favorevoli al conflitto (in Afghanistan), quale arma di distrazione di massa.
Benvenuti a Cedar Rapids
Recensione Benvenuti a Cedar Rapids
Commento Sintetico: Miguel Arteta continua il suo viaggio nell'inettitudine umana e trova un nuovo attore-feticcio capace di incarnare perfettamente lo stereotipo di un individuo sempliciotto in balia di "factory" milionarie, Ed Helms, alla prima vera gran prova post "The hangover". Arteta si serve di un cast efficace e indie e mette su una commedia leggera e ibrida che sa essere divertente ma foriera di riflessioni acute e anti-hollywoodiane, o meglio, contrarie al sistema. Un film parzialmente "indignato".
Yattaman - Il Film
Recensione Yattaman - Il Film
Commento Sintetico: Sgangherato, folle, visionario. E' il genio di Takashi Miike alle prese con un mito dell'infanzia animata di molti. Sequenze gioiello, divertissment puro e una storia di pura azione ricca di ironia in perfetta sintonia con l'anima del cartoon omonimo. Un must-see per gli appassionati, una visione piacevole per tutti gli altri.
Chico & Rita
Recensione Chico & Rita
Commento Sintetico: "Buona Vista Social Club" in versione animata, adulto, attento alla ricostruzione storica di un periodo preciso, legato alla nascita del "latin-jazz", misto tra bolero e diverse tradizioni, in una Cuba politica in trasformazione. Entusiasmante e intenso, ma da affiancare ad uan buona conoscenza di protagonisti del periodo e soprattutto da una vera passione musicale verso le contaminazioni.
Cirkus Columbia
Recensione Cirkus Columbia
Commento Sintetico: Tanovic ritorna al conflitto della sua terra e riesce a mettere insieme dose drammatica e accenni surreali più o meno macchiettistici. "Cirkus Columbia" è un film sulla "pre-guerra" dei Balcani, una presentazione non schierata sulle contraddizioni presenti in una società fortemente disomogenea, filtrate dall'occhio di una famiglia che si trova coinvolta nell'insorgere del conflitto. Dissacrante e magico (come nell'ultima sequenza), Tanovic dà il suo meglio e ritorna, seppur parzialmente, ai fasti di "No man's land".
Cameraman: The Life and Work of Jack Cardiff
Inedito in Italia
Recensione Cameraman: The Life and Work of Jack Cardiff
Citazione Sintetica:
La storia individuale si intreccia con quella artistica ad ampio raggio. Ed ecco che Jack Cardiff, direttore della fotografia memorabile, diventa un volto, un'espressione, una storia in sè stesso, nei suoi eventi, nei suoi attimi. Ed è un omaggio all'uomo e all'artista, al cinema e alla passione. Sostenuto da un'eleganza formale oltre misura, "Cameraman: The Life and Work of Jack Cardiff" è una pagina importante di storia del cinema destinata a rimanere non semplice carta morta ma immagine nitida, in movimento, voce e cuore sullo schermo.
Come ammazzare il capo... e vivere felici
Uscito in Italia il 17 Agosto 2011, distibuzione Warner Bros Italia.
Recensione Come ammazzare il capo... e vivere felici
Commento Sintetico: Riot-comedy dell'anno, efficace rappresentazione societaria portata ad un eccesso parossistico che scatena risate, politicamente scorretta (e nuovo slancio per una Jennifer Aniston poco friendly con le famiglie nei panni di una ninfomane), stracarica di momenti eccessivi e funzionali e con un cast perfetto. Seth Gordon riesce a mettere a segno l'unico vero goal della stagione estiva delle commedie "non-sense" americane. E non cade nella ripetizione stantia di vecchi clichè.
Mosse Vincenti
Recensione Mosse Vincenti
Commento Sintetico: Terza regia per Thomas McCarthy, attore-director sorpresa degli ultimi anni, "Mosse Vincenti" è un affresco umano non particolarmente originale ma chiaramente ispirato all'attitudine etica del suo creatore, questa volta alle prese con l'ambiguità di un personaggio positivo, interpretato da Paul Giamatti, e con il suo doppio legame, altruistico ma anche di interesse, con un ragazzino difficile integrato nella propria famiglia. Sul finale, qualcosa si perde e si amplifica in modo innaturale, ma a ristabilire tutto è l'alchimia tra gli interpreti, in particolare il duetto Giamatti/Amy Ryan.
50/50
Commento Sintetico: Non ho letto pareri entusiastici da parte della stampa italiana, mentre la critica anglofila è stata molto più favorevole. "50/50" viene da una difficile fase pre-produzione e da uno script inziale che ha convinto per primi gli addetti ai lavori. Opera imperfetta sotto il profilo della caratterizzazione dei personaggi (e la palma come "character fuori luogo dell'anno" va ad un Seth Rogen insopportabile, a cui aggiungere una Bryce Dallas Howard messa da parte con troppe riserve ad un certo punto dell'intreccio), ma anche perfettamente bilanciata nella commistione drama/comedy, capace di affiancare continuamente alla situazione di sofferenza del protagonista (il titolo originale della pellicola è "I'm with cancer" non dà adito ad interpretazioni) la giusta dose di speranza e un modo ficcante e agrodolce di affrontare le situazioni. Bravissimo il protagonista, Joseph Gordon Levitt e perfetta l'alchimia con un'Anna Kendrick che ha spiccato il volo. Il regista, Jonathan Levine, sa il fatto suo, e colpisce nel segno un pubblico variegato. Meno necessarie le musiche di Michael Gioacchino. Forse è un po' piacione, poco alternativo, ma rimane emotivamente forte.
Paul
Recensione Paul
Commento Sintetico: Simon Pegg e Nick Frost in un film del sottovalutato Greg Mottola, pellicola-citazione fiume dell'alien-movie nella sua versione becera e comica. Una manna per le orecchie, tempi comici perfetti (e c'è anche Kristen Wiig, altra eroina di stagione) e soprattutto un nuovo personaggio-feticcio, l'alieno più anticonvenzionale che ci sia, Paul, doppiato in originale da Seth Rogen e in italiano da un poco adatto Elio. A me ha entusiasmato, pur consapevole dei molti difetti, soprattutto di script. Il 2011 è stato l'anno della demistificazione/abbattimento dei confini tra i vari generi e "Paul", in questo, ha un suo valore anche da storia (parziale) della cinematografia, al di là del puro intrattenimento offerto.
Almanya - La mia famiglia va in Germania
Uscito in italia il 7 Dicembre 2011, distribuzione Teodora Film.
Commento Sintetico: Tradizionale e poco originale, ma divertente e carico di vita, la monografia della famiglia Yilmaz prosegue senza colpo ferire, non calcando mai la mano sull'eccesso sentimentalistico, ma non dimenticandosi, parimenti, di una giusta dose di lacrimucce. Un'intera vita, la storia, perfettamente analizzata in un'ottica storica, di una migrazioneculturale, senza manacrae il riferimento ironico e triviale ai cambi di abitudine. "Almanya" funziona grazie al retrogusto amarognolo ma anche vitalissimo che si porta dietro e convince lo spettatore più eterogeneo possibile.
Get Low
Recensione Get Low
Commento Sintetico: Presentato nel 2009 al festival di Torino, uscito in patria solo l'anno successivo, "Get Low" è un film atipico e privo di logicità apparente. La storia subisce un processo di svelamento soltanto finale che mortifica continuamente l'attesa dello spettatore, attraverso una decostruzione delle varianti narrative, esposte (e disposte) in un ordine cronologico ma dominato dal "non detto". In questo senso, l'esordio alla regia di Aaron Schneider è un rebus e per di più è privato di un "happy-ending" edificante in linea con il tono, più da commedia che drammatico, della prima parte del film. La ricostruzione del puzzle è tutto fuorchè incalzante, ma arriva ad intaccare la personalità stessa di un uomo "esiliato" e mette insieme tocco surreale e atmosfera western vecchia maniera, resa classica dall'uso di un'accorta fotografia. Il cast, Robert Duvall e Bill Murray, in primis, è perfetto.
Tamara Drewe - Tradimenti all'inglese
Recensione Tamara Drewe
Commento Sintetico: Stephen Frears continua a stupire e si conferma un grande narratore prima che un regista, capace di rendere letterario ma non pedante, magicamente incastrato in meccanismi da detective story, un plot, tratto dalla strip omonima di Moira Buffini, di chiara ascendenza british, mai banale e con un tocco di frivolezza da "countryside" appassionante. Frears sa che deve incentivare il sex-appeal della protagonista e punta tutto sulla neo-diva Gemma Arteron, non dimenticandosi di un cast di supporto di pregio. Ne viene fuori una sophisticated comedy brillante e audace, forse un po' troppo dispersiva ma anche estremamente intelligente.
Page Eight
Commento sintetico: Spy-story tutta affidata alla ricostruzione degli ambienti, incupita da una fotografia precisa e resa appetibile grazie alla scelta di attori di spicco (oltre alla splendida Rachel Weisz, un Bill Nighy elegantissimo, un Ralph Fiennes machiavellico e lo storico Michael Gambon a rimpinguare il carattere british della produzione). Storia incalzante, capace di alternare momenti di diversa natura, sottesi come sempre ai servizi segreti britannici, che forse eccede negli incroci narrativi, ma è un peccato veniale. E il regista, David Hare fa centro.
United
Commento Sintetico: Storia-simbolo entrata nell'immaginario collettivo, il disastro aereo che coinvolse molti dei gicatori della rampante squadra del Manchester United nel 1958 diventa un'opera per la tv che non ha nulla di invidiare a più blasonate produzioni smaccatamente cinematograiche e che può contare su un apparato produttivo e tecnico di primo piano, non dimentando un cast artistico imponente e in parte."United" è emozionanti e di mestiere, senza lampi di genio ma profondamente sentito. Il regista, James Strong, non ha nulla da invidiare al Tom Hooper de "Il maledetto United" nella passione e nella capacità di seguire il nesso storico pur preservando la scorrevolezza richiesta da un prodotto commerciale.