TOP Post dal mondo expat #28.7.14 e #4.8.14

Creato il 11 agosto 2014 da Mamma In Oriente

La scorsa settimana non ce l’ho proprio fatta a postare la mia selezione degli articoli più belli. Nei giorni precedenti c’erano state, purtroppo, tante altre priorità e, poi, mi sono voluta godere la nostra unica settimana di vacanze in montagna, rubando meno tempo possibile alla vita vera, alle chiacchiere e alle risate, alle passeggiate ed alle scorpacciate! A breve un resoconto fotografico di tutte le vette conquistate!

Eccovi dunque gli articoli più belli dai “Blog Italiani nel mondo” in ordine di uscita:

“A tutti voi del Leonardo a Malta” dal blog “Eschiusami! I’m Italian” di ritorno da Malta

Per la prima volta vi segnalo un articolo di un blog di cui non so molto perché l’ho scoperto da poco e l’autrice da tempo non scriveva. Il blog era nato dall’esperienza di Sara come ragazza “alla pari” in una famiglia in Australia. Vi voglio segnalare, anche se alquanto vecchio, un post che aveva scritto dopo 15 giorni dal ritorno da quella esperienza perché lo trovo bello e significativo. Mi pare racchiudere tutta l’inquietudine di una giovane che ha avuto il coraggio di mettersi alla prova lontano dalla propria famiglia ed il disorientamento che ti prende al ritorno. Come vi dicevo, non so molto di quello che è successo poi a Sara perché ha continuato a scrivere saltuariamente, ma i suoi post, pur nella loro bellezza, sono sempre molto enigmatici. So che è tornata di nuovo in Australia dopo un po’ di tempo a lavorare, che ha avuto dei momenti difficili non so dove, ma che si è rialzata più forte di prima.

Non so se ha vissuto poi in Italia, ma in questo ultimo post la ritrovo alla fine di un soggiorno di 3 mesi a Malta. Ho fatto una piccola ricerca su Internet e credo fosse lì per un tirocinio formativo, simile ad una borsa di studio, per il Progetto Leonardo. In questo ultimo post ritrovo una Sara stanca, pensierosa e con poca voglia di socializzare. La sua è una lettera, presumo, agli altri giovani che hanno frequentato con lei il tirocinio. Giovani entusiasti e pieni di sogni come era lei anni prima. Prima di essere andata ad inseguirli i suoi sogni ed esserne tornata forse un po’ ammaccata anche se più forte. E’ un ringraziamento per averla messa in contatto di nuovo con quelle emozioni, quella voglia di fare ed andare. E’ uno scambio in cui lei vuole donare la sua esperienza, anche se difficile, perché li aiuti a non rinunciarci a quei sogni e ad averne cura. Scrive:

“Voglio darvi la mia paura, che mi ha fatto balzare in alto e volare.

Voglio darvi il paracadute e togliervelo a metà volo, perché anche voi impariate a volare.

Vi do la paura perché dovete avere paura, perché dovete viverla e sfidarla. Non accontentatevi della vita che vi si presenta davanti, lottate sempre per ciò in cui credete.Vi do la mia solitudine, perché vi permetta di vedere i vostri mostri, perché vi facciano piangere, perché siate in grado di guardarli negli occhi, accettarli e imparare a conviverci.E andare avanti.Vi do il mio egoismo perché vi permetta di arrivare là dove meritate, laddove, ora come ora, pensate non arriverete mai.”

“Tre anni: considerazioni sulla maternità ad alto contatto” del blog “Io & Marc” dalla Spagna

In questo post l’autrice fa un bilancio dei primi tre anni di suo figlio, cresciuto ed allevato “ad alto contatto” con lei. Cosleeping, fascia invece del passeggino, allattamento a richiesta e prolungato oltre che metodi di svezzamento personale e niente vaccini. Pur non essendo d’accordo con lei su alcuni punti, mi piace leggerla perché la trovo una persona originale, anticonformista e coerente con le proprie idee. Coerenza che non le impedisce però di essere ragionevole e pronta a cambiare rotta, consigliata dal compagno, quando cosleeping ed allattamento stavano diventando un problema per lo sviluppo dell’indipendenza del figlio. Ammettendo che era più lei ormai ad averne bisogno. Mi piace, soprattutto, come chiude il post:

“Che si scelga in santa pace quello che è più giusto per la famiglia: con o senza attaccamento, Estevill o Gonzáles, che siano la madre, il padre e il bambino i veri protagonisti delle relazioni familiari e…todo irá bien, me lo prometo!”

“Casa, dove sei?” dal blog “Un alessandrina in America” dagli Stati Uniti

In questo post l’autrice ci racconta la sua storia da expat. Doveva essere solo un anno e sono diventati 19. Per tanto tempo c’è stata una casa in Italia ad aspettarla, la casa dei sogni ristrutturata con tempo e sacrifici, ma che li ha ospitati quasi solo per le lunghe vacanze estive. Poi le ferie in Italia sono diventate sempre più brevi per gli impegni scolastici della figlia e, anche quell’ultima “proprietà” in Italia è stata venduta. Scrive:

“La casa in Italia era diventata un peso ed ad un certo momento le abbiamo detto addio. E` stato duro! E` vero erano solo mura, ma erano un pezzo di vita che se ne andava per sempre rendendo il filo del possibile ritorno sempre piu` fine.

Convincersi che quello che e` importante sono i rapporti umani e non le cose e` difficile quando la tua vita italiana e` racchiusa in un borsone ( la borsa rossa) che contiene le strette necessita`: shampoo, asciugacapelli, qualche tshirt e ciabattine.”

Ma nonostante la vita sia sempre più quella americana, l’autrice non può fare a meno di chiedersi dov’è veramente casa sua e dove deciderà di vivere in futuro.

“Non mollare. Mai. – Piccoli frammenti di espatrio” dal blog “Sir Koala Londinese” da Londra

In questo post l’autrice ci elenca “piccoli frammenti di espatrio”, titolo significativo perché il suo è veramente uno spaccato di tanti tipi di espatrio. Di persone di tutte le razze, generi e stato sociale. Enormemente diversi, ma tutti uniti nel fatto di averci almeno provato a cambiare vita ed a migliorare. Vuole essere un monito a non mollare mai per tutti coloro che non stanno bene dove sono, per mettersi in gioco e provare a stare meglio. Scrive:

“Io in questi 4 anni ne ho incontrate di persone, e in tutte loro dietro a sorrisi, lacrime, amarezze, felicità, soddisfazioni, rancori, paure e speranze ho visto solo me stessa, ho visto una persona che molla tutto e prova altrove, ho visto confusione e spaesamento, e mani e ginocchia sbucciate dalla scalata, dalle cadute e rialzate. Ma ho visto anche una nuova era, una nuova generazione, la soluzione dopo la crisi, la calma dopo il ciclone, le valige alleggerite, la creatività, l’apertura mentale, il disorientamento che porta a perdersi per ritrovarsi, e l’orgoglio di rimarcare la propria nazione”

Anche per oggi ho finito. Buona lettura!


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :