Lorenzo è un cultore di Yasmina Khadra, il che si evince non solo dalla sua topten, ma anche da quanto ha scritto dopo la classifica. Per chi non conosce questo incredibile scrittore algerino (che amo molto anche io), il profilo che Lorenzo ha tracciato è una testimonianza più che preziosa.
Io vi ricordo che Yasmina Khadra sarà tra poco in Italia, ospite del Festival della narrativa francese, dove presenterà il suo ultimo romanzo: L’equazione africana (Marsilio, 2012; trad. di R. Fontana). Queste le date: a Roma il 27 e a Verona il 1 marzo.
1 Yasmina Khadra – Cosa sognano i lupi? (Mondadori, 2008; trad. di Y. Mélaouah)
2 Nagib Mahfuz – Principio e fine (Pironti, 1994; trad. di O. Vozzo)
3 Ala al-Aswani – Palazzo Yacoubian (Feltrinelli, 2006; trad. di B. Longhi)
4 Yasmina Khadra – Le sirene di Baghdad (Mondadori, 2009; trad. di M. Bellini)
5 Tawfiq al-Hakim – Diario di un procuratore di campagna (Nottetempo, 2005; trad. di S. Pagani)
6 Amin Maalouf – Le crociate viste dagli arabi (è un saggio ma è scritto in modo altamente narrativo e letterario) (SEI, 2001)
7 Tahar Ben Jelloun – Lo scrivano (Einaudi, 1996; trad. di E. Volterrani)
8 Nagib Mahfuz – Vicolo del mortaio (Feltrinelli, 2002; trad. di P. Branca)
9 Yasmina Khadra – Le rondini di Kabul (Mondadori, 2007; trad. di M. Bellini)
10 Hage Rawi – Come la rabbia al vento (Garzanti, 2008; trad. di S. Lauzi)
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Se dovessi consigliare un autore che provi a spiegare le tragiche vicende del mondo arabo sceglierei lo scrittore algerino Yasmina Khadra. I suoi romanzi sono poetici, duri, intelligenti, sono descrizioni su quanta sofferenza possa dare il possesso di “un’identità”. I romanzi di Khadra sono un viaggio che obbliga il lettore a immedesimarsi nello squallore, nell’umiliazione quotidiana, nei rari agi e nei privilegi per pochi di popolazioni martoriate da decenni di conflitti.
Yasmina Khadra, pseudonimo femminile di Mohammed Moulessehoul, ex alto ufficiale dell’esercito algerino, ha sempre attinto ispirazione da una zona d’ombra della realtà contemporanea, facendo del suo cammino narrativo un percorso con tappe insolite (Algeria, Afghanistan, Iraq, Libano), un percorso tortuoso, fuori dalle strade battute dalla letteratura best-seller, muovendosi con audacia sull’instabile filo sospeso dell’attualità. Lo stile personalissimo dell’autore fatto di giochi di parole, metafore, fraseggio fra i linguaggi culturali francese e algerino, descrizioni poetiche, dialoghi serrati, è tenuto insieme dall’ironia, elemento fondante di Khadra che ormai, almeno in Francia e nel Maghreb, è diventato uno dei nomi di riferimento del nuovo noir e della narrativa popolare.
Lo stesso Khadra tempo fa ha detto: “Per leggere i miei libri, è necessaria un po’ di intelligenza”.
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