Top ten tuesday – Favorite covers

Creato il 27 gennaio 2015 da Ceenderella @iltempodivivere

Buongiorno amici! <3"><3"><3"><3"><3 Come procede la settimana? La mia inaspettatamente bene, se consideriamo che tra una settimana ho un esame e ancora non sento l’ansia attanagliarmi lo stomaco. In tutto ciò, spinta dalla voglia di aver un motivo in più per parlar di libri, autori e personaggi, sono qui a inaugurare una nuova rubrica – che nasce dalle menti geniali che stanno dietro al blog The broke and the bookish – e che altro non è se non una top ten totalmente random a sfondo libresco. Quella di oggi, come già annuncia il titolo, riguarda la classifica (in nessun particolare ordine) delle copertine a mio parere più belle. Perché, sarà anche vero che non si giudica un libro dalla copertina, ma, in fondo, che male c’è nel sognare un po’? Trascorro più di quel che dovrei su Goodreads e Netgalley a fissare imbambolata le cover e, in fondo, non mi vergogno neanche un po’ a dire che sono la primissima ragione per la quale riempio la mia TBR di volumi che mi piace pensare che un giorno riuscirò a leggere. Perciò, siete pronti per rifarvi gli occhi?

Io amo le copertine dei libri di Kiera Cass tanto quanto poi non apprezzo quel che c’è dentro. Sono bellissime, ognuna più di quella precedente, con degli abiti meravigliosi che la fanno da padrone, sempre.
Che mi importa se poi la serie non mi ha fatto impazzire (al più presto, mega-post, lo giuro, anche solo per ammirarne le cover!), quel che conta è che io guardo queste immagini e voglio comprare i libri. Proprio ne ho un impellente bisogno. Li voglio tutti nella mia libreria per fantasticare su sontuosi vestiti che mai metterò e ambientazioni da urlo.
In poche parole: questa è solo il primissimo esempio di tutto quello che una copertina dovrebbe saper fare.

Questa copertina non poteva non piacermi: ha quel giusto tocco di angosciante dal quale è impossibile distogliere lo sguardo che subito mi ha catturata e invoglia a leggere immediatamente il libro per capire perché c’è quella barriera, che cosa deve proteggere e da chi, soprattutto. Mi sto già immaginando le creature più spaventose possibili, perché dopo l’esperienza con The maze runner mi aspetto seriamente di tutto ma, da bravissima masochista, nonostante me la stia già facendo sotto dal terrore, devo saperne di più!

Inquietante. Non saprei descriverla in altro modo. A metà strada tra l’horror e la favola, questa è una delle pochissime copertine italiane che amo molto più dell’originale, perché è impossibile distogliere lo sguardo e non sentirsene attratti. Ed è fondamentalmente la ragione per la quale, col club del libro, abbiam scelto di leggere questo libro. Inutile dirvi che si è rivelata un’ottima decisione!

Dall’amore per le copertine della Cass avrete capito che ho un debole per gli abiti (e le scarpe, e le borse, e tutti gli accessori che vi possono venire in mente, ma okay), quindi, capitemi, non potevo evitare di inserire in classifica questa, che, tra le altre cose, è la cover del libro che sto attualmente leggendo. Ha quel non-so-che di teatrale e spaventoso che, ragazzi, non ho saputo resistere.

Di questo libro vi ho già parlato, di quanto è carina la sua autrice ve ne parlerò a tempo debito, ma di quanto sia assolutamente stupenda la sua copertina è proprio l’ora di parlarne! Sarà il vestito, sarà lo sfondo color seppia che preannuncia l’ambientazione lievemente goth di una Parigi che non è proprio quella turistica e non si accontenta di essere in secondo piano, ma la De Agostini nel mantenerla fedele all’originale ha fatto centro. C’è solo da sperare che faccia lo stesso coi sequel!

Sto puntando questo libro da mesi, da quando sono stata folgorata dal contrasto micidiale tra i colori di quest’immagine, a tal punto da inserirla nella mia wishlist senza averne assolutamente letta la trama. Sulla cieca fiducia. Pregate, insomma, con me che quel famoso detto di cui sopra non sia totalmente sensato perché in questo caso sì che ci rimarrei malissimo!

Altra cover rimasta invariata, altro amore spropositato per uno dei libri che più ho adorato del 2014. Colori pazzeschi, un’immagine semplice ma efficace, l’idea di una ragazzina che vive sospesa tra le parole che scrive e quelle che non riesce a dire… Stupenda, niente da aggiungere.

A quanto pare, sono irresistibilmente attratta dalle cose inquietanti – e di questo forse dovrei parlarne con uno bravo – ma da quando la Hoover l’ha pubblicata su Facebook ho sentito l’urgente bisogno di averla sottomano. Non ho ancora letto la trama né le recensioni e, a dirla tutta, le sto evitando come la peste per non sciuparmi la bellezza che una foto così semplice ha saputo suscitarmi.

Tra tutti i libri della serie, questo ha un posto speciale nel mio cuore e il merito è tutto della sua immagine e di questa cattedrale desolata e vuota, oltre che dell’abito sfarzoso della ragazza di spalle. Se poi ci aggiungiamo che le descrizioni dei vestiti (così come di qualsiasi altra cosa, a dirla tutta) della De Winter valgono da soli il prezzo dei suoi romanzi, il gioco è fatto.

Qualche ragazza che seguo su Goodreads l’ha inserito nella sua TBR e bam! È stato amore a prima vista.
Le braccia protese verso l’alto, verso una salvezza che non è garantita, le frecce scagliate contro la schiena e le gambe della ragazza, un disegno che nella sua semplicità cattura l’attenzione e ti obbliga a guardarlo.

Sono dieci ma ridurle a questo numero è stato atroce – perché tante ne avrei volute mettere a cui ancora sto pensando – anche se trovarne cinque italiane come volevo non è stato difficile come avevo inizialmente pensato.
Quali sono le vostre? Qualcuna di queste vi ha colpito?


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