Mio padre è nato in una cascina sulla strada che da Narzole porta a Fossano, passando per l'abitato di Salmour, in provincia di Cuneo. La cascina, della quale non resta che quale rudere si chiamava Sarmassa. Secondo mio padre il toponimo che definisce la cascina e la zona deriva dall'antica popolazione dei Sarmati.
I Sarmati erano un popolo iranico proveniente dalle steppe del Volga e dalle valli occidentali degli Urali. Per il tradizionale wanderlust antico che spingeva le popolazioni a mantenersi in movimento, spesso pressate da altre popolazioni, parte dei Sarmati mossero verso occidente. Tanto che "la Notitia Dignitatum (documento redatto nella prima metà del 400 d.C.) attesta la presenza nei primi anni del V secolo di 15 colonie militari di Sarmati anche in Italia, soprattutto nella pianura del Po, sotto il comando di un Praefectus Sarmatarum gentilium. Secondo quel documento una di queste guarnigioni era stanziata nell'odierna provincia di Cuneo, a Pollentia (oggi Pollenzo), nota per essere stata teatro nel 402 della battaglia tra i Visigoti di Alarico e i Romani, fra le cui fila erano presenti cavalieri Sarmato-Alani. In seguito si sarebbero spostati sul più sicuro e poco distante altopiano alla confluenza fra il Tanaro e la Stura di Demonte, dove oggi sorge il piccolo paese di Salmour che si ipotizza derivi il nome da quell'antico insediamento (Sarmatorium)" (Wikipedia)
Alla fine dovrei dare più retta alle teorie storiche di mio padre. Anche quando attesta l'origine iranica del luogo dal quale proveniamo. Che, detto da un piemontese di molte generazioni con il naso adunco, la pelle olivastra e i capelli nerissimi, assume uno spessore considerevole.