A sostituire la Bavareisa, consumazione d'obbligo nel Settecento, di caffè, cioccolato e latte, mescolati e dolcificati con sciroppo, dopo il 1840 subentra il Bicerin celebrato anche da Alessandro Dumas padre:
«Parmi les belles et bonnes choses remarquées à Turin, je n'oublierai jamais le bicerin, sorte d'excellente boisson qu'on sert dans tous les cafes, à un prix relativement trés bas»" Tra le cose belle e buone notate a Torino, non dimenticherò mai il bicerin, che è eccellente in tutti i caffè, ad un costo relativamente molto basso"
La base è la stessa, ma ogni ingrediente è offerto separatamente secondo il gusto del cliente: pur fior e la stissa, prevalenza di caffè e latte; pur e barb, caffè e cioccolato; un pò ëd tut, il giusto equilibrio. Viene servito in capienti bicchieri di vetro e ha il pregio, secondo illustri teologi, di non rompere il digiuno quaresimale. Di rito il vassoio di bagnati d'accompagnament, che erano ben 14: Crocion (fette biscottate), Torcet, Briòss, Foré di pasta sfoglia e zucchero caramellato, Tortiglié, Pupe ëd monie, Picol'd frà, Bricolan, Michette ëd semmola, Chifel. Per alcuni è lo stesso nome a battezzarne la fede politica: Savoiardi, Parisien, Democratich, Garibaldin. Sugli scaffali non mancano bottiglie di rosoli, elisir, vini chinati, distillati d'erbe ma caffè e cioccolata godono di maggiore reputazione. da A tavola nel Risorgimento.
Il Bicerin (pronunciato [bitʃeˈriŋ] in piemontese, letteralmente bicchierino) è una storica bevanda calda e analcolica tipica di Torino, evoluzione della settecentesca "bavareisa", gustosa bevanda servita in grandi bicchieri tondeggianti, composta da una mescolanza di caffè, cioccolato e crema di latte dolcificata con sciroppo.
Il rituale del bicerin prevedeva che i tre ingredienti fossero serviti separatamente. Inizialmente erano previste tre varianti: pur e fior (l’odierno cappuccino), pur e barba (caffè e cioccolato), ’n pòc ’d tut (ovvero un po' di tutto), con tutti e tre gli ingredienti miscelati. È stata quest’ultima formula ad avere più successo e a prevalere sulle altre. Una curiosità che è rara da leggere è che il tutto veniva accompagnato da dei "bagnati", dolcezze artigianali di ben 14 specie.
Tra i primi testi che raccontano la storia del Bicerin c'è il testo di Alberto Viriglio "Torino e i Torinesi"; la prima edizione risale ai primi anni trenta. Nel 2001 il Bicerin è stato riconosciuto come "bevanda tradizionale piemontese" con pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte.
La ricetta
Si ritiene che la sua origine sia dovuta ad uno storico locale torinese che da allora ne porta il nome e ne conserva gelosamente la tradizionale ricetta, difesa accanitamente: i dipendenti sono tenuti, per contratto, al segreto. È comunque possibile trovarlo nelle migliori caffetterie di Torino,in versioni sempre lievemente differenti nelle dosi e nell'omonima caffetteria di Montesarchio in provincia di Benevento.
Gli ingredienti
Gli ingredienti sono semplici: cioccolato fatto in casa, caffè e fior di latte, ma le dosi della ricetta originale sono sconosciute. Il risultato è una bevanda gustosa, frutto della fusione dal bollente della cioccolata con il marcato sapore del caffè e la delicata schiuma raffreddata del fior di latte. Viene servito in alti bicchieri o calici di vetro che permettono di osservarne la sfumatura di colori dovuta al miscelarsi dei vari ingredienti.
Lo storico locale che conserva gelosamente la ricetta del Bicerin, di fronte al Santuario della Consolata
Fonte: Wikipedia
A sostituire la Bavareisa, consumazione d'obbligo nel Settecento, di caffè, cioccolato e latte, mescolati e dolcificati con sciroppo, dopo il 1840 subentra il Bicerin celebrato anche da Alessandro Dumas padre:
«Parmi les belles et bonnes choses remarquées à Turin, je n'oublierai jamais le bicerin, sorte d'excellente boisson qu'on sert dans tous les cafes, à un prix relativement trés bas»" Tra le cose belle e buone notate a Torino, non dimenticherò mai il bicerin, che è eccellente in tutti i caffè, ad un costo relativamente molto basso"
La base è la stessa, ma ogni ingrediente è offerto separatamente secondo il gusto del cliente: pur fior e la stissa, prevalenza di caffè e latte; pur e barb, caffè e cioccolato; un pò ëd tut, il giusto equilibrio. Viene servito in capienti bicchieri di vetro e ha il pregio, secondo illustri teologi, di non rompere il digiuno quaresimale. Di rito il vassoio di bagnati d'accompagnament, che erano ben 14: Crocion (fette biscottate), Torcet, Briòss, Foré di pasta sfoglia e zucchero caramellato, Tortiglié, Pupe ëd monie, Picol'd frà, Bricolan, Michette ëd semmola, Chifel. Per alcuni è lo stesso nome a battezzarne la fede politica: Savoiardi, Parisien, Democratich, Garibaldin. Sugli scaffali non mancano bottiglie di rosoli, elisir, vini chinati, distillati d'erbe ma caffè e cioccolata godono di maggiore reputazione. da A tavola nel Risorgimento.
Il Bicerin (pronunciato [bitʃeˈriŋ] in piemontese, letteralmente bicchierino) è una storica bevanda calda e analcolica tipica di Torino, evoluzione della settecentesca "bavareisa", gustosa bevanda servita in grandi bicchieri tondeggianti, composta da una mescolanza di caffè, cioccolato e crema di latte dolcificata con sciroppo. Il rituale del bicerin prevedeva che i tre ingredienti fossero serviti separatamente. Inizialmente erano previste tre varianti: pur e fior (l’odierno cappuccino), pur e barba (caffè e cioccolato), ’n pòc ’d tut (ovvero un po' di tutto), con tutti e tre gli ingredienti miscelati. È stata quest’ultima formula ad avere più successo e a prevalere sulle altre. Una curiosità che è rara da leggere è che il tutto veniva accompagnato da dei "bagnati", dolcezze artigianali di ben 14 specie.
Tra i primi testi che raccontano la storia del Bicerin c'è il testo di Alberto Viriglio "Torino e i Torinesi"; la prima edizione risale ai primi anni trenta. Nel 2001 il Bicerin è stato riconosciuto come "bevanda tradizionale piemontese" con pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte.
La ricetta
Si ritiene che la sua origine sia dovuta ad uno storico locale torinese che da allora ne porta il nome e ne conserva gelosamente la tradizionale ricetta, difesa accanitamente: i dipendenti sono tenuti, per contratto, al segreto. È comunque possibile trovarlo nelle migliori caffetterie di Torino,in versioni sempre lievemente differenti nelle dosi e nell'omonima caffetteria di Montesarchio in provincia di Benevento.
Gli ingredienti
Gli ingredienti sono semplici: cioccolato fatto in casa, caffè e fior di latte, ma le dosi della ricetta originale sono sconosciute. Il risultato è una bevanda gustosa, frutto della fusione dal bollente della cioccolata con il marcato sapore del caffè e la delicata schiuma raffreddata del fior di latte. Viene servito in alti bicchieri o calici di vetro che permettono di osservarne la sfumatura di colori dovuta al miscelarsi dei vari ingredienti.
Lo storico locale che conserva gelosamente la ricetta del Bicerin, di fronte al Santuario della Consolata
Fonte: Wikipedia