In una lunga intervista aTuttoSport, il Presidente del Torino, Urabno Cairo parla del momento attuale e degli obiettivi della sua squadra:
“Ho massimo rispetto per i nostri tifosi e per la loro depressione, però non vorrei che si perdesse di vista la realtà. Delle sei sconfitte fino ad ora arrivate, solo due mi hanno seccato: quella contro la Sampdoria e quella di Helsinki. Partite in cui l’atteggiamento della squadra non è stato consono all’importanza dell’impegno. Contro Verona e Lazio non meritavamo di perdere, a Napoli è stata una sfida a due facce. La Roma è la Roma: tra l’altro era inferocita dopo due batoste. Abbiamo gli stessi punti dell’anno scorso in campionato, e siamo ben messi in Europa League. Si, ci sono state più sconfitte, ma anche più vittorie. Abbiamo segnato di meno, è vero, ma abbiamo subito meno goal“. L’obiettivo? “Non possiamo ambire solo alla salvezza, però il must dei 40 punti è il primo step obbligatorio. Il secondo step è la parte sinistra della classifica, che ci può onestamente competere. La Champions? Quasi impossibile. Rispetto a Juventus, Roma, Inter, Milan, Napoli noi fatturiamo un quarto, un quinto, un sesto. Purtroppo il fattore economico è determinante nel calcio“. E Ventura? “Per me è un patrimonio del Torino, lo metterei sotto una campana di vetro per evitare che invecchi. Mi dia retta: se un giocatore lo segue, in mano a lui non può avere limiti. Poi ci sta che si arrabbi… A Roma gli ho parlato e l’ho trovato sul pezzo. Alla ripresa la squadra partirà da lui e dalla voglia che deve metterci sempre. La squadra deve avere una voglia matta“. Le cessioni in estate? “Cominciamo da Immobile e Cerci. Sono stato messo spalle al muro. Con Immobile ero in minoranza, visto che oltre a Ciro anche la Juventus, che possedeva l’altra metà del cartellino, premeva per la cessione. Cerci non voleva più stare, ambiva a disputare la Champions. Non volevo cederli, mi hanno costretto. Ma io giro la domanda, chieda a Cerci e a Immobile se lo rifarebbero di andarsene. Ho un sospetto, credo di no…“. E gli acquisti? “Quagliarella è partito bene, ha segnato 5 reti. Amauri vuole incidere, sarà utile. Mancano 5 gare di campionato e due di Europa League, compattiamoci, teniamo duro, poi a gennaio miglioreremo. Sta nella logica delle cose, abbiamo occhi per vedere e testa per capire. Non sarà un mercato di riparazione, ma un mercato di implementazione: abbiamo necessità di inserire giovani nuovi. Non dei bambini, dei giocatori dell’88, dell’89 o del ’90“.