Secondo una statistica di qualche anno fa, Torino sembrerebbe essere la città italiana con più bar e caffetterie per abitante.
Ma questo primato non è casuale.La tradizione dei caffè come luogo di incontro e di appagamento della gola a Torino è molto radicata fin dal 1700, e i locali torinesi più antichi sono stati teatro, oltre che di incontri, corteggiamenti e pettegolezzi, anche di importanti dibattiti culturali e di discussioni politiche che hanno concorso a creare la storia d’Italia.
Andiamo insieme a fare un giro in alcuni dei più importanti (e golosi) locali storici del capoluogo piemontese, per fare un salto indietro nel tempo e riscoprire le tradizioni:
1) Baratti & MilanoLe sue vetrate incorniciate da stucchi dorati e tende di velluto rosso, che si affacciano sugli eleganti marmi della Galleria Subalpina, regalano un’atmosfera di raffinatezza d’antan che funziona come una macchina del tempo.Sembra di scivolare indietro nei secoli e di essere a metà ‘800, quando gli statisti del Regno di Sardegna venivano qui a discutere su come fare l’Italia.E, a volte, con la coda dell’occhio, pare di scorgere ancora, seduto in qualche tavolino più appartato,Guido Gozzano, che proprio qui scrisse la sua poesia “Le golose“, un’ode d’amore alle eleganti signore che venivano a fare merenda e ai loro occhi che si illuminavano felici dopo aver assaporato i pasticcini del locale.Ma il capolavoro di Baratti & Milano è la cioccolata calda, con la panna che viene servita in un bricco a parte.Per raggiungere il sublime, la miscelatura dei due ingredienti è un’arte, un rituale che dev’essere fatto lentamente, poco per volta, assaporato sorso dopo sorso.Tornando indietro nel tempo, oppure fermandolo, per un po’.2) MulassanoMulassano è una piccola nicchia preziosa, nascosta in mezzo ai portici di Piazza Castello, un angoletto di storia che rimane fermo fra i negozi delle grandi catene globalizzate.La pagina di storia che ha scritto questo minuscolo locale si chiama tramezzino: la discrezione sabauda spesso si coniuga male con il marketing, per questo pochi sanno che lo hanno inventato proprio loro, all’inizio del ‘900.Riuscire a trovare un tavolino libero non è facilissimo ma vale la pena attendere.Il pane è bianco e soffice e le farciture sono varie e fedeli alla tradizione dei grandi classici della cucina piemontese.Consiglio burro & acciughe: scelta forte ma di pregio.3) Il BicerìnPiazza della Consolata, più che una piazza, è un salottino: una piccola oasi di pace e di elegante bellezza nel cuore della città.E questo caffè è il suo angoletto più intimo e piacevole, con le sue vetrine fané e i centrini all’uncinetto.In questo caso non è solo il locale a essere un’istituzione, lo è anche il suo cavallo di battaglia, dal quale prende il nome.Il bicerìn è una bevanda storica di Torino, servita in un calice di vetro e composta da caffè, cioccolata calda e schiuma di latte: in tanti lo hanno poi imitato, facendone alcune lievi varianti e chiamandolo “marocchino”; ma la ricetta originale si serve solo qui ed è diverso da qualunque altro posto. Tanto che Alexandre Dumas arrivò a dire che era la cosa che non avrebbe mai dimenticato del suo soggiorno torinese.Il segreto sta nel far sì che i tre strati di ingredienti non si mescolino fra loro, al fine di giungere gradatamente al palato: prima la morbidezza spumosa della schiuma, poi la forza decisa del caffè, ed infine la dolcezza avvolgente del cioccolato, in una sinfonia unica di sapore.4) PlattiPlatti è un locale – macchina del tempo che ci trasporta un po’ più in là negli anni, in un’epoca più recente, a prendere un caffé in compagnia della borghesia intellettuale torinese di metà ‘900, composta da personaggi come Pavese ed EinaudiOggi questo locale è anche un po’ museo, perché espone nelle sue vetrine alcuni pezzi unici presi in prestito dal Museo della MarionettaE sulla soglia vi accoglie il suo cameriere di legno, originario degli anni ’20, che per i torinesi è un simbolo famigliare.5) StrattaStratta si affaccia su un altro dei salotti di Torino, ma non uno di quelli intimi e riservati in cui potersi rintanare a leggere – no, proprio su quello buono, quello che si usa per ricevere gli ospiti più importanti, quello in cui si sfoggia tutta la ricchezza e la bellezza che si ha in casa: Piazza San CarloLe vetrine di Stratta sono una festa per gli occhi perché brulicano di colori: sono la loro specialità più famosa – scatole di latta di ogni dimensione che contengono un arcobaleno di caramelle variopinte.Ma non dimentichiamo nemmeno i Turineis, golosi cioccolatini ripieni di rum e crema di marroni, e i loro marron glacés artigianali, fatti con castagne della Val di Susa, lavorate con un processo che in totale dura 96 ore. Insomma, dei piccoli capolavori.Che oggi continuano ad essere fatti esattamente come quando era il Conte di Cavour a considerarle le sue opere d’arte preferite.Del resto, marron glacé che vince, non si cambia.
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