"Abbiamo un Paese complesso da raccontare al mondo - ha detto il direttore del Festival, Paolo Virzì - ci sono pezzi della nostra storia mai raccontati che possono essere un grande serbatoio per farlo e che potrebbe essere vostro compito raccontare".
Gomorra arriva dopo il successo di Romanzo Criminale, e viaggia di conserva a 1992, un altro progetto Sky che racconta l'anno di Tangentopoli. Gomorra è realizzato in collaborazione con Cattleya e Fandango, e con La7 e Beta Film, ed è ambientato principalmente a Napoli e dintorni, con tappe anche a Barcellona, Milano, Ferrara, Roma e Ventimiglia. A dirigerla è Stefano Sollima, regista della serie cult Romanzo Criminale. Dietro la macchina da presa anche Francesca Comencini e Claudio Cupellini che firmano parte dei 12 episodi, attesi nel 2014 su Sky. Roberto Saviano ha seguito la realizzazione della fiction con suggerimenti e revisioni ''abbiamo visto i primi due episodi insieme - racconta Riccardo Tozzi, uno dei produttori - era molto contento del risultato e di come si trattasse di un racconto fantastico in cui però era tutto vero. Ha avuto da ridire solo sulla traduzione di una parola'', spiega.
Una sceneggiatura ''in cui il male è raccontato come tale''. Per Stefano Buses, storyeditor e sceneggiatore della fiction ''il racconto del male non ha bisogno dei buoni'' o di ammiccamenti, ''la sfida - aggiunge - è stata raccontare il male così com'è: alla fine capisci che i personaggi sono solo transitoriamente carnefici e che in realtà sono tutti vittime di quell'universo''.
Il cast di attori è legato al territorio, con esordienti che si mischiano a professionisti: Marco D'Amore, Fortunato Cerlino, Maria Pia Calzone, Salvatore Esposito, Marco Palvetti, Domenico Balsamo. ''E' nel dna della nostra azienda - ha spiegato Andrea Scrosati, executive vice president Cinema di Sky - fare questo tipo di prodotto e in Italia c'è un bacino di creatività incredibile. Non a caso per aggiudicarsi Gomorra - ha sottolineato Scrosati - si è già sviluppata una gara tra due grandi network americani. Non era mai accaduto nella storia della televisione italiana che due network Usa si contendessero un prodotto italiano".
La fiction si apre proprio con la scena dei soldi delle tangenti buttati nel water dall'allora presidente del Pio Albergo Trivulzio. Quell'anno travagliato viene raccontato attraverso le vite di sei personaggi, tra i quali un poliziotto del pool di Di Pietro, un giovane reduce della prima guerra del Golfo che si ritrova eletto alla Camera con la Lega Nord, un'aspirante soubrette ex amante di un imprenditore che si suicida durante l'indagine, un pubblicitario, e l'orfana di un imprenditore suicida.
''Abbiamo cercato di creare personaggi duali, che incarnassero una potente personificazione dei conflitti interiori di quel periodo'' spiega Nicola Lusardi, storyeditor di 1992. ''Eravamo partiti dall'idea di raccontare un ventennio - aggiunge Lorenzo Mieli, produttore della serie - ma poi abbiamo deciso di fermarci a quell'anno in cui tutto è cambiato. Se andrà bene naturalmente ci piacerebbe fare anche il 1993, il 1994 e via elencando. Il 1992 è l'anno che ha dato inizio ad uno dei periodi più controversi e ambigui della storia d'Italia, che ancora prosegue - ha spiegato Mieli -. Abbiamo cercato di raccontarlo per quello che fu, e che in parte continua ad essere, nella sua controversia e ambiguità''.
Il progetto, che sta attirando l'interesse del mercato internazionale, sarà realizzato con la collaborazione di Mario Gomboli, che ha raccolto l'eredità delle sorelle Giussani e ne prosegue l'avventura, curando la pubblicazione dei fumetti attraverso la casa editrice Astorina. Già la realizzazione del trailer di Diabolik ha richiesto tre mesi di lavoro, tra riprese e post-produzione. Lo studio del costume è durato quasi due mesi, con un lungo lavoro creativo per trovare il giusto equilibrio tra l'aderenza al fumetto e le opportunità date dalla trasposizione filmica del personaggio e dalla gamma di movimenti data da un corpo vero. Tutti gli ambienti del trailer sono stati ricreati con ricostruzioni 3D e le riprese sono state effettuate con la Red Epic, macchina da presa di ultimissima generazione.
Una sfida per il futuro che secondo Andrea Scrosati, ''ha grosse potenzialità''. Il trailer di Diabolik è stato trasmesso durante l'incontro odierno a Torino. ''La sfida per il futuro - ha spiegato Scrosati - sarà realizzare progetti italiani che inizino come coproduzioni internazionali''.
La pay-tv ha rotto i tabù propri della tv generalista e ha "portato aria nuova" nel modo di fare fiction. Queste ultime serie tv sono l'esempio di una "libertà nuova" che può rappresentare sia per la tv, sia per il cinema, una "svolta epocale". In questi termini si sono espressi sia Virzì, sia i critici e i produttori presenti in sala. In questi prodotti vi è "un nuovo modo di raccontare, nuovi linguaggi, nuova libertà editoriale" ha detto Scrosati. Consente a quella "prateria di creatività" presente in Italia di esprimersi "finalmente libera dai vincoli che hanno caratterizzato la tv generalista negli ultimi 15 anni".
"La tv a pagamento è una forma a sé - ha detto Tozzi. E' imparentata col cinema, ma autonoma. Non è una tv incastrata nei suoi obblighi, come la generalista, e altrettanto non è il cinema, altrettanto incastrato negli obblighi imposti dal mercato". In una parola, vi è più libertà. Grazie alla quale "ha preso forma in Italia un nuovo modello di narrazione, moderna, capace di linguaggi nuovi - ha detto Virzì -. Ma che ha, nello stesso tempo, radici antiche, addirittura epiche. E' grazie a questo che questa nuova fiction viene percepita dal pubblico come autentica, credibile".