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Torino Film Festival: Vince l’Azione, ma è la Semplicità a Conquistare

Creato il 02 dicembre 2014 da Dietrolequinte @DlqMagazine
Torino Film Festival: Vince l’Azione, ma è la Semplicità a Conquistare

La Giuria di Torino 32 - Concorso Internazionale Lungometraggi, composta da Ferzan Ozpetek, Geoff Andrew, Carolina Crescentini, Debra Granik e György Pálfi ha premiato Mange tes morts (Francia, 2014) di Jean-Charles Hue come Miglior Film: un road movie a tinte noir, travolgente avventura notturna di tre fratelli rom, di cui uno appena uscito di galera dopo quindici anni. Ma sotto i riflettori del festival c'è anche un'altra pellicola: For Some Inexplicable Reason (Ungheria, 2014) di Gábor Reisz, ritratto di un giovane goffo e romantico, Aaron, che, dopo essere stato lasciato dalla fidanzata, comincia la ricerca di un lavoro. Ma le sofferenze sentimentali e la presenza ingombrante della madre presto gli tolgono l'aria, e, così, passa il tempo a vagare per le strade di Budapest, finché, nel giorno del suo trentesimo compleanno, decide di mollare tutto e partire per Lisbona. Una commedia esistenziale-surreale che si è portata a casa quattro riconoscimenti: oltre a ricevere il Premio Speciale della giuria - Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, è il film preferito degli spettatori del TFF, che lo hanno scelto per il Premio del pubblico; vince inoltre due premi collaterali: il Premio Scuola Holden Storytelling & Performing Arts per essere il "fantasioso e semplice ritratto di un goffo bamboccione che inconsciamente non vuole cambiare. Linguaggio garbato. Situazioni sanamente logorroiche. Film onesto e vero anche nei suoi ralenti" e il Premio Achille Valdata "per aver saputo rappresentare in modo ironico il passaggio esistenziale di un giovane romantico".

La menzione speciale della giuria è andata a N-Capace (Italia, 2014) di Eleonora Danco, per aver visto in quest'opera prima una grande promessa per il futuro, un ritratto lirico e penetrante dell'Italia di oggi che colpisce emotivamente ed intellettualmente. Il percorso di una donna, Anima in pena, che viaggia tra Terracina e Roma, ponendo domande ad anziani e adolescenti sui temi più vari, dalla religione al sesso, alla morte, cercando di carpire loro pensieri e sentimenti.

Il Premio per la Miglior attrice è andato ex aequo a Sidse Babett Knudsen, nel ruolo di Cynthia in The Duke of Burgundy (UK, 2014) di Peter Strickland e a Hadas Yaron, nel ruolo di Meira in Felix & Meira (Canada, 2014) di Maxime Giroux; quest'ultima pellicola ha ottenuto anche un riconoscimento per il Miglior attore con Luzer Twersky. Il Premio per la Miglior sceneggiatura è stato assegnato a What We Do in the Shadows (Nuova Zelanda, 2014) di Jemaine Clemente e Taika Waititi, vita quotidiana di quattro vampiri coinquilini di Wellington; si raccontano le loro abitudini domestiche, le uscite serali, le delusioni amorose, i rapporti con il vicinato, i bisticci. Una contagiosa simpatia che affronta con il giusto sarcasmo una riflessione sui ritmi del mondo moderno attraverso protagonisti fuori dal comune.

Per la sezione TFFdoc, la Giuria di Internazionale.doc, composta da Marek Hovorka, Fred Keleman e Jean-Baptiste Morain, ha assegnato il premio come Miglior Film a Endless Escape, Eternal Return (Armenia/Olanda/Svizzera, 2014) di Harutyun Khachatryan, resoconto di tre eventi di importanza capitale per la storia dell'Armenia: un terribile terremoto, la guerra del Nagorno Karabakh e il crollo dell'URSS. Il regista ha scelto di raffigurare il percorso di uno dei tanti uomini che scelsero l'esilio, in quelle circostanze drammatiche: profonda bellezza delle immagini, abile uso dei suoni atmosferici, della musica, del tempo che scorre, il tutto per dare forma alla nudità dell'essere umano immerso nel flusso della Storia, costantemente in lotta per conquistare la felicità e la libertà.

La Giuria di Italiana.doc, composta da Maria Bonsanti, Jacopo Quadri e Marco Santarelli, ha assegnato il premio come Miglior Film a Rada (Italia, 2014) di Alessandro Abba Legnazzi: affresco di una casa di riposo per vecchi lupi di mare a Camogli, in cui tanti soggetti attendono l'ora dell'ultimo sbarco, tra giocate al SuperEnalotto, declamazioni di poesie, consultazione delle stelle e bestemmie.

Per la sezione Italiana.corti, la giuria, composta da Silvia Calderoni, Niccolò Contessa e Rä Di Martino, ha assegnato il Premio Chicca Richelmy per il Miglior film a Panorama (Italia, 2014) di Gianluca Abbate e il Premio Speciale a Il mare (Italia, 2014) di Guido Nicolás Zingari.

Per la sezione Spazio Torino, il Premio Achille Valdata per il Miglior cortometraggio in collaborazione con La Stampa - Torino Sette è andato a Mon baiser de cinéma (Francia, 2014) di Guillaume Lafond e Gianluca Matarrese, storia di un tredicenne appassionato di cinema che sogna di dare un bacio da film.

La Giuria del Premio Fipresci, composta da Gerard Casau, Alberto Castellano e Eithne O'Neill ha assegnato il Premio per il Miglior film a Mercuriales (Francia, 2014) di Virgil Vernier, lungometraggio in concorso nella sezione Torino 32: storia dell'amicizia tra due ragazze, Lisa e Joane, che a Parigi gravitano attorno al centro economico La Défense e alle torri gemelle del gruppo Les Mercuriales; modelle per un giorno, baby-sitter, nullafacenti, amanti del ballo e delle notti selvagge.

La Giuria del Premio Cipputi, composta da Francesco Tullio Altan, Antonietta De Lillo e Carlo Freccero, ha assegnato il premio come Miglior film sul mondo del lavoro a Triangle (Italia, 2014) di Costanza Quatriglio: ricordo della tragedia della Triangle di New York, in cui nel 1911 persero la vita 146 persone, soprattutto operaie immigrate; episodio che si lega a un altro, cent'anni dopo, nel 2011, quando il crollo di un edificio fatiscente a Barletta costò la vita a quattro lavoratrici e una ragazza. Grande capacità di intrecciare storie dando loro una continuità, attraverso una memoria che non va persa ma conservata nella riflessione sul legame, purtroppo sempre attuale, tra lavoro e vita a rischio.


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