Tali interrelazioni vengono riproposte oggi incoraggiando cinque giovani artisti a lavorare in un contesto nuovo, intervenendo su un giardino che è già in qualche modo uno spazio espositivo, solo che al posto di veri e propri oggetti artistici esso ospita la collezione di rose botaniche e antiche raccolte da Piero Amerio, professore emerito dell’Università di Torino e Alfiere del Paesaggio. La rosa, col suo potere simbolico e evocativo, caricata, nelle diverse culture, di molteplici significati, svariate interpretazioni, e come tale immortalata fin dall’antichità su affreschi, incisioni, dipinti, di artigiani o grandi maestri (Botticelli, Velazquez, Renoir), è forse la pianta che più si avvicina, nella nostra mentalità, all’opera d’arte. Assieme ad essa, al giardino Sorpresa, si possono però trovare tanti altri aspetti, più o meno idealizzati, della natura “campestre”: il bosco ombroso, i prati a perdita d’occhio, gli alberi secolari, le piante selvatiche e i piccoli fiori sul fianco delle ripe, nonché la ricca fauna che qui vive e da’ vita.
Gli artisti avranno così modo di esplorare nuove possibilità espressive del loro linguaggio, lavorando sul territorio e approfondendo la conoscenza del paesaggio circostante e della sua storia, tramite le visite ai siti più caratteristici di Castell’Alfero e gli incontri con Marco Devecchi, docente presso la Facoltà di Agraria dell’Università di Torino e Presidente dell’Osservatorio del Paesaggio per il Monferrato Astigiano, e con lo stesso Piero Amerio.
Il progetto è a cura di Viola Invernizzi, dell’Associazione Amici del Roseto della Sorpresa e della Galleria Moitre.
Le opere rimarranno visibili al Roseto dal 18 maggio per tutta la stagione d’apertura estiva. Il Roseto è visitabile su appuntamento nei giorni di sabato e domenica a partire dal 3 maggio 2014.