Torino Vs Roma: 1-2, ovvero di una Lamela avvelenata.

Creato il 15 aprile 2013 da Maurocanavese @Maurone

(Cerci ha appena preso il secondo legno di giornata su punizione, Bianchi e Meggiorini esprimono giusta disperazione…)

È facile lasciarsi andare ad un pessimo umore dopo la sconfitta di ieri pomeriggio. Un Toro gagliardo ma impreciso ha finito per soccombere di fronte ad una Roma non particolarmente impressionante dal punto del gioco, ma che ha avuto dalla sua parte una maggiore lucidità tecnica e parecchia, ma parecchia, fortuna. Nonostante ciò e nonostante una classifica che ritorna ad essere leggermente preoccupante a sei giornate dal termine (ed un pessimo calendario nelle prossime tre partite), bisognerà saper anche dare il giusto peso ad alcune notizie positive arrivate dal campo ieri ed è quello che cercheremo di fare nel proseguo del post.

Ma prima di passare alla cronaca sportiva permettetemi di esprimere la mia solidarietà e il mio augurio di pronta guarigione ai nostri tre tifosi e fratelli di fede che ieri pomeriggio, prima dell’inizio della partita, sono stati aggrediti e feriti da tre supporter romanisti, mentre si trovavano all’interno del loro ritrovo abituale di club. Non è uomo quello che per ragioni sportive o politiche và in giro con un coltello per affermare le sue idee; per loro nessuna altra parola vale il concetto di spregio umano di cui si sono macchiati. E non di meno sono gli articoli usciti a caldo sui siti giornalistici che riportavano la notizia distorta di un regolamento di conti all’interno della tifoseria granata, tra cui si è distinto, in negativo, quello di Massimo Numa su La Stampa, che congetturava sulle modalità e sui retroscena dell’episodio. Purtroppo chi si occupa in città di questioni legate al conflitto sociale sa già quanto questo pennivendolo sia un professionista della falsificazione della realtà e dell’informazione. Perdonate lo sfogo, ma ci voleva.

Torniamo allo sport. Ieri Andreazzoli, in vista del retour match di coppa Italia contro l’Inter di mercoledì, mischiava le carte e proponeva un discreto turn-over che finiva anche per modificare l’abituale schema tattico dei giallorossi che si presentavano con un inedito 4-2-3-1 che prevedeva addirittura Dodò sulla trequarti sinistra. Mentre Ventura rispolverava dopo molto tempo il tandem d’attacco Meggiorini-Bianchi.
Dalle prime battute si vedeva come il Toro soffrisse il pressing degli avversari e una certa fatica nel prendere le misure ad Osvaldo, molto sgusciante tra le linee, mentre in fase di costruzione del gioco si evinceva una certa fatica nella misura dei passaggi. Comunque per i primi 20 minuti la qualità del gioco non lasciava particolarmente intravedere chissà che cosa di strabiliante, ma dagli sviluppi di un calcio d’angolo Balzaretti metteva in area una parabola interessante che tagliava la difesa granata e su cui Osvaldo inzuccava indisturbato, vista la blanda marcatura di Ogbonna nell’occasione, e superava Gillet con una palombella perfetta. Da qui in avanti il copione della partita passava di mano e la reazione del Toro si faceva sentire eccome, grazie soprattutto ad una regia di grande qualità di Vives a centrocampo che recuperava e imbastiva non pochi palloni per gli avanti granata, tra cui si distingueva la verve di Cerci su cui Balzaretti faceva non poca fatica a contenere. Al 28° Burdisso tranciava Meggiorini poco prima dell’area sul centrosinistra, dalla punizione seguente Cerci disegnava una parabola a giro a mezza altezza che però colpiva il palo a Stekelenburg battuto. Tre minuti dopo però Bianchi e Burdisso si avventano su un pallone alto in area che rimaneva nei pressi dei due giocatori, il capitano però era più lesto del suo marcatore e riprendendo il pallone lo sparava sotto la traversa per un meritato pareggio. Il resto del primo tempo vede le due squadre punzecchiarsi senza creare particolarmente pericoli ai due portieri a parte una punizione insidiosa di Lamela deviata dalla barriera in angolo.

Il secondo tempo iniziava invece con più esuberanza, e Andreazzoli doveva sostituire Pjanic con Totti, infortunatosi dopo un  normale scontro di gioco con Gazzi (sufficiente la prova del rosso mediano, con qualche pallone perso di troppo però). Al 58° nuova punizione per il Toro per un fallo di Bradley su Vives e la battuta di Cerci sortisce questa volta la traversa dopo una deviazione di Stekelenburg, sulla ribattuta però il tentativo di Bianchi è goffo e la palla si perde sul fondo. Due minuti dopo è Lamela, fino a quel momento piuttosto evanescente, a sfruttare la pessima chiusura su di lui di Masiello e ad indovinare un tiro da fuori area che gonfia la rete di un incolpevole Gillet. Il Toro si ripropone di nuovo avanti nella ricerca del nuovo pareggio, ma un Bradley generosissimo mette in difficoltà la costruzione granata che arrivano al tiro con Santana e Bianchi ma senza fare male; Gillet deve invece superarsi sulle conclusioni di Piris e Totti per tenere il Toro in partita. Ventura cambia intanto Santana (prova generosa dell’argentino ma poco lucida) e Meggiorini (pessimo apporto in attacco per lui ieri ben controllato da Castan, si fa vedere solo per un paio di palle recuperate a centrocampo grazie al suo pressing) con D’Ambrosio (vivace il suo contributo ma non decisivo come a Bologna) e Barreto (sempre mobile e sgusciante, ma sempre troppo lontano dall’area) e infine Bianchi con Jonathas, quest’ultimo cambio forse è stato il meno azzeccato, perché seppur il capitano sembrava meno lucido che nel primo tempo è rimasto tuttavia capace con i suoi movimenti di tenere in apprensione la retroguardia romanista, mentre il brasiliano non riusciva affatto ad entrare in partita e inzuccando malamente la sola palla buona avuta in area piuttosto che fare da torre.
Gli ultimi 10 minuti diventavano caldissimi con Balzaretti che si faceva cacciare, negli ululati dello stadio, per una spallata rugbystica a Cerci. La Roma si chiudeva ma il Toro non riusciva a perforarla anche perchè il suo uomo migliore, Cerci non aveva più benzina da dare alla causa. Darmian e Glik dopo una buona prova in difesa provavano a scardinare la difesa avversaria ma senza successo, mentre Ogbonna al 94° tirava da fuori area un missile che Barreto provava a spizzare di testa, Stekelenburg vedeva la sfera passare a pochi centimetri dalla traversa e il triplice fischio sanciva una vittoria romanista sudatissima, che lasciava parecchio amaro in bocca a giocatori e tifosi granata, nonostante gli applausi di quest’ultimi.

Ora vediamo d’intenderci. Per salvarci dobbiamo smetterla di fare beneficenza agli avversari come troppo spesso è capitato negli ultimi due mesi. Palermo, Udinese, Parma, Cagliari, Napoli, Bologna e Roma hanno goduto di regali esagerati in questi ultimi tempi dalle nostre mani e 11 punti sulla carta si sono trasformati in appena un paio. Male, malissimo. Perché ora dobbiamo affrontare un trittico difficilissimo con Fiorentina e Milan fuori casa e il derby casalingo nel mezzo. Viste le disparità di organico viene da pensare che saranno decisive le ultime tre partite contro Genoa, Chievo e Catania e che nel mentre Siena, Palermo e gli stessi rossoblù liguri si avvicineranno pericolosamente in classifica. Eppure sempre ieri l’impressione è che se il Toro avesse avuto anche solo un paio di uomini un po’ più di maggiore caratura tecnica, magari al posto di Masiello (male il suo errore sul gol di Lamela in una prova globale senza lode e senza infamia) e di Meggiorini la sconfitta sarebbe stata evitata tranquillamente. Intendiamoci, non intendo un Totti, un Marquinho o un Florenzi, come sono stati i sostituti entrati in partita in corso per la Roma, ma chissà se fossero arrivati alla corte di Ventura i Marchese o Pasquale o Maxi Lopez come si vociferava…
Eppure ieri abbiamo visto come Cerci sia davvero un giocatore di classe come da tanto tempo non si vedeva in maglia granata, come Vives abbia avuto un impatto sulla partita di grande qualità e che preferisca la mediana a due e non a tre, come Glik e Darmian non si siano fatti intimorire dagli avversari che avevano davanti, come Bianchi nel bene e nel male sia ancora capace di andare in doppia cifra (e mi sfugge da quanto tempo non capitava ad un attaccante granata in serie A). Sarà importante ripartire da tutto ciò già contro la Viola domenica prossima, perché nonostante l’avversario bisognerà giocarsela senza se e senza ma. Il granata vero è quello che lotta e suda dal 1° minuto al 90° (più recupero), và ricordato sempre, ad ogni costo.

Un abbraccio e FORZA VECCHIO CUORE GRANATA!!



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