Torna Brian K. Vaughan con una Saga destinata a fare storia

Creato il 15 aprile 2013 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

Si può capire molto del carattere di una persona sapendo che tipo di gelato mangia. Un cono grande con un solo gusto? Una coppetta da tre euro? O forse il famigerato cono imperiale… Quel cono faraonico che raccoglie TUTTI i gusti presenti? Siete una di quelle persone che non si accontentano di scegliere un solo gusto? Pensate che varietà e quantità vadano a braccetto con la qualità? Bene. Allora Saga è la serie che fa per voi!

Prendete il genere fantasy. Buttatelo. Poi riprendetelo. Immergetelo in una vasca della fantascienza più visionaria, quella dove ci sono umanoidi con teste a forma di televisione, tanto per capirci. Amalgamate con un po’ di hard boiled con una denuncia contro la pedofilia che colpisce come pugno atomico allo stomaco. Stendete tutto al sole di una galassia lontana solcata da guerre di cui si è scordata l’origine e la ragione. Fondetelo con una storia d’amore che sembra uscita dritta dalla (vostra) vita di tutti i giorni e infine spatolate allegramente il tutto con un bouquet di personaggi cesellati tra le vignette con un’arte tale da farvi pensare che se si fosse trattato di un film sarebbero stati attori (di carta) da premio Oscar, tutti riuniti per una mega produzione hollywoodiana nel senso più evocativo del termine.

Vaughan, probabilmente il più originale e provocante degli scrittori mainstream che in questo momento solcano le pagine dei fumetti d’oltre oceano e che già con Ex Machina e Y The Last Man ci aveva schiaffeggiato i neuroni con guanti intrisi di provocazioni, ritorna nelle librerie italiane con il primo volume di una serie destinata ad acquisire un posto importante nell’immaginario collettivo.

Saga racconta la fuga d’amore di Marko e Izabel e della loro figlia neonata Hazel, ambientata di uno scenario che celebra, come detto, tutti i generi narrativi e introduce una serie di personaggi comprimari affascinanti e dalla caratterizzazione sfaccettata. Cacciatori di taglie, re e principi, bambini fantasmi, astronavi organiche semi-senzienti sono solo alcuni degli attori che si muovono tra le tavole.

Dal punto di vista grafico stupisce il lavoro di Fiona Staples che, con un segno sporco ma forte e senza costruzioni o sequenze particolarmente innovative, riesce a dare un taglio estremamente sequenziale al racconto, attraverso piani americani, inquadrature e un moderato ma sapiente uso delle splash page che induce il lettore a una percezione quasi cinematografica.

Un primo volume molto appassionante, probabilmente l’inizio di un racconto destinato a durare a lungo e a essere trasporto anche in altri media.
Buona (come sempre) la cura cartotecnica ed editoriale della Bao, anche se la riduzione di formato per questo volume penalizza leggermente i disegni della Staples, che appaiono un po’ più compressi di quanto si vorrebbe


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