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Torna il solito discorso che abbiamo affrontato più volte: gli utenti del trasporto pubblico vanno umiliati. Umiliati

Creato il 26 dicembre 2012 da Romafaschifo

Questa mattina, all'alba, mi sono recato alla stazione in oggetto per accompagnare mia moglie che doveva recarsi a Viterbo. Sono un convinto sostenitore della mobilità pubblica e pensare a mia moglie che legge una rivista su un treno piuttosto che stressata e alla mercè del pirata di turno su un'auto mi rende molto più sereno, oltre che contento di non dover rifare il pieno di benzina.
Basta un attimo però per convincersi che in questa città non si ha alcun interesse a concedere ai cittadini i benefici di cui sopra nonchè tutti gli altri derivanti da un sistema di trasporto pubblico efficiente sia nei tempi che negli spazi.
All'ingresso della stazione veniamo accolti da una distesa di senzatetto che dormono al freddo e che si stanno svegliando al frastuono della città che prende vita. Sia chiaro, io non ho nulla contro i senzatetto, vittime di un sistema che nella maggior parte dei casi affonda definitivamente chiunque si trovi in difficoltà. Sarebbe un discorso lungo, ma è un dato di fatto che uno spettacolo simile è rarissimo in altre realtà europee.
Il pensiero che passa nella mente varcando la soglia della stazione è: "Poveracci, lì fuori al freddo. Come si fa a dirgli di andare altrove...?". Ma ecco che all'interno della stazione la scena si ripete. Altri clochard sono adagiati sul pavimento della stazione che odora palesemente di urina. Sono disposti in luoghi di passaggio e con ingombranti bagagli al seguito.
A quel punto inizio a pensare che non ci sia solo disperazione ad alimentare lo stato delle cose, ma anche un ben nota abitudine di evitare di risolvere i problemi per non avere problemi. Ma andiamo avanti. Il binario è il 6, quindi bisogna utilizzare il sottopassaggio. Scendendo trovo due soggetti seduti alla fine delle scale che sembrano bearsi di tutti quelli che passano loro avanti. Ma è abbastanza facile nonchè conveniente ignorarli. Un po' meno facile da ignorare è però l'escremento (di cane?) che quasi calpesto nei pressi della rampa di risalita al binario.
Saliamo, e per fortuna il treno arriva anticipatamente consentendo a me e a mia moglie di evitare un attesa al freddo. Mi avvio di nuovo nel sottopassaggio e, mentre passo ad un palmo da loro, uno dei due soggetti di cui sopra, dopo un vigoroso colpo di tosse, sputa a qualche centimetro da me un vistoso sottoprodotto dei suoi bronchi malandati.
Effettuando il percorso di arrivo al contrario lo sconforto è inevitabile e la consapevolezza che sia sempre e comunque meglio ricorrere ai propri mezzi piuttosto che alla collettività trova la strada spianata. Mi guardo attorno, e vedo una città che risorge per l'ennesima volta solo per assistere allo scempio quotidiano della propria bellezza. Da parte dei romani, o presunti tali, e soprattutto da coloro che dovrebbe sacrificarsi ogni istante affinchè essa sia degna del nome che porta.
Ringranziandovi per la vostra costante attività di denuncia, vi saluto. Marco P.

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