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Torna in prima serata su Rai 3 "La Grande Storia" che diventa inchiesta per scoprire, con Paolo Mieli, segreti e retroscena del passato

Creato il 12 luglio 2013 da Nicoladki @NicolaRaiano
Torna su Rai 3, da venerdì 12 luglio, La Grande Storia in prima serata, per raccontare ancora le imprese, gli accadimenti, i protagonisti, i testimoni, le vittime, i carnefici, i documenti segreti, i misteri, i retroscena della Storia del Novecento.
La Grande Storia è il cuore del progetto e della programmazione a carattere storico di Rai 3, che ha compreso, nel corso degli anni: “Correva l’anno” con Paolo Mieli, “Enigma” con Corrado Augias, “Il mio Novecento”, “Gli Archivi della Storia”, “Il Novecento raccontato da Paolo Mieli”.
La Grande Storia, 16 anni di programmazione ininterrotta, 160 film-documento tutti in prima serata, oltre 300 ore di trasmissione, documenti sconosciuti, testimonianze esclusive, repertori inediti, ritrovati negli archivi storici di tutto il mondo. Il racconto drammatico e avvincente che si dipana lungo tutto il “secolo breve”.
In questi 16 anni, La Grande Storia ha raccontato la Grande Guerra, la marcia su Roma, il duce del fascismo, gli uomini di Mussolini, la propaganda, la dittatura, gli anni del Regime, la guerra di Spagna, la conquista dell’Impero. E poi la guerra, la sconfitta, i prigionieri, la tremenda ritirata di Russia. E la lotta fratricida, la guerra partigiana, la stagione delle epurazioni e delle vendette… E, ancora: l’ascesa di Adolf Hitler, i misteri del nazismo, le pratiche esoteriche, le liturgie del regime, il culto della morte, gli uomini del Führer, i pianificatori, i contabili, gli esecutori dello sterminio, l’orrore della shoah, il baratro della guerra, la fuga dei criminali nazisti e il piano Odessa. E poi: la vera storia dei kamikaze, Stalin e gli uomini alla sua corte, la drammatica storia del muro di Berlino e la conquista della libertà, la straordinaria avventura politica e umana di uno dei padri della nostra democrazia: Alcide De Gasperi, il Presidente degli italiani: Sandro Pertini, la storia della scuola italiana, raccontata da un professore d’eccezione.
Non solo, ma anche La Grande Storia inchieste: gli italiani emigranti in tutto il mondo, la storia della mafia e i padrini italoamericani, la tragica esistenza del figlio segreto del duce, il controverso carteggio Churchill-Mussolini, la verità sugli attentati a Mussolini e sulla sua morte, il tesoro di Dongo, i comunisti italiani prigionieri di Stalin, il drammatico naufragio dell’Andrea Doria, la vera storia della nascita delle Brigate Rosse.
E, ancora: La Grande Storia dei papi del Novecento: “Eugenio Pacelli, il principe di Dio”, “Angelo Roncalli, il papa buono”, “Giovan Battista Montini, il papa dimenticato”, “Albino Luciani, il papa del sorriso”, “Karol Wojtyla, il Grande”, “Joseph Ratzinger, il papa teologo”.
Non solo, ma anche: La Grande Storia della fede: “Lourdes, i miracoli e la storia”, “Padre Pio, la storia di un frate”, “Madre Teresa, la piccola di Dio”, “Per grazia ricevuta, la devozione popolare”, “La Croce e la Svastica, quando i cristiani si opposero al potere del Reich”, “La Chiesa altrove”, quando la fede diventa testimonianza, sacrificio, fino alla morte. E, infine: “Gesù di Nazareth”, l’appassionante viaggio alla scoperta dei segni e dei documenti dell’uomo nato oltre 2000 anni fa in un villaggio della Palestina.
E poi, La Grande Storia Tricolore, sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica, a ricordare le fondamenta dell’Italia contemporanea. “4 novembre, la vittoria”. “8 settembre, l’armistizio e la patria divisa”. “25 aprile, la liberazione”. “Il ritorno di Trieste all’Italia”.
Ma La Grande Storia ha raccontato anche gli anni leggeri. La voglia di vivere. I giorni di festa. L’Italia del costume e delle mode. Delle miss e delle vacanze. Dei festival e delle canzonette. Del Natale e di Capodanno. Gli anni del boom. La passione per il ballo. I matrimoni di oggi e quelli di un tempo.
E, infine, le grandi interviste: Gianni Agnelli. I Savoia e gli Aosta. Edda Ciano Mussolini, che racconta la propria vita in una lunga appassionata esclusiva testimonianza.
Nel corso di questi anni La Grande Storia è stata premiata con il premio Regia Televisiva, il premio Flaiano, il Telegatto, il premio Sigillo Qualità nei media.
Da questa stagione “La Grande Storia” in prima serata si arricchisce della presenza di Paolo Mieli, che, nella veste di storico, accompagnerà con i suoi commenti e il suo racconto il dipanarsi della storia per immagini. Paolo Mieli diventa, così, ancor più il testimonial e il volto dei programmi storici di Rai 3. Infatti lo è già di “Correva l’anno” e “Il Novecento raccontato da Paolo Mieli”.
Sette gli appuntamenti estivi de “La Grande Storia” in onda il venerdì fino al 23 agosto. Ma il ciclo di Rai 3 prevede anche due appuntamenti speciali nell’autunno 2013, questa volta il giovedì, sempre in prima serata. Due puntate, una di carattere storico-musicale e una storico-religioso, dedicate rispettivamente a Giuseppe Verdi nel bicentenario della nascita, e alla figura della donna nella Chiesa dal titolo “Maria di Magdala”.
La Grande Storia: raccontare l’incredibile cammino di uomini e donne al centro della più strabiliante di tutte le avventure.
Rai 3 presenta LA GRANDE STORIA. Con Paolo Mieli. A cura di Mauro Longoni e Anna Maria Rotoli. Collaborazione di Nicola Bertini e Fania Petrelli. Produttore esecutivo Maria Iva Casanova.
Dichiarazioni di Paolo Mieli in conferenza stampa: "Mai nella storia della tv c'è stata una presenza così imponente di storia nei palinsesti. Il periodo più simile al nostro è il secondo dopoguerra. Oggi come allora usciamo da una stagione lunga e molto travagliata, abbiamo affaticamenti economici e civili e dobbiamo avere la forza di lasciarci alle spalle il passato, sperando in una stagione nuova e luminosa come quella che, appunto, seguì il secondo dopoguerra. Il nostro intento è di non usare la storia per fare polemiche sottili e trasversali nei confronti della politica di oggi. Insomma, non usiamo la storia per mandare messaggi subliminali a nessuno, perché la mancanza di rigore e scientificità prima o poi si paga e vorremmo un giorno rivedere le puntate senza vergognarci. Mi piacerebbe intervistare Papa Francesco. Da storico, non gli farei dire parole di pace e bontà, che pure sono importanti, ma con lui parlerei della sua giovinezza, dell'Argentina e dell'America Latina".
Dichiarazione del dg Rai Luigi Gubitosi: "Stiamo cercando di fare un po' meno vacanze e ci stiamo avvicinando sempre di più allo standard che vorremmo per la programmazione estiva. In questa edizione de La Grande Storia ci saranno puntate molto importanti, per la prima volta anche una sulla musica che è una parte importante della nostra storia, e l'Italia ha una grande tradizione musicale. Con Rai 3, Radio 3 e Rai 5 abbiamo difeso questa tradizione ma dobbiamo strutturare la presenza in maniera più organica. Ci sarà più musica, non solo classica ma colta in genere, e valorizzeremo anche l'orchestra sinfonica della Rai".
GLI APPUNTAMENTI Venerdi 12 luglio 2013 - ore 21.05 “Il Papa buono” di Luigi Bizzarri consulenza storica di Alberto Melloni Cinquant’anni fa moriva Giovanni XXIII, il Papa buono, più semplicemente, per tutti Papa Giovanni. Papa Francesco, dopo 50 anni, sembra riprendere il suo testimone. Quella semplicità, quella colloquialità, quella umiltà, quella che Papa Roncalli chiamava “Sapientia cordis”: la sapienza del cuore. Questa sera La Grande Storia, con la partecipazione di Paolo Mieli, ripropone il film documento dedicato proprio a Papa Giovanni. Angelo Giuseppe Roncalli era stato eletto il 28 ottobre del 1958. E’ stato papa soltanto per 4 anni, 7 mesi e 6 giorni. Doveva essere un anziano “papa di transizione”. In realtà ha operato la transizione della Chiesa nell’avvenire, ha lasciato un ricordo indelebile ed ha scavato un solco insormontabile tra un ‘prima’ e un ‘dopo’ nella storia della Chiesa del nostro tempo. Il film-documento “Il papa buono” ripercorre tutte le tappe della lunga storia di Angelo Giuseppe Roncalli, figlio di contadini bergamaschi, per capire chi fu veramente il 262⁰ successore di Pietro, per capire cosa ci sia, in realtà, dietro quell’etichetta di ‘papa buono’: un’etichetta che rischia di essere riduttiva e fuorviante, rischia di evidenziare solo la melassa dei sentimenti, le immagini rassicuranti e non gli spigoli, i tagli, le incisioni profonde da lui operate nel corpo della Chiesa. Non si capisce in realtà Giovanni XXIII se non si considera che in lui ci fu bontà, non sprovvedutezza, semplicità non semplicismo, disponibilità non credulità, coraggio non temerarietà, speranza non illusione. Ai prelati della curia aveva detto: “La chiesa non è un museo da custodire, ma un giardino da coltivare”. Ai diplomatici della Santa Sede aveva suggerito: “Scuotete la polvere imperiale accumulata sul trono di Pietro da Costantino in poi”. Ai custodi della fede aveva ricordato: “la Chiesa deve usare la medicina della misericordia, non la severità della condanna”. Fu un antesignano dell’ecumenismo; diceva ai cristiani di tutte le fedi, d’Oriente e d’Occidente: “Cerchiamo sempre ciò che ci unisce, non ciò che ci divide”. Fu difensore del popolo ebraico perseguitato e si adoperò per mettere in salvo gli ebrei in fuga che transitavano dalla Turchia diretti in Palestina; a loro scrisse: “Sento costantemente le vostre voci”. Primo fra i Pontefici di Roma iniziò la politica del disgelo nei confronti del nemico di sempre: l’Unione Sovietica; disse “E’ giunto il momento di distinguere l’errore dall’errante”. Stupì e rinnovò la Chiesa intera con l’indizione del Concilio Vaticano II: 2778 i partecipanti: 7 patriarchi, 80 cardinali, 1619 arcivescovi e vescovi, 975 Superiori Generali, 400 teologi. Memorabile il suo discorso d’apertura “Gaudet Mater Ecclesia” in cui preannuncia l’avvento di una nuova Chiesa, che sappia parlare al mondo moderno, che non pronunci condanne ed anatemi, che s’incontri con i fratelli separati. E poi la visita ai piccoli malati del “Bambin Gesù”, la visita ai carcerati di Regina Coeli, le sue visite nelle parrocchie dei quartieri più desolati e poveri di Roma, il viaggio ad Assisi e a Loreto. Infine la malattia lunga, lenta, dolorosa e poi la fine, il giorno dopo la domenica di Pentecoste: il 3 giugno 1963. Straordinarie ed esclusive le testimonianze dell’assistente di camera Gusso, del segretario mons. Capovilla, dell’esponente della comunità ebraica Saban, dell’operatore televisivo Lazzaretti che documentò quei gesti e quelle parole ancora scritte nel cuore di tanti.
Venerdi 19 luglio 2013 - ore 21.05 “Fascismo: la caduta e le rovine” di Fabio Toncelli e Ilaria Degano Introdotto e commentato da Paolo Mieli, il film-documento racconta due delle vicende più drammatiche della nostra storia. Quella notte del 25 luglio ’43 e quei giorni, settimane e mesi che seguirono la fine della guerra e il lento ritorno ad una agognata normalità. Mussolini, 25 luglio 1943: la caduta, di Fabio Toncelli, racconta il crollo del fascismo e di Benito Mussolini in piena Seconda Guerra Mondiale. E’ uno di quei momenti che segna un prima e un dopo. Finora ci hanno raccontato che un Mussolini inconsapevole fu inaspettatamente messo in minoranza durante una seduta del Gran Consiglio del Fascismo e quindi destituito ed arrestato. Il film-documento Mussolini, 25 luglio 1943: la caduta prova a svelare cosa accadde dietro le quinte in quei giorni, mostrando immagini d’archivio a colori, prove, intercettazioni telefoniche e testimonianze inedite sulla incredibile serie di complicità insospettabili e trame segrete che portarono alla fine del fascismo. Per la prima volta ascolteremo l’amico e confessore di Dino Grandi, l’autore dell’ordine del giorno che mise in minoranza il Duce, e uno dei partecipanti ad un complotto per uccidere Hitler e Mussolini pochi giorni prima della caduta. Chi li fermò e perché? Soprattutto vedremo, in prima mondiale, un documento che finora nessuno aveva mai trovato e che è intitolato: “Verbale della seduta del Gran Consiglio del Fascismo del 25 luglio 1943”. “La guerra è finita: le rovine”, di Ilaria Degano è il racconto dell’Italia alla fine della Seconda Guerra Mondiale. E’ il racconto di quella primavera del 1945, quando il nostro Paese si risveglia da un terribile incubo e conta le sue ferite. Cinque lunghi anni di bombardamenti. Centinaia di migliaia di morti, di mutilati, di sfollati. Milioni di case abbattute. Migliaia di ponti, di strade, di ferrovie distrutti. Vedremo le immagini di quegli Italiani che hanno sofferto la fame, le malattie, gli stenti; che hanno visto le loro città attraversate e devastate dagli eserciti di tutto il mondo. Bambini che corrono incontro agli Alleati per un piatto di minestra. “Sciuscià” disposti a fare qualsiasi cosa, pur di mangiare. “Segnorine” che si prostituiscono agli Americani per mantenere le loro famiglie. Vedremo gli Alleati risalire la Penisola e poi entrare, da trionfatori, in quelle città del Nord già liberate dai Partigiani. Vedremo i reduci che tornano dopo anni di prigionia in un Paese che non riconoscono e che non li ricorda. La ricostruzione sembrava un’impresa disperata! Eppure quell’Italia rinasce, ricostruisce, riparte. E’ la rinascita di un popolo che vuole uscire e uscirà dalla dittatura e dalla guerra. Le macerie verranno spazzate via, le case verranno ricostruite, le strade riaperte. Si ricomincerà a lavorare, a vivere. Ma gli odi, i rancori, le vendette di quella stagione folle e incredibile, peseranno ancora e per molti decenni, sulla storia dell’Italia Repubblicana.
Venerdi 26 luglio 2013 - ore 21.05 “Hitler e Mussolini” di Jean-Cristophe Rosé e Nicola Bertini e Paolo Mattera consulenza storica di Pierre Milza Durante la prima metà del XX secolo due dittatori, Hitler e Mussolini, provocano il più grande disastro nella storia del genere umano: la seconda guerra mondiale. Nulla sarebbe stato possibile senza la loro complicità. Introdotto e commentato da Paolo Mieli, il film-documento Hitler e Mussolini racconta la loro storia pubblica e privata, dalla salita sulla scena pubblica, al consolidamento al potere, alla caduta, alla loro morte. Avvenuta a pochi giorni uno dall’altro. Particolare attenzione viene prestata ai loro numerosi incontri. Con un’analisi attenta al cambiamento dei loro ruoli: dall’iniziale diffidenza e dalla subalternità fisica e psicologica di Hitler verso Mussolini, fino al completo ribaltamento del rapporto di forza tra i due dittatori, con un Mussolini quasi asservito al dittatore nazista. Le loro capacità di affascinare le masse, il loro carisma per certi versi diabolico, la gestualità, la comunicazione non verbale, sono tutti aspetti che verranno analizzati in modo originale da una studiosa di psicologia della comunicazione, Isabella Poggi dell’Università di Roma Tre. Tutto questo raccontato attraverso straordinarie immagini a colori, originali dove possibile oppure ricolorate attraverso moderne tecniche digitali, soprattutto per quanto riguarda la storia del fascismo. Il loro rapporto è un’avventura di per sé, ma è anche l’occasione per raccontare la storia di due decenni cruciali, di due ideologie perverse, di una guerra combattuta con armi moderne e distruttive come mai fino a quel momento, la prima guerra veramente mondiale.
Venerdi 2 agosto 2013 - ore 21.05 “Hitler illusione e inganno” di Ilaria Degano consulenza storica Gustavo Corni Introdotto e commentato da Paolo Mieli, “Hitler, illusione e inganno” è il nuovo film –documento de La Grande Storia. Si tratta del racconto di come un uomo solo, sia riuscito a ingannare un intero popolo. Di come i tedeschi, praticamente tutti, abbiano creduto o voluto credere nella folle illusione di essere la razza eletta, di poter conquistare l’Europa e un giorno, forse, il mondo. E’ il racconto di un tragico bluff. Tutto ha inizio là dove ha avuto fine, a Berlino, nell’estate del 1945, pochi mesi dopo la fine della guerra. Immagini a colori, spettacolari e drammatiche. Molte delle quali inedite. Le incredibili immagini di una città spettrale, distrutta, annientata. Dalle macerie di quella Berlino si partirà per raccontare di un inganno. Un inganno usato per conquistare i cuori e le menti di donne e ragazzi. Si racconterà delle donne del Führer. Delle ricche benefattrici che ne favorirono l’ascesa politica. E, naturalmente, delle tante amanti. Maria Reiter, Geli Raubal, Unity Mitford, Renate Müller…donne bellissime, giovani. Ammaliate e stregate dal suo fascino ambiguo, così soggiogate da tentare tutte il suicidio. Molte moriranno. E poi la più celebre di quelle donne: Eva Braun. L’unica che riuscirà a farsi sposare da Hitler. La donna che morirà con lui e per lui. E poi i ragazzi del Führer. Giovani inquadrati in un’organizzazione perfetta la “HitlerJugend”; addestrati all’odio razziale e preparati, inconsapevolmente, a morire per il Führer. Si racconterà anche della Lega delle ragazze tedesche, la Bund Deutcher Mädel, la più grande organizzazione femminile al mondo. Si parlerà poi di quei bambini concepiti per assicurare al Führer e al Terzo Reich una razza perfetta. Geneticamente sana. Il cosiddetto progetto “Lebensborn”, “sorgente della vita”, ideato e realizzato da Himmler nel 1935. E, ancora, di quei bambini che nella Germania nazista non avevano il diritto di vivere e che verranno eliminati scientificamente come un fastidioso problema: il famigerato progetto Aktion T4. Ma nella Germania nazista ci furono anche giovani che tentarono di opporsi al regime e che pagarono con la vita il loro desiderio di libertà. Ecco allora una vicenda poco conosciuta, eppure incredibile e stupefacente: la storia degli “Edelweiss Piraten”, i pirati della stella alpina. “Hitler, illusione e inganno” è il racconto di tutto questo.
Venerdì 9 agosto 2013 - ore 21.05 “Eugenio Pacelli, il principe di Dio” di Luigi Bizzarri consulenza storica di Alberto Melloni Introdotto e commentato da Paolo Mieli, “Pio XII, Il Principe di Dio” è un film-documento che ripercorre la tormentata e discussa vicenda terrena dell’aristocratico romano Eugenio Pacelli, salito al soglio di Pietro sei mesi prima dello scoppio della seconda guerra mondiale. Una storia che si avvale di documenti filmati inediti, ricercati e ritrovati negli Stati Uniti, in Argentina, in Ungheria, in Croazia, in Slovacchia e soprattutto in Germania, nella Germania di Weimar prima e del Terzo Reich dopo. Eugenio Pacelli, Pio XII: mai nell’età contemporanea un pontefice è stato così discusso, indagato, criticato; mai un pontefice ha attraversato così tante e drammatiche vicende storiche; mai un pontefice ha così diviso il mondo: molti lo vogliono beato e lo chiamano “Pastor Angelicus”, molti altri lo vogliono condannato e sprezzantemente lo chiamano “il papa del silenzio”. Eppure quando fu consacrato sacerdote, nel 1899, l’Osservatore Romano scrisse: “E’ un giovane di cui è facile prevedere una carriera ammirabile al servizio di Dio e della Chiesa”. Non aveva la disarmante mitezza di papa Giovanni, non la sofferta modernità di Paolo VI, non il fuggevole sorriso di Albino Luciani, non la rocciosa fede del papa polacco. Pio XII è stato l’ultimo “Principe di Dio”. Alto, elegante, magrissimo, diafano, ieratico, statuario. Gli occhi al cielo, le braccia larghe, i gesti studiati. Si sentiva costantemente assiso su un invisibile palcoscenico. Era coltissimo, poliglotta, aristocratico. Aveva carisma, personalità, autorità. E’ stato il primo papa degli immensi raduni, il primo papa della radio, del cinema, dei cinegiornali, dei rotocalchi. E’ stato il primo papa della televisione. Ma, soprattutto, è stato il papa della Storia, il papa nella Storia: un tempo che ha visto la caduta dello Stato Pontificio, la disfatta di Caporetto, la massoneria messicana, la rivoluzione bolscevica, il Duce del Fascismo, l’apoteosi del Reich, i morti di Spagna, gli spietati Ustascia, il nemico comunista, il Patto Atlantico, la guerra di Corea… E su tutto, poi, sempre, quasi una maledizione: la maledizione del silenzio. Silenzio sulla persecuzione, silenzio sulla deportazione, silenzio sull’annientamento di milioni di ebrei. Il Vicario di Cristo in terra sapeva e tacque? Vide e non disse? Veramente fu un altro Pilato? Domande terribili, ferite aperte. Alla elezione aveva detto: “Accetto come una croce”. Una impressionante, profetica premonizione. Il quarto successore di Pio XII ha chiesto perdono per quel silenzio. Gli archivi segreti Vaticani stanno aprendo quelle porte, fino a ieri ancora chiuse. Documenti nuovi e discussi vanno a comporre il mosaico di un tragico affresco per troppo tempo incompiuto.
Venerdì 16 agosto 2013 - ore 21.05 “Paolo VI. Il Papa Dimenticato” di Luigi Bizzarri collaborazione Paola Lasi consulenza storica Alberto Melloni Introdotto e commentato da Paolo Mieli, il film-documento “Il Papa Dimenticato”, si propone di raccontare la vicenda umana e religiosa di papa Montini e di raccontarne anche il contesto storico, sociale, di costume che a quella vicenda ha fatto da sfondo, ricollocando il Papa bresciano in prima fila nella storia della Chiesa del Novecento. Giovan Battista Montini, 262esimo successore di Pietro, è stato prima criticato, contestato e poi, semplicemente, dimenticato, archiviato come “il Papa del dubbio”, “Amleto”, “Paolo Mesto”, quasi un vaso di coccio tra vasi di ferro, un Carneade a San Pietro. Paolo VI è stato il primo Papa del Novecento a varcare i confini italiani, a tornare dopo 2000 anni in Terra Santa, a viaggiare in Africa, America, Oceania e Australia, Asia, fin quasi alle porte della Cina; è stato il primo papa a parlare alle Nazioni Unite, perfino il primo Papa vittima di un attentato, in diretta TV, di fronte a milioni di telespettatori. Non solo: Paolo VI ha dovuto “gestire” l’utopia di Papa Giovanni, ha dovuto “traghettare nel mondo” la Chiesa uscita dal Concilio, ha dovuto guardare in faccia la “sporca” guerra del Vietnam. Ha dovuto assistere, impotente e dolente, al dramma del rapimento e dell’assassinio dell’amico Aldo Moro, una morte tragica alla quale lui stesso non sopravviverà.
Venerdì 23 agosto 2013 - ore 21.05 “Liberate il Duce!” di Fabio Toncelli consulenza storica di Marco Patricelli e Pasquale Chessa La vera storia dell’”Operazione Quercia” è il film-documento di Fabio Toncelli che racconta l’incredibile intreccio nascosto dietro l’azione delle forze speciali più famosa della storia: la liberazione di Benito Mussolini dalla sua prigione di Campo Imperatore, nel settembre del 1943. A quasi settant’anni di distanza nuovi documenti e testimonianze ci mettono di fronte a domande inquietanti: quali erano i veri ordini impartiti agli uomini che dovevano custodire il duce? Perché nessuno sparò un colpo? Perché la propaganda nazista diffuse una versione del blitz in buona parte falsa? Perché il vero comandante dell’operazione fu successivamente trasferito sul fronte russo senza spiegazioni? Perché Badoglio, che si era impegnato a consegnare Mussolini agli Anglo-Americani, non lo fece? E, soprattutto, chi prese le decisioni fatali sulla prigionia di Mussolini, poteva immaginare che l’ex-duce avrebbe dato vita alla Repubblica di Salò e che il nostro Paese sarebbe stato dilaniato dalla Guerra Civile? La sorprendente risposta a queste inquietanti domande è il frutto di una narrazione appassionante che si snoda fra immagini di repertorio anche a colori, documenti, intercettazioni telefoniche dell’epoca, lettere autografe di Mussolini, memoriali originali e testimonianze in gran parte inediti. Il risultato di un lavoro accuratissimo di ricerca negli archivi italiani, tedeschi, americani, sia pubblici che privati. Per la prima volta è stato rintracciato uno dei giovani poliziotti di guardia al Gran Sasso, uno straordinario testimone che racconterà cosa vide e sentì in quei giorni e qual era la vera natura degli ordini che gli erano stati dati. Le sue foto inedite sveleranno cosa accadde prima e dopo l’arrivo dei paracadutisti tedeschi. E’ stato ritrovato per la prima volta anche il primo militare tedesco che arrivò davanti all’albergo di Campo Imperatore e vide l’ex-Duce affacciato alla finestra. Inoltre, in prima assoluta, ampi brani dell’unica intervista televisiva concessa dal vero liberatore di Mussolini: Harald Mors. I “ritagli” dei cinegiornali dell’epoca, ritrovati in Germania, ci mostrano nuove imperdibili sequenze sugli avvenimenti di quel giorno, e una lunga serie fotografica scattata da diverse persone documenta ogni momento dell’azione. In un archivio tedesco è stato infine ritrovata una preziosissima registrazione audio che permetterà di ascoltare il racconto degli eventi che vanno dal 25 luglio ’43 al giorno del blitz tedesco a Campo Imperatore, narrati per la prima volta dalla voce del suo protagonista: la voce di Benito Mussolini.
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Giovedì 10 ottobre 2013 - ore 21.05 “Verdi!” di Maite Carpio Consulente Michele Dall’Ongaro Nel bicentenario della nascita, La Grande Storia presenta uno speciale su Giuseppe Verdi: la vita, le opere, i teatri, la fama, la storia, il Risorgimento, con la partecipazione, tra gli altri, di Riccardo Muti, Antonio Pappano, Placido Domingo.
Giovedì 19 dicembre 2013 - ore 21.05 “Maria di Magdala” di Maite Carpio consulenza Padre Federico Lombardi La donna nella storia della Chiesa: una questione particolarmente attuale anche nell’ottica dell’avvento di papa Francesco e del sensibile rinnovamento che sembra ispirare il suo pontificato. Interverranno religione, teologhe, semplici credenti, missionarie, contemplative per ripercorrere il cammino della donna nella Chiesa e soprattutto per ipotizzare uno scenario prossimo venturo che veda un coinvolgimento più determinante, incisivo e marcato di quella che il cardinale Suenens chiamava, durante il Concilio, “L’altra metà del mondo”.

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