Ivano Asaro
Sono passati parecchi mesi da quando, per l'ultima volta, la mia tastiera si era impegnata nel tradurre in lettere i miei pensieri. Mesi lunghi, complessi, affascinanti. Mesi dove prima che altre considerazioni pratiche e politiche, a primeggiare è stata la mia curiosità nel vedere lo spettro delle reazioni umane ad eventi, per così dire, non preannunciati. I mesi passano, e poiché molti, moltissimi, sono stati dalla mia parte in talune scelte da me compiute, senza dubbio molti di più di chi mi sono ritrovato contro, torno a scrivere. Scrivo, come ho sempre fatto, per esigenza personale; scrivo per quell'istinto che non mi è dovuto ma mi è donato; scrivo perché lo ritengo giusto. In questi mesi sono rimasto silente, quasi completamente, perché ritengo doveroso l'onore della vittoria ancora prima della sconfitta. Ad un certo punto però, dopo la fase dell'educazione e della discrezione, dopo la fase dell'elaborazione e della piena, ritorna quello dell'impegno. Il non doversi vergognare del proprio percorso, delle proprie scelte, dell'istinto, può essere solo velato ma non cancellato. Torno a parlare, per quanti avranno voglia di leggermi e giudicarmi. Torno a parlare perché la democrazia è sovrana, non tiranna. Torno, perché è giusto così, almeno per me.
Ivano Asaro
Ivano Asaro
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