La torre è da una parte simbolo di ascesa, un edificio sacro elevato verso il cielo, alla cui origine vi
era senza dubbio il desiderio di avvicinarsi alla potenza divina e di canalizzarla verso la terra. Condivide
il simbolismo della scala come desiderio di innalzarsi a un nuovo livello ontologico e quello
della colonna, nel rappresentare la colonna vertebrale o asse del mondo, come elemento di supporto
che collega i diversi livelli garantendone la solidità.
La parola Ziqqurat, ad esempio, che designa le torreggianti strutture mesopotamiche, deriva dal
verbo babilonese zaqaru, che significa ' essere alto - elevato '. Infatti queste costruzioni non avevano
la funzione di dare l'assalto al cielo, ma appunto quella di elevare le menti·ed i cuori alla contemplazione del soprannaturale, dando allo stesso tempo la possibilità agli dèi di avere una scala per scendere sulla terra.
Infatti l'intero universo era visto come un'entità animata da una unica vita, le si riconosceva un'armonia
dei mondi superiori e inferiori: 'il sopra scende' 'il sotto s'innalza'.
Ed il simbolo spaziale che lo rappresenta è la torre del tempio sumerico a gradoni dove i gradoni corrispondono ai diversi livelli di manifestazione della coscienza umana.
Nella tradizione occidentale, ispirata alle costruzioni medioevali ricche di torri campanarie, la torre
non è solo simbolo di ascesa, ma anche di vigilanza. Esse nel medioevo potevano servire a scorgere
eventuali nemici, ma non avevano perduto il senso antico della elevazione; il rapporto tra cielo e terra che essa rappresenta per mezzo degli scalini era presente, ogni gradino della scala, così come ogni piano della torre segnava una tappa nell'ascesa. Il suo simbolismo nasce infatti da un mito ascensionale che raccoglie l'energia generatrice del sole e la comunica alla terra.
C'è anche un significato intermedio nella simbologia della torre che si ritrova, ad esempio, nelle
ftabe in cui la principessa è chiusa in una torre; in questo caso essa assume il significato di luogo recintato
con caratteristiche ambivalenti di protezione e di prigione.
Tornando alle torri babilonesi, nell'antropologia biblica la Torre di Babele è divenuta al negativo
simbolo dell'eccesso dell'orgoglio umano che porta l'individuo a tentare di superare il divino, e
nell'epilogo della sua storia possiamo ritrovare questo dualismo.
La Torre di Babele, come altre torri della Mesopotamia, era di struttura cilindrica, costruita con
mattoni cotti e bitume, a più piani e coronata da un tempio affinché la sua vena fosse simile al cielo,
dimora degli dèi.
All'origine anche questa torre aveva sicuramente lo scopo di ristabilire con un artificio l'asse primordiale e di elevarsi suo tramite al divino, ma si è poi trasformata nel mito biblico: è divenuta il tentativo
umano di innalzarsi con presunzione al livello di Dio.
Dice la Bibbia che fino a quel momento, gli uomini parlavano un 'unica lingua e che per punire
la loro superbia il Signore confuse il loro linguaggio e li disperse sulla faccia della terra, affinché non si
intendessero più gli uni con gli altri. Questa mutata situazione li obbligò ad aprire le finestre al
mondo e ad uscire dal loro ambiente nel quale avevano vissuto fino ad allora agglutinati nella loro unicità.
In tal senso possiamo leggere nel simbolo di questo mitica costruzione due significati ambivalenti:
da una parte essa rappresenta una struttura di falsi valori, o di valori troppo elevati, quegli atteggiamenti che il nostro Io costruisce come difese dal mondo esterno, dalla vita in genere, o come copertura di quelle pulsioni che riteniamo inaccettabili e che sono contenute in quella zona posta dentro di noi che Jung definì "l'ombra", dall'altra esprime, nel momento in cui si interrompe la sua ultimazione, l'apertura verso l'esterno e l'evoluzione che ne consegue.
A livello di personalità i due significati opposti della torre sono presenti denrro di noi: da una parte
c'è il bisogno e il desiderio di integrarsi al mondo di kairos (l'universo), dall' altra la paura di uscire
da quelle strutture interne che ci sono utili fino a che non si trasformano in corazze, in schemi mentali troppo rigidi, inflessibili. Queste strutture sono paragonabili alla nostra colonna vertebrale che ci sostiene eretti, ma che quando diventa rigida torre, provoca esplosioni interne che hanno lo scopo di liberarci da situazioni divenute stagnanti; queste fasi rappresentano momenti duri, ma segnalano anche nuovi inizi offrendoci ulteriori opportunità di cambiamento.
La Torre di Babele rappresenta anche l'attaccamento eccessivo a ciò che è materiale, è il monumento alla mancanza di visione ecologica, olistica che rende l'essere umano separato dal resto dell'umanità e dalla natura.
La caduta della 'Torre di Babele ci indica pertanto la caduta di vecchie forme di essere e di comunicare, allo scopo di riscattare e di recuperare le parti di ognuno di noi che sono rimaste prigioniere all'interno di quella struttura rigida di cui abbiamo parlato e che non ci permette di crescere ed
espanderci nel rispetto della propria natura. E cade dentro di noi simbolicamente ogni volta che
qualche cosa dentro la nostra interiorità è giunta al punto di ebollizione e ha bisogno di espandersi.
che la possibilità dell'illuminazione come presa di coscienza è presente nella mente umana, sia sul piano individuale che collettivo. Le 'esplosioni' che nella nostra personalità si manifestano a livello corpo con sintomi funzionali, a livello mente con paure eccessive, idee fisse, insonnia e a livello ambiente
con comportamenti sociali inadeguati, possono manifestarsi in situazioni che ci scuotono fortemente,
come la perdita di progettualità, dispiaceri affettivi, problemi sociali, o qualsiasi altra situazione limite.
In questi casi la via della trasformazione è aperta solo quando avviene l'incontro con qualche altra dimensione del nostro Io profondo che è fonte viva e creativa di risposte alle vecchie e nuove esperienze.
Estratto dall'articolo di Liliana Luccini "Il simbolo: la simbologia della torre"