Torrione: vendiamo, non vendiamo. Intanto cadono mattoni.

Creato il 04 maggio 2013 da Laperonza

In realtà l’impressione netta e precisa è che il Comune, nella fattispecie il vicesindaco Berdini, non abbia le idee molto chiare sul da farsi circa la questione del Torrione. Prima si parla della volontà di vendere, poi si rettifica e si afferma che sì, si potrebbe vendere, ma è più importante “valorizzare l’area attraverso alcune iniziative di carattere storico-culturale”. Resta il fatto che non è affatto certo che l’antico mulino stia lì buono buono ad attendere le decisioni dell’Amministrazione Comunale proprietaria del bene. L’edificio si sta lentamente ma inesorabilmente sbriciolando e non cade solo perché le mura sono troppo spesse per disintegrarsi.

Il concetto di valorizzazione dell’area è apprezzabile e merita l’appoggio dell’Archeoclub ma risulta difficile immaginare iniziative organizzate nell’area senza che la stessa venga messa in sicurezza. È proprio questo che chiedevamo quando, lo scorso 22 gennaio, quindi quasi cinque mesi fa, chiedemmo al Comune e, per conoscenza, alla Soprintendenza di Ancona, di intervenire con urgenza per scongiurare crolli ed ulteriori danneggiamenti. Riporto, per dovere di cronaca, il testo della lettera:

   Con la presente siamo a segnalare il preoccupante stato di degrado in cui versa il mulino fortificato sul Chienti, detto “torrione”, di cui, a quanto sappiamo, è proprietario il Comune di Montegranaro.

   L’antico edificio, uno dei più antichi all’interno del nostro territorio comunale, databile prima dell’anno 1000 e, quindi, di enorme valore storico, mostra evidenti crepe e, in più punti, il distacco di mattoni che testimoniano una degenerazione della struttura che va urgentemente monitorata.

   Siamo pertanto a richiedere, con la presente, che vengano prese con estrema urgenza tutte le misure atte a scongiurare ulteriori danneggiamenti della costruzione, partendo dallo studio del suo stato conservativo fino alla sua totale messa in sicurezza.

   Chiediamo, inoltre, di venire messi a conoscenza di quanto il Comune di Montegranaro intende fare per recuperare e rendere fruibile l’edificio

Parliamo di “estrema urgenza” ma sono passati mesi e l’unica cosa accaduta nel frattempo è questo interessamento tentennante probabilmente imputabile al fatto che, con la bella stagione, la gente frequenta l’area e nota il degrado del monumento. Vendere potrebbe essere una soluzione, anche una gestione privata potrebbe rivelarsi utile, ma rimane sempre improrogabile un intervento di messa in sicurezza urgentissimo, sia per tutelare le persone che girano nella zona sia per scongiurare la perdita di un altro pezzo della nostra storia.

L’intento di creare iniziative in loco per sensibilizzare e, magari, stimolare investimenti è apprezzabile, ma quando poi si parla, anche sui giornali, di progetti di ristrutturazione milionari (mentre magari basterebbe, per ora, un intervento molto più misurato) si fa fatica a pensare ad un investitore tanto coinvolto, specie di questi tempi.

Torno a chiedere, quindi, che il Comune provveda alla messa in sicurezza dello stabile con la massima sollecitudine, per poi convocare le parti interessate, dove credo sia giusto annoverare anche l’Archeoclub, per studiare insieme soluzioni tecniche, culturali ed economiche che salvaguardino il futuro del mulino del Chienti. In sostanza, meno proclami e più fatti concreti.

Luca Craia


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