Cioè, la realtà è che ci sono stata fin troppo, ma non per cucinare che è la cosa che mi piace di più.
Così sono grata alla vincitrice (toh, guarda, l'ho scelta io :) ), la bravissima Monica, che per questo mese non poteva farmi più felice scegliendo per tema la pasta fresca, oltretutto ripiena con la celebrazione del ragù fatto come Dio comanda.
La mia prima ricetta (ebbene si, la seconda è già pronta), è un esperimento e l'idea non è mia.
Questo piatto è il cavallo di battaglia di un ristorante meraviglioso che sogno da una vita di poter visitare: Da Caino a Montemerano in Maremma.
Perché questa ricetta?
Dopo un anno nero, quello appena passato, per l'agricoltura ed in particolare per l'olivicoltura, tra penuria di extravergine, mosca, xylella e scandali a dare il colpo finale, ho pensato di dare il benvenuto al nuovo extravergine con un piatto tutto dedicato a lui.
Il nuovo extravergine annuncia di essere straordinario un po' ovunque nelle nostre regioni, grazie ad una primavera gentile ed un estate calda. L'autunno ha concluso al meglio un ciclo produttivo praticamente perfetto ed i primi risultati si possono già gustare con meritata soddisfazione.
Per svariate ragioni, ho la fortuna di poter assaggiare i migliori extravergine da nord a sud della penisola ed in casa mia questo prodotto è praticamente il Re della cucina.
Mi sento un po' paladina della difesa e consumo dell'extravergine così spero che tutti voi comincerete a farvi delle domande, privilegiando i piccoli produttori schiacciati dalle multinazionali, le Dop ed Igp dei vostri territori e la prima di tutto, la qualità.
La vostra salute ed i vostri piatti ringrazieranno.
Mettere dell'olio dentro un raviolo è un'impresa piuttosto complicata, ma si può fare.
Senza utilizzare gelatina o agar agar (che rovinerebbe l'olio dovendolo scaldare per incorporarvi l'alga addensante). Si usa semplicemente della maizena.
E poi ci vuole come sempre, tempo, pazienza e fiducia.
Mi scuso qui con il ristorante Da Caino per aver tentato di riprodurre un capolavoro inarrivabile, ma mi posso considerare soddisfatta per il risultato, che mi ha stupito ed emozionato.
In Toscana il sugo è il ragù.
Non c'è possibilità di sbagliarsi quando lo si tira in ballo.
Nel sugo c'è la ciccia.
Però si sa bene che la necessità aguzza l'ingegno ed ovunque in Italia abbiamo ricette in cui l'ingrediente principale "è fuggito" per chissà quali lidi.
Nel nostro caso, se "senza lalleri 'un si lallera", senza ciccia il sugo si fa uguale, ma finto!
Non ho conoscenza di ricette simili in altre regioni. Spero saprete raccontarmele voi.
Per il sugo finto
Ingredienti per 4 persone:
1 carota grande
1 cipolla grande
1 gambo di sedano
1 ciuffo di prezzemolo
1 rametto di rosmarino
500 ml di passata di pomodoro (nel mio caso fatta in casa)
20 ml di vino rosso non troppo corposo
Olio extravergine (nel mio caso Toscana Igp ma potete usare il vostro preferito, magari non di nuova spremitura)
Sale
Fate un battuto con gli odori e le erbe aromatiche avendo cura di non sminuzzarle troppo finemente.
Prendete una casseruola a fondo spesso e coprite il fondo con olio extravergine senza risicare.
Versatevi il battuto e fate passire dolcemente a fiamma bassa, mescolando di tanto in tanto per almeno 20 minuti.
Aggiungete via via dei mestolini di acqua per evitare che gli odori brucino.
Salate.
Quando le verdure saranno cotte e la cipolla trasparente, alzate la fiamma e versatevi il vino facendo sfumare.
Aggiungete la passata di pomodoro ed abbassate la fiamma.
Fate cuocere a fuoco bassissimo per almeno 45 minuti, mescolando periodicamente.
La salsa dovrà tirare ed addensarsi bene.
Una volta pronto, tenete da parte in caldo.
Ingredienti per 4 persone
150 g di farina 00
150 g di semola rimacinata Senatore Cappelli
3 uova a pasta gialla
un cucchiaio di extravergine
1 pizzico di sale
Miscelate le farine e fate una fontana.
Con una forchetta sbattete le uova al centro quindi piano piano incorporate la farina fino a che non otterrete una pastella soda.
A questo punto cominciate ad impastare con le mani con energia, avvolgendo la pasta su se stessa e spingendola in avanti con gli avanpolsi (si chiamano così?).
Ricordate sempre che impastare non significa stressare la pasta e sfibrarla.
Deve essere un massaggio che rende la pasta morbida e liscia.
Lavoratela con energia per almeno 20 minuti.
Al termine copritela con una pellicola e fatela riposare da 30 minuti in su.
Per il ripieno:
Ingredienti per 4 persone
2 dl di olio extravergine nuova spremitura Gentile di Larino "Olio di Flora"
40 g di maizena
80 g di acqua
1 cucchiaino di colatura di alici di Cetara
20 bei capperi di Pantelleria sotto sale
1 fettina di aglio
1 filetto di alice (o acciuga) sotto sole
Sciacquate bene i capperi quindi lasciateli a mollo in acqua fredda per una decina di minuti.
Versate l'acqua in una casseruola e scioglietevi la maizena facendola cadere da un setaccio e mescolando senza interrompere. Portate a ebollizione la pastella.
Se necessario, aggiungete altra acqua se la pastella dovesse indurirsi e mescolate.
Lasciate raffreddare.
In un bicchiere da mixer a immersione versate l'olio ed aggiungete i capperi ben strizzati, l'aglio, l'alice e la colatura.
Aggiungete la pastella e frullate per 3/4 minuti fino ad ottenere un composto liscio e omogeneo.
Versate il composto in un contenitore che lo contenga formando uno strato di c.ca 1cm1/2.
Chiudete ermeticamente e mettete in congelatore per minimo 3 ore (o tutta la notte).
Io l'ho tirata con il matterello quindi non sono riuscita a tirarla più sottile di un millimetro.
Chiudete i cerchi a mezzaluna sigillando bene con la punta delle dita.
Fate questa operazione molto velocemente perché il ripieno si scioglie con un battito di ciglia.
Piegate il bordo verso il ripieno e tenendo un'estremità tra pollice ed indice della mano sinistra, girate il ripieno intorno al dito indice e chiudete le due estremità sigillando il tortello.
Via via che sono pronti i tortelli, metteteli di nuovo in congelatore per altri 20 minuti.
Portate ad ebollizione abbondante acqua salata.
Versate i tortelli e fate cuocere per c.ca 2/3 minuti.
Scolateli bene.
Coprite il fondo di una fondina con il sugo finto ben caldo e sistematevi i tortelli con delicatezza.
Rifinite con un filo d'extravergine e servite immediatamente.
Tagliando il tortello, il ripieno fuoriesce completamente quindi i tortelli vanno mangiati interi accompagnandoli dal sugo finto.
Una volta cotto, il ripieno si scioglie ed in bocca l'effetto è quello di una piccola esplosione di intensissimo sapore
Un concentrato di estate, di mare, di Mediterraneo.
Da Caino questi tortelli vengono serviti su semplice polpa di pomodoro quasi al naturale, ma questo sugo finto si sposa con grande armonia al tortello di olio.
La scelta dell'extravergine Gentile di Larino (Molise) è essenzialmente dovuta ad una sua caratteristica di base di questa cultivar: la sua dolcezza fruttata.
Volevo un olio "dolce", poco erbaceo e di piccantezza leggera per contrastare la punta di amaro rilasciata dai capperi ed il salmastro della colatura.
E questo è tutto.
Con questa ricetta partecipo all'MTC #52 dedicata ai Raieu Co-u Tuccu di Monica Di Fotocibiamo.