Tortini di sarde a beccafico

Da Manineinpasta

Partecipazione G.

Oggi facciamo un piatto di pesce che è tipicamente della sicilia. Almeno nella sua versione tradizionale…noi la rivisiteremo un po’ per alleggerirla e per farne una presentazione un pochino diversa.

Ma io la sicilia non so neanche dov’è…e come si chiama questo piatto?

Hai ragione, provvederemo…comunque il piatto si chiama sarde a beccafico. Noi ne facciamo un tortino da singola porzione. Vedi le sarde sono questi pesci che ci siamo fatti spinare ed aprire a libro.

Sarde a becca….che?

Beccafico. Ti racconto la storia di come nasce questo nome. Il beccafico è un uccellino che vive in sicilia a cui piacciono tantissimo i fichi e che in estate, quando ci ci sono i fichi maturi, ne mangia talmente tanti che diventa cicciottello. Dato che il ripieno di queste sarde è dolciastro, e che nella versione tradizionale le sarde vengono farcite singolarmente e diventano cicciottelle sono state chiamate come quell’uccellino

Ah ah ah un uccello che diventa grasso….

Dai incominciamo…devo dire che quando ho deciso di fare questo piatto, pensavo che avrei dovuto mettere un solo orsetto. Mi aspettavo insomma che G. non volesse toccare il pesce crudo o il ripieno che un po’ si appiccica alle mani…ed invece le ha fatte praticamente da sola…sarà che erano un piatto per la mamma, sarà che era in vena, ma si è guadagnata tutti e 5 gli orsetti!!

Eh si sono brava io!

E modesta….

Gli strumenti: 

  • Tritatutto o robot da cucina
  • Formine da tortini (noi usa e getta) in alluminio
  • Una padellino antiaderente

Gli ingredienti (per 3 tortini): 

  • 300 g di sarde non troppo grandi spinate ed aperte a libro
  • 15 g di pinoli
  • 20 g di uvetta
  • 50 g di pan grattato
  • 10 g di prezzemolo
  • 1 arancia
  • olio extra vergine q.b.
  • qualche granellino di lecitina di soia (facoltativo)

Innanzitutto io faccio tostare nel padellino il pan grattato che deve imbrunire, senza ovviamente bruciare. Intanto G. pulisce il prezzemolo e lo lava…facendo un po’ di pasticcio con l’acqua, ma divertendosi molto.

Mettiamo il prezzemolo (non troppo strizzato, per ridurre l’olio necessario) nel tritatutto con il pangrattato ed un goccino di olio extra vergine di oliva. Volendo si può aggiungere un pochino di pecorino, noi non lo abbiamo fatto. Si trita per pochi secondi, in modo da avere foglioline di prezzemolo piccole, ma visibili. G. aggiunge pinoli ed uvetta (precedentemente ammollata in acqua) e li mescola bene con un cucchiaio.

Ungiamo gli stampi da tortino con un filo di olio extravergine e ci facciamo attaccare un po’ di pan grattato. Aiuterà a sformarli. Mettiamo 3 sarde in ogni stampo da tortino, in modo da foderare bene il fondo. Aggiungiamo un cucchiaio abbondante di ripieno e richiudiamo il tortino con le sarde. G. mia aiuta molto anche con le sarde: ovviamente poi bisogna che la piccola si lavi bene bene le mani, per l’odore e non solo Abbiamo anche aggiunto la regola 10 per i piccoli

In forno per 10 minuti a 200 gradi ed il gioco è fatto. Intanto noi prepariamo una emulsione con il succo di arancia e l’olio in parti uguali (per volume non per peso). Due granellini di lecitina di soia aiutano a mantenere l’emulsione più stabile, ma ovviamente se ne può fare a meno, basta agitare bene appena prima dell’uso

Basta sformarli passando un coltellino e mettere un pochino di emulsione per decorare il piatto e richiamare il sapore dell’arancia, tipico nelle sarde a beccafico. Avendo arance biologiche (noi non ne troviamo più ) un po’ di scorza grattugiata nel ripieno sta tutt’altro che male.

Da bere il richiamo è per le bolle, o comunque per un bianco fresco. Magari con qualcosa che abbia sentori di agrumi.


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