Agli antipodi dell'esigenza pornografica del veder tutto, nei dettagli, chiaramente, con ginecologica esattezza, anche le forme più prestanti e definite vengono meno ai loro contorni, dilatate e deformate, fuggono verso un astratto che, nella vaghezza della mancata definizione, ne glorifica l'esistenza al di là del farsi semplice oggetto penetrante/penetrato.
Una proposta per una ecologia del corpo, contrappuntata dalla nostra perduta abilità di guardare e cercare oltre la carnale meccanica superficie.
Maneggiare con passione, con tenerezza, con cura.