Rimarrà sempre nel mio cuore questa città e ancora oggi, dopo anni, guardo indietro pensando a quella vacanza in giro per la Scozia tra amiche, zaino in spalla spostandosi in bus.
Edimburgo fu una pausa piacevole di 3 giorni e la sua atmosfera mi affascinò: l’aspetto tipicamente malinconico cozzava del tutto con l’ambiente giovane fatto di universitari e turisti.
Tutto sembrava calmo e quieto, ma nei locali la sera la vita era vivace e allegra.
Girando per i negozi dell’enorme stradone cittadino che attraversa la città in orizzontale si rimane a bocca aperta dal contrasto: da un lato i negozi moderni, i locali i ristoranti, dall’altro la collina che sale e la città vecchia che svetta dall’alto silenziosa e cupa.
Percorrendo il Royal Mile che collega un pò tutti i più importanti monumenti della città si arriva fino al castello dove un’enorme fila aspetta di entrare. Probabilmente il castello è la cosa meno attraente delle città, perchè molte parti sono chiuse quindi quello che si riesce a vedere appare molto finto. La parte più interessante sembrano essere proprio le carceri che tra metà ’700 e inizi ’800 ospitarono migliaia di prigionieri di guerra.
Riscendendo lungo il Royal Mile passerete di fronte anche al ”The Scotch Wiscky Centre”, si tratta di un altro museo moderno molto pubblicizzato dalle guide, per me non era di particolare interesse comunque in molti facevano la fila per entrare(se vi interessa è aperto tutti i giorni fino alle 17,30).
Io ricordo di aver camminato una infinità di tempo. Ci si alzava prestissimo perchè in Scozia e ad Edimburgo tutto chiudeva prestissimo, intorno alle 17,00.
Per muoversi in città si utilizza molto il bus che comunque sono frequenti anche di notte. Camminando molto abbiamo comprato solo biglietti di corsa semplice che oggi hanno un costo di 1,50€, ma a chi ha intenzione di fare più di 3 spostamenti al giorno in bus è consigliato un biglietto giornaliero.
Sinceramente ci siamo permesse un taxi solo per un viaggio notturno: i black cabs sono molto caratteristici, ma anche costosi (esattamente come a Londra), ma essendo in 4 la spesa è stata modica, da sola non mi sarei azzardata.
Se siete amanti poi delle storie di fantasmi qui ad Edimburgo troverete pane per i vostri denti. Sarà l’aspetto malinconico cui accennavo, e quell’aura di mistero che aleggia per i vicoli della città ma si respira mistero ad Edimburgo e nella zona di real Mary’s King Close un motivo c’è veramente.
Camminavo guardando le vetrine ed i palazzi e non immaginavo cosa poteva esserci pochi metri poco sotto di me.
Parlo di una seconda città, sotterranea e misteriosa che racchiude vecchie storie e vecchie tragedie. E’ questa città sotterranea che sembra ospitare decine e decine di fantasmi, le anime perse degli uomini chiusi e murati vivi tra questi cunicoli nel periodo della peste. Si trova 25 mt sotto terra ed è oggi considerata una delle zone più infestate dai fantasmi del Regno Unito.
Questa città nei sotterranei di Edimburgo ebbe origini tragiche, e tra XVII e XIX secolo vi morirono centinaia di persone, eppure sono sempre tante le storie che sembrano nascere da questa tragedia, come non bastasse la storia in se, ricca di lacrime e dolore. Questo angolo infernale si sviluppò proprio negli anni della grande epidemia che decimò la popolazione della città.
Per cercare di limitare le morti l’unica soluzione sembrò essere l’isolamento, la città vecchia fu quindi murata con al suo interno tutti i malati. Le costruzioni degli anni a seguire seppellirono quel mondo e la vergogna derivante da un gesto tanto orribile, ma il ricordo si tramandò.
Secondo la leggenda i malati furono murati nelle loro case in attesa della morte.
Dopo quella pagina di storia nessuno volle più abitare quella zona della città, ma presto i più poveri vi furono costretti pur di non finire in strada e sembra che dovettero imparare a convivere con gli spiriti dei morti che continuavano a girare per gli stretti vicoli.
Se parteciperete ad uno dei tour che si organizzano nel sottosuolo vi racconteranno un sacco di storie, quella di Mary, o quella della piccola Annie che cerca la sua bambola. In genere i tour sono in inglese, ma molti danno audioguide in italiano.
Un ottimo modo per trascorrere un pomeriggio scoprendo un mondo altrimenti invisibile.
Archiviato in:Diari di viaggio, Guida pratica destinazioni