Tra fango e consensi: che fine ha fatto il piano Terra Ferma?

Creato il 13 ottobre 2014 da Alessandromenabue
Avrebbe potuto Renzi lasciarsi sfuggire l'occasione di rastrellare qualche consenso rimestando tra il fango e i detriti genovesi? Naturalmente no, così ha pensato bene di scrivere - o più probabilmente far scrivere - un bel post dedicato alla tragedia del capoluogo ligure. Tra una rassicurazione e una sviolinata ai genovesi il principe Matteo sentenzia: "Diciamoci la verità: del dissesto bisogna occuparsi quando non ne parla nessuno, non quando ci sono i titoloni in prima pagina". E infatti lui ne parla quando ci sono i titoloni in prima pagina. Qualcuno potrebbe obiettare che si tratta di una critica capziosa: qualunque altro Presidente del Consiglio avrebbe scritto più o meno le stesse parole di Renzi. E' certamente vero, ma c'è un dettaglio non insignificante: non era forse il divo Matteo quello che voleva cambiare verso e rottamare le polverose consuetudini di quella politica ampollosa e inconcludente che ammorba il nostro paese? Un silenzio di due giorni seguito da un comunicato gonfio di retorica e promesse ricorda molto da vicino le prassi democristiane della prima Repubblica. Cambiare verso, sì: per tornare indietro.
A proposito di retorica e promesse: a Renzi capita spesso di fare affermazioni di buon senso. Ancora più spesso gli capita di non dare seguito ai suoi annunci. I sostenitori del premier in genere contestano questa analisi sostenendo che otto mesi sono pochi per giudicare l'operato del governo del Nazareno (a proposito: qual è il lasso di tempo consono per valutare ed eventualmente criticare le azioni di un governo? Un anno? Due? Mai?). Otto mesi potrebbero forse essere

pochi se non fosse che è stato lo stesso segretario Pd a determinare scadenze che il suo esecutivo non ha rispettato, come ad esempio nel caso - guarda un po' le coincidenze - del piano Terra Ferma, annunciato in pompa magna durante la conferenza stampa del 14 marzo, quella delle famose slide. Terra Ferma prevedeva uno stanziamento di 1,5 miliardi di euro per interventi finalizzati alla tutela del territorio e alla lotta al dissesto idrogeologico. Il tutto coordinato da un’unità di missione che avrebbe dovuto essere operativa dal primo di aprile scorso. Quel progetto è rimasto lettera morta, non se ne trova traccia sul sito della Presidenza del Consiglio e nemmeno su quello del Ministero dell'Ambiente. Le uniche tracce web di Terra Ferma si riferiscono alla promessa in Power Point di Renzi che tale è rimasta. Alla luce di questo e di molti altri impegni disattesi è comprensibile che ci siano persone che faticano ad accordare fiducia al nostro premier. Resta la speranza, soprattutto per quanto riguarda la dolorosa vicenda di Genova, di essere piacevolmente smentiti.

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