Tra Giappone e Germania, vince la Gran Bretagna. Ennesima bocciatura per l’Italia

Creato il 26 dicembre 2013 da Exnovomen

Secondo uno studio del Centre for Economic and Business Research, il Regno Unito sorpasserà nel 2030 le economie di Giappone e Germania, diventando la terza potenza mondiale dopo Cina e Usa. Malissimo l’Italia, 15esima economia del globo.

Lo rende noto il CEBR, autorevole istituto britannico. La previsione riguarda l’anno 2030. In quella data, secondo i calcoli della ricerca, il mondo avrà un nuovo ordine dominato da tre giganti: Cina, Stati Uniti e Regno Unito. In particolare, il network prevede la divisione in due blocchi del pianeta. Da una parte l’Asia con le sue potenze ormai affermate Cina e India, dall’altra l’occidente dominato in ex aequo da UK e USA.

La Gran Bretagna diventerebbe quindi il nuovo dominus dell’Europa, stando fuori dall’Euro. La Germania invece vedrebbe il fallimento delle sue politiche di rigore, e – perché no – della stessa moneta unica. Conseguentemente quei Paesi, che stanno subendo oggi le bordate della crisi economica, perderebbero terreno in modo irreversibile. Italia e Francia, scivoleranno in acque pericolose, impoverendosi oltremodo. In particolare il Belpaese scenderà dall’ottava alla quindicesima posizione nella classifica delle potenze economiche, per colpa di austerity e immobilismo politico. Viceversa, le motivazioni del successo britannico si devono  attribuire alla spinta demografica legata all’immigrazione.

Cosa ci suggerisce il report? Sicuramente il Regno Unito ha fatto bene a rifiutare la moneta di cui la BCE è proprietaria. Sicuramente i politici inglesi hanno dimostrato lungimiranza in questa scelta. Sicuramente il moralismo economico tedesco non porterà i frutti sperati (perlomeno secondo il CEBR). Sicuramente l’impero vittoriano ritornerà sotto le mentite spoglie del colonialismo finanziario.

Tuttavia, è giusto ricordare una cosa: le politiche purgative imposte dalla Merkel in risposta alla crisi dei debiti sovrani sono un dogma errato e ricordano – come scrive Federico Rampini in Banchieri – gli “errori prekeynesiani commessi da Hoover”. Il presidente americano della grande depressione del ’29, cercò di governare la crisi attraverso provvedimenti punitivi del sistema economico. Chiuse i rubinetti invocando capacità autoregolatrici del mercato. Risultato? Condizioni del malato aggravate e recessione economia. Al contrario Roosevelt risollevò l’America pompando denaro nel circuito economico. Un po’ come ha fatto Obama nel 2011. Quale altra soluzione è più vincente?

Certo il costo è elevatissimo – diranno i critici – ma “quando l’economia torna a generare lavoro, il risanamento dei conti pubblici è più facile” (Rampini, 2013).

In ogni caso, godranno i britannici. Uno schiaffone alla Merkel.

Paolo Fassino


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