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Tra gli slogan di piazza e gli ultimi sussulti berlusconiani io sto con il governo Monti

Creato il 20 novembre 2011 da Angel

Non capisco, e dico sul serio, le proteste di piazza scatenatesi contro il neonato governo Monti. Non capisco, e dico sul serio, il perentorio ordine di scuderia di Silvio Berlusconi sulla durata del suddetto governo. Stiamo ai fatti: rispetto all’ ultimo ventennio berlusconiano, fatto di barzellette, teatrini, mignotte ( escort giusto per nobilitarle), giornalisti senza midollo spinale, ci troviamo di fronte ad un governo “normale”; con un profilo istituzionale e, lasciatemelo dire, morale integro. Un governo, come è noto, tecnico, di professori, docenti, economisti, rettori ecc. Eppure questo governo tecnico, nato dal ventre rovente di una crisi economico-finanziaria senza precedenti per l’Europa, tiene tutti sul chi va là; in larghe fasce della società civile si è scatenata una diffidenza, al limite della prevenzione; in quest’ ottica, credo, vanno letti i tanti cortei studenteschi, sfociati come al solito in violenze e disordini, che hanno “animato” il week end di molte città italiane. “No al governo dei banchieri” hanno gridato le folle, senza sapere che di fatto siamo già in mano alle banche; a quelle franco – tedesche che tengono in vita la finanza italiana acquistando, per esempi, i titoli di stato del nostro paese; la nostra stessa esistenza, ahinoi, è in mano ad una banca: un finanziamento, un mutuo, un prestito passano necessariamente per un istituto bancario. E’ evidente che prendersela con le banche può essere giusto, ma accusare un governo, ancora ai primi vagiti, di essere di sostegno alle stesse banche ce ne passa. Come principio democratico, tutto quello che viene dalla piazza va ascoltato e deve, necessariamente, divenire oggetto di confronto. Ma la critica incondizionata, preventiva, cieca e, sotto certi aspetti illogica, non è di giovamento a nessuno se non alle banche, ai tanto temuti “spread”, agli speculatori finanziari: insomma, esattamente l’ opposto di quanto gli slogan e gli striscioni della massa si sono prefissati. In un certo senso, l’ ex premier ha fatto anche peggio. Il governo dei “cento giorni” è un ricatto politico irresponsabile e inopportuno. Parole come le seguenti: “Il governo Monti governa perchè lo abbiamo voluto noi” danno l’ esatta percezione di un Berlusconi fuori dalla realtà; un pò come quei dittatori sudamericani che, messi alle corde, si ostinano a lottare con uno sparuto gruppo di fedelissimi. Un Berlusconi che, forse, non ha ancora ben capito di non trovarsi più nella condizione di imporre nulla. E quanto prima comincerà a metabolizzare il proprio fallimento di governo ( alias tramonto della sua parabola politica) tanto meglio sarà per le sorti di un centro – destra tutto da ricostruire e rigenerare. Come paese, qualora ci sia bisogno di ricordarlo, ci troviamo a un bivio tra i più gravi che la nostra storia recente abbia mai conosciuto. E, con tutta franchezza, tra il rigoglioso doppiopetto berlusconiano e la grigia austerità del gessato del professor Monti, credo che l’ Italia abbia bisogno indubbiamente del secondo.



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