In periodo di campagna elettorale rovente infiammano gli ultimi giorni di schermaglie ed offese tra reciproci schieramenti e coalizioni. Secondo l'idea di politica introdotta in questi ultimi anni, si tratta di una cosa assolutamente normale: non fa più effetto, tra le tante cose, sentire un Presidente del Consiglio affermare che parte dei Pubblici Ministeri siano un immenso cancro da estirpare violentemente. Il conflitto tra Poteri è diventato ordinario e cronico, in un'Italia che soprattutto per questi motivi sta diventando malata terminale. Mentre c'è un Paese paralizzato sulle stesse questioni da decenni, impazzano le offese e le campagne elettorali. In mezzo all'ordinaria divisione partitica si è innestata da qualche tempo la figura di Beppe Grillo e del Movimento 5 Stelle. Forte di una carriera da comico esiliato, quest'uomo di indubbia portanza comunicativa ha impostato un modo particolare di vedere le questioni italiane, lo Stato ed il Paese intero. Si tratta di un modo di fare che, in realtà, è vecchio come il mondo ma ha da sempre riscosso un successo notevole in tutta l'umanità: il caro vecchio complottismo. Prima di procedere, credo sia opportuno definire i contorni di questa parola così malcelata. Il complottismo può assumere varie forme, alcune delle quali subdole ed altre più dichiarate. Spaziando dalle verità nascoste ai piani occulti con cui schiere minime di potenti tengono sotto scacco miliardi di persone, le tinte complottiste si insinuano nella mente umana. Inoltrandosi nel cervello, possono occultare le dinamiche di ragionamento e filtraggio delle corrette informazioni. Nessuno vuole scrivere che le tesi complottiste siano, in tutto e per tutto, largamente sbagliate; la difficoltà più grande è mantenere, nei confronti di occulto e non verificabile, atteggiamenti di criticità e relativismo notevoli. Può succedere che alle volte verità occultate confermino la veridicità imposta dai complotti: si pensi alle influenze suina, aviaria ed ai vaccini che hanno fatto dilapidare fortune agli Stati che hanno scelto l'acquisto di vaccini spacciati per panacee. Il complottismo, tuttavia, può anche essere una cosa pericolosa. Si tratta di installare una specie didetonatore nelle menti di persone aventi obiettiva volontà e necessità di informarsi. A piacimento, lo spargitore di tesi complottiste può liberamente oscurare o rischiarare le volontà di uomini che, per l'occasione, hanno scelto di trasformarsi in potenziali adepti per una sola fonte, ritenuta per l'occasione la sola vera. Vera, però, anche se non verificabile. Quasi sempre, infatti, chi legge od assimila certe notizie non si trova nelle condizioni di poter testare con concretezza il contenuto di certe affermazioni. Così come, però, non si trova neppure nelle condizioni di poter testare efficacemente le verità impostedai poteri forti di una società. Il complottismo può, alla lunga, diventare una questione terribilmente seria per l'equilibrio mentale e psicologico di chi accede senza filtro a certi flussi indiscriminati di informazione. Si riporti, ad esempio, quanto segue: "[...]il termine "complottista" è meritato per una forma mentis ben precisa che rasenta la paranoia. Invece di ragionare, dubitare e ricercare, invece di proporre ipotesi, il complottista vede complotti e trame oscure in ogni cosa, anche la più banale [...] ed è inossidabilmente convinto dell'esistenza del complotto. O di più complotti,[...] Questo è quello che intendo per complottista: il rifiuto totale di ogni dialogo costruttivo. Ed è per questo, e per tanti altri casi come questo, che continuerò a usare senza esitazioni questo termine. Chi vuole offendersi s'offenda: la gente seria si rimbocchi le maniche e cominci a lavorare, se vuole guadagnarsi l'appellativo diricercatore.[...]" (Fonte: http://undicisettembre.blogspot.com/2006/08/complottista-sar-lei.html) Si tratta, dunque, di distinguere tra creare complotti e fare ricerca. Così agendo, pertanto, chi è soggetto a flusso indiscriminato di informazioni può diventare, nei fatti, malato. Può arrivare a non fidarsi più di niente e nessuno, reputando veritiera qualunque cosa venga detto di e su individui che lottino per il bene pubblico in maniera differente da chi prova a cambiarlo demolendo tutto. Accedendo indiscriminatamente a tesi complottiste, si finisce con il perdere di vista qualunque cosa o persona sia disposta ad effettuare, criticamente e riflessivamente, percorsi di costruzione alternativa rispetto ad uno status quo che non soddisfa nessuno. Altre discussioni prevedono il complottismo come vera e propria malattia mentale; per qualsiasi altra discussione, è opportuno rimandare ai siti che seguono:
http://jimmomo.blogspot.com/2005/07/complottismo-malattia-dellanima.html http://reginadistracci.splinder.com/post/17265915/il-complottismo-e-una-malattia-mentale-parte-prima http://reginadistracci.splinder.com/post/17318900/il-complottismo-e-una-malattia-mentale-parte-seconda
Scritto questo, come pervenire alle tesi annunciate dal Beppe Grillo nazionale? L'Italia è, in tutto e per tutto, un Paese con un'atmosfera perfetta per innescare complotti esplosivi: tra P2 e massoneria, tra politica e lontananza dalla pancia degli italiani, tra politiche energetiche con profitti in mano a pochi fortunati ed ambiente massacrato, il nostro stivale è il luogo più adatto per descrivere certe questioni. Tra le tante cose dette, sicuramente, qualcuna è anche vera. In tutto questo magma vulcanico di concetti insondabili, credo che il modo di fare di Grillo e le tematiche del M5S si incastrino perfettamente. In un Paese dove la politica pare aver fossilizzato uno Stato intero, ritengo sia corretto vedere una nuova classe di politici parlare di semplici ma fondamentali tematiche:
- fuori i condannati dalla politica;
- fissare un tetto agli esorbitanti stipendi (od indennità, nds) della massima classe dirigente, uniformandosi a quanto certificato e già esistente nelle altre realtà europee;
- rivedere la legge elettorale, al fine di impedire la costruzione di un parlamento di esclusivi nominati da vertici di Partito;
- vedere una politica più vicina ai bisogni del cittadino, imponendo nuove logiche di percezione e strutturazione della massima classe dirigente.
I punti programmatici sarebbero pochi, così come altissima è la percezione nella gente che la classe politica non riesca ad affrontare nettamente quel senso di svolta sulle tematiche sopra esposte, che sono solo alcune infinitesimali tra le moltissime citabili. L'altro fattore su cui l'informazione di Grillo si innesta riguarda, a parer mio, la terribile complessità delle tematiche affrontate: debito pubblico, accordi tra Stati per la vendita di debito come perdita di sovranità popolare, legami tra multinazionali farmaceutiche per finanziare opere concretamente volte alla speculazione ed altrettante questioni su cui è impossibile sapere la verità reale. Su queste questioni è nata e si è costruita la figura del Grillo politico, anche se lo stesso si ostini a dire che il suo Movimento di politica non ne vorrà mai fare. Politica che è nata dal basso, ideando meetup(Associazioni di attivisti, nds) disposti a discutere ed elaborare programmi ed idee da territorio a territorio. Il mantra sembra, sempre e comunque, fidarsi di tutto ciò che il leader maximo annuncia. Tale visione ricorda forse qualcosa? A mia opinione, credo di si. Tale concetto richiama le idee fondanti del berlusconismo esasperato, sul quale è stata costruita e fatta proliferare la figura del leader imperante, onnipotente ed onnipresente. In un'Italia fertile per far germogliare queste radici, la figura di Grillo si configura come l'altra faccia della medaglia relativamente alla figura del leader deformata dal quasi ventennio berlusconiano. Il peso acquistato dal suo movimento dovrebbe incutere serie riflessioni riguardo alla politica che, a parole, vuole migliorare e cambiare radicalmente il Paese. Affrontando con coerenza e coscienza quanto annunciato a ripetizione ma non percepito dagli italiani, forse, spingerebbe la figura del Grillo nazionale nuovamente ai margini della pura comicità. Vedere una politica che non cambia la propria linea d'azione per cercare un dialogo con il fenomeno dell'astensione regala al Movimento 5 Stelle nuovo terreno per proliferare indisturbato. Il M5S non dovrebbe essere visto come un nemico da larga parte della classe politica, ma come unsintomo capace di muovere serie riflessioni sulla linea politica e sullo status quo del Paese. E' impossibile per una persona normale o mediamente informata sapere la verità assoluta sulle tematiche universalmente affrontate dal comico divenuto politico. Rimane, allo stesso modo, più di un cono d'ombra sui mezzi che abbiano condotto Grillo ad essere così popolare e ricercato: un blog tra i più visitati al mondo, un sito capace di reperire informazioni in ogni dove ed una rete di contatti invidiabile per chiunque voglia approfondire tematiche insidiose ai più. Come ha fatto ad arrivare a questo la persona che professa la tematica essenziale dell'"uno vale uno"? Se così fosse davvero, non avrebbe potuto ottenere molti più risultati in solitaria? Sarebbe opportuno dilungarsi sulla figura della Casaleggio Associati, sulle ideologie che vedono il web come nuova frontiera per la personalizzazione e per il libero flusso di informazioni vere (anche se non verificabili, nds). Da questo orizzonte si scorgerebbero nuove tesi care ai complottisti, su cui per mancanza di informazioni è opportuno non esprimere opinioni definitive: NWO, nuova frontiera dell'informazione, e quanto altro. Per informazioni è possibile consultare quanto segue:
http://larivelazione.forumfree.it/?t=41692228 http://forumnwo.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=7292469 http://poteriocculti.mastertopforum.biz/1-vt1340.html?start=0
E tanto altro è reperibile in rete cercando quanto citato in soggetto. Scritto questo, come ricercare la più completa validità sul mantra politico citato del cosiddetto "uno vale uno"? E' una politica che porterebbe a sane conseguenze per un Paese già distrutto per gli interessi di tanti uno che hanno avuto appoggi economici (e non solo, nds) per arrivare fin dove sono arrivati? In tutto questo marasma, è opportuno risolvere tutto con tantissimi ed urlati vaffanculo? Per cambiare un sistema, ci sono due strade possibili: quella della demolizione totale o quella delcambiamento graduale. Demolendo tutto e tutti, attaccando a destra e manca distribuendo offese a chiunque è una maniera completamente sbagliata di procedere. Così come è il male ad inoltrarsi dovunque, in altrettanta maniera forme di bene possono cercare di modificare lo status quo del sistema che il grillismo vuole distruggere definitivamente. Si tratta di due percorsi paralleli ma, per etica e controllo, destinati a non incontrarsi mai. La sola strada risulta, forse, quella di provare con coerenza e gradualità a modificare quasi-staticamente le cose. Così come il PdL nulla sarebbe senza Berlusconi, cosa rimarrebbe del M5S senza il flusso carismatico e trascinatore del Grillo nazionale? Essere catalizzatore e collettore di insulti e cattiverie non aiuta a realizzare quello stesso bene che Beppe Grillo dice, a più riprese, di voler perseguire. Grande ed assoluto rispetto rimane, tuttavia, nei confronti di quegli italiani che hanno scelto di mettersi in gioco per cambiare le carte in tavola, anche se nelle fila del M5S. A loro dovrebbe essere consegnata la svolta dai toni di perenne demolizione usati dal comico nazionale, prevedendo una maggior pacatezza nell'elaborazione dei concetti e delle intenzioni programmatiche. In moltissime città e regioni, infatti, uomini e donne con conoscenza pratica dei problemi delle loro località si ritrovano in liste purificate dal sigillo dei Partiti (come se dietro ad ogni schieramento ci fosse sempre la stessa maledizione, nds). Plauso va fatto nei loro confronti, anche per la costante operazione di monitoraggio sugli sprechi e sulle inutilità di certe forme di politica sui territori (caso Civis nella bellissima Bologna su tutte, nds). Sarebbe (in)degno di una classe politica completamente miope sottovalutare questa massa di informazioni e di militanti provenienti dalla rete. In un'Italia decente, una figura come quella di Grillo rimarrebbe (forse volentieri?) quella di un semplice comico. La colpa della fama acquistata da questo uomo (comico e complottista?, nds) risiede nella politica stessa e non certo nel populismo e nella perenne demolizione da lui portate avanti a gran giornate. In un'Italia normale, sarebbe opportuno dare ascolto ai fenomeni di insoddisfazione ed astensione dilagante. Altro discorso si potrebbe fare nei confronti del ruolo dell'informazione, malata ed alle volte complice della degenerazione del sistema Italia e mondo. Per brevità, si omettano anche ovvie considerazioni. Deliri di un folle? Probabile, ma non complottista. Così come voi non vi arrenderete MAI, sappiate anche che NOI NON SIAMO TUTTI UGUALI come voi ufficialmente professate.
p.s.: sulla vera o presunta offesa fatta da Beppe Grillo a Nichi Vendola, solo il diretto interessato saprà quali fossero state le sue reali intenzioni. In caso di reale offesa, la vergogna ed il senso di indignazione sarebbero una tra le tante gocce da aggiungere allo scandaloso oceano nel quale stiamo navigando. A titolo di completezza ed obiettività, si riporti nel seguito un frammento tratto da una nota fatta dal Candidato Sindaco per il M5S Massimo Bugani riguardo all'episodio: "[...]Il Corriere della Sera chiude l’articolo sulla giornata citando la battuta finale di Beppe “at salut Buson”con questa allusione: “Sfoggio di dialetto bolognese per ingraziarsi la folla? O un riferimento alla dichiarata omosessualità di chi poche ore dopo avrebbe arringato la stessa piazza?” Credo che la pochezza di queste parole si commenti da sola. Per le persone obiettive ci tengo a far sapere che io e Beppe quando ci salutiamo al telefono usiamo spesso la parola “Brott’ Busan” che a Bologna, come è noto, significa “Che fortunato che sei”." Se così fosse, forse, troppo rumore per nulla? Ai posteri l'ardua sentenza.