tra il Gatto e la Volpe #ilsabatodimdplab #24

Creato il 21 aprile 2012 da Marcodalpozzo @marcodalpozzo
Dopo il caso di Internet Premio Nobel per la pace e l'attenzione dedicata al saggio di Lee Siegel, Homo Interneticus, ho imparato a diffidare del tecnoentusiasmo.
Proprio per questa mia diffidenza ho risposto, forse in modo rude, ad Alessandra Farabegoli che rifletteva - giustamente - sul tecnoscetticismo.
Quelli che "la tecnologia è il male" si riferiscono a ciò che loro non sanno usare. Auto, lavatrice & C non gli danno alcun problema
— AlessandraFarabegoli (@alebegoli) Aprile 18, 2012

@alebegoli Verissimo!!! Ci sarebbe pero' anche da dire "Quelli che la tecnologia e' l'unico bene" perche' poi senza morirebbero di fame ;)
— Marco Dal Pozzo(mdp) (@marcodalpozzo) Aprile 18, 2012

Voglio dire che il tecnoentusiasmo sa essere anche una conquista di pascoli vergini  (l'immagine - tanto bella quanto inquietante - che Bauman richiama nel suo "Capitalismo Parassitario") o di un giardino pubblico (per dirla alla Gigi Cogo, un tecnoentusiasta di quelli autentici).
Il web è come un giardino pubblico. Ognuno può portasi la palla, la corda o l'aquilone e giocare come vuole. C'è anche chi passeggia #fb
— Gianluigi Cogo (@webeconoscenza) Aprile 21, 2012

Massimo Mantellini si chiede se campagne come quelle di "Internet Bene Comune" abbiano un senso, si domanda se possano servire a qualcosa. Io credo di si e la ragione sta nella conclusione del suo pezzo: Prima essere rete, produrre valore da quelle parti e poi raccontare la rete - dice Mantellini. Cos'è la campagna "Internet Bene Comune" se non la produzione di rete?
Cosa sarà dell'agenda digitale? Come non temere l'ergersi di un ecosistema viziato come quello, nel quale siamo ancora immersi, dei mezzi di informazione mainstream? Come avere fiducia di questa classe dirigente che, benedetta per aver scalzato la vecchia (!?), sta in tanti casi mettendo in ginocchio le potenzialità delle giovani generazioni?
Come affidarsi, poi, a chi cerca - nel nome di una nobilissima causa - di conquistare uno spazio con il solo obiettivo di prendersi l'esclusiva del "merito" (le virgolette hanno il loro senso) di aver reso tutto questo possibile?

Le mie sono delle sensazioni. Penso che internet bene comune (il minuscolo ha il suo senso), e la rete che con tale tecnologia si prova a fare, sia, si!, un pascolo, un giardino pubblico, ma minacciato dal Gatto e dalla Volpe, stretto nella morsa mortale dei politici che hanno paura di esserne travolti (perchè ne capiscono perfettamente il potere) e dei venditori di un qualcosa - la rete stessa - che, in qualche modo, quello più puro, esiste già (o, almeno, si prova a fare seguendo delle strade laterali e, quindi, più anonime).
In buona sostanza, penso che basterebbe seguire l'onda.
Ma, tranne qualche virtuosismo, nessuno lo fa con lo spirito di servizio che questa battaglia merita.

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