Tra l’iran e l’occidente ormai e’ tutto un “fake”…

Creato il 18 ottobre 2013 da Nopasdaran @No_Pasdaran

Un grande “fake”!!! Proprio in questo modo si potrebbe descrivere l’attuale rapporto tra il regime iraniano e l’Occidente. Un grande gioco di falsi che, purtroppo, rischia di avere alla fine delle bruttissime conseguenze. Chiaramente, i “fake” di cui vi parliamo, sono di diversa natura: mentre gli Stati Uniti mandano in Iran un’opera d’arte falsificata, l’Iran manda in giro per il mondo negoziatori che hanno il preciso scopo di illudere la diplomazia mondiale sul cosiddetto “nuovo corso iraniano”. Seguiteci e vi spiegheremo meglio.

Durante la visita di Hassan Rohani a New York, l’Amministrazione Obama ha fatto dono al Presidente iraniano di un’opera d’arte teoricamente di valore assoluto: un grifone alato in argento che, secondo la stampa americana, avrebbe avuto un valore di 1 millione di dollari. Il Governo americano, in nome dei nuovi rapporti tra i due Paesi, voleva restituire a Teheran questa scultura ritrovata in una cava di Kalmakarra, situata nella parte Occidentale dell’Iran. Secondo Washington il grifone aveva oltre 2700 anni ed era stato sequestrato nel 2003 dalla polizia ad un mercante iraniano che tentava di rivenderlo illegalmente negli Stati Uniti. Qui sotto la foto del grifone, riportato in Iran con tutti gli onori e innalzato a mo di trofeo da Mohammad Ali Najafi, capo dell’Organizzazion per la tutela del Patrimonio Culturale dell’Iran.

Peccato che, purtroppo per l’Iran, il dono americano era un falso. Già, proprio cosi: esperti iraniani ed americani, analizzando l’opera sotto il profilo stilistico e tecnico, hanno subito scoperto che si trattava di una imitazione vera e propria risalente, probabilmente, a non più di 14 anni fa. Probabilmente si è trattato di un errore involontario da parte del Governo americano, tratto in inganno dal mancato preventico controllo della scultura e desideroso di compiere un gesto di apertura verso il neo Presidente Rohani.

Mentre Washington manda a Teheran falsi grifoni secolari, Teheran manda in America veri negoziatori con il compito di ingannare l’Occidedente vendendo un “nuovo Iran” che, in realtà, è solo un altro “fake”. La dimostrazione di quanto vi diciamo l’ha data il rappresentante della Guida Suprema Ali Khamenei presso i Pasdaran, l’Hojjat al-Eslam Ali Saidi. Parlando in occasione di un evento in memoria dei Martiri e dei Veterani, Saidi ha detto chiaramente che “la Guida Suprema cambia le sue tattiche, unicamente allo scopo di far sopravvivere i principi”. Entrando nello specifico, quindi, Ali Saidi ha evidenziato come anche l’Imam Ali avesse messo in atto comportamenti diversi, a seconda del periodo storico, ma che ognuno di questo comportamenti orientato a seguire la volontà divina al fine di sconfiggere il nemico. Riferendosi al jihad, Saidi ha rimarcato come il principio del Jihad sia fisso, ma le tattiche con cui combatterlo possano variare a seconda delle necessità del regime stesso. Parlando, infine, dello slogan “morte all’America, il rappresentante di Khamenei ha pubblicamente criticato le posizioni moderate di Rafsanjani e ha evidenziato come la decisione in merito all’eliminazione di questo canto spetti solamente all’Ayatollah Khamenei.

Insomma, in poche parole, Ali Saidi, ha ammesso che Teheran non ha alcuna voglia di cambiare, di aprirsi seriamente all’Occidente e alla democrazia, ma sta unicamente portando avanti la famosa tattica della “dissimulazione” (accettata nell’Islam, particolarmente in quello sciita), allo scopo di salvare il regime e la cerchia al potere nella Repubblica Islamica. Insomma, un bel “fake” a cui – purtroppo – buona parte dell’Occidente sta credendo.  

Ali Saidi, rappresentante di Khamenei presso i Pasdaran



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