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Tra ‘l palazzo e la piazza è una nebbia sì folta o uno muro sì grosso che, non vi penetrando l’occhio degli uomini: la nuova legge elettorale

Creato il 09 agosto 2012 da Antonioriccipv @antonioricci

Sulla nuova legge elettorale si sta tentando di trovare un “accordo” tra i partiti della strana maggioranza che sostiene il governo Monti.

E’ necessario superare il porcellum, lo dicono tutti.

Tra ‘l palazzo e la piazza è una nebbia sì folta o uno muro sì grosso che, non vi penetrando l’occhio degli uomini: la nuova legge elettorale

Tutti però lo fanno con un unico obiettivo: trarre vantaggio dalla nuova legge elettorale e sopravvivere il più possibile.

Non certo per il bene dell’Italia o per dare una vera opportunità di scegliere ai cittadini chi li rappresenterà e chi governerà il nostro paese nei prossimi anni.

Si sta lavorando per un ritorno al passato, a vent’anni fa quando i governi venivano fatti e disfatti in parlamento dai partiti.

Lo schema è voti il partito che poi decide in parlamento con chi allearsi e quale maggioranza fare.

Ma io voglio sapere prima cosa farà il mio partito perché anche da questo nasce la decisione di votarlo o meno.

Ieri D’Alema ha detto che e’ normale che i governi si fanno in parlamento.

Temo che quell’epoca sia definitivamente tramontata.

Gli italiani vogliono chiarezza e sono assolutamente in grado di giudicare se ad un porcellum si sostituisce un altro maxiporcellum, non sono scemi.

Nel caso di una legge elettorale di questo tipo anche le primarie di coalizione per la scelta del candidato premier non sarebbero altro che propaganda.

Mi vengono in mente le parole di Francesco Guicciardini:

«Non vi maravigliate che non si sappino le cose delle età passate, non quelle che si fanno nelle provincie o luoghi lontani: perché, se considerate bene, non s’ha vera notizia delle presenti, non di quelle che giornalmente si fanno in una medesima città; e spesso tra ‘l palazzo e la piazza è una nebbia sì folta o uno muro sì grosso che, non vi penetrando l’occhio degli uomini, tanto sa el popolo di quello che fa chi governa o della ragione perché lo fa, quanto delle cose che fanno in India».

Bene non vogliamo tornare nel 500’.



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