USA - 2010 di Jason Reitman con George Clooney e Vera Farmiga
Clooney è un tagliateste aziendale, un businessman solitario che vive in un universo tutto suo privo di rapporti che durino più del tempo necessario ad una tratta aerea nazionale. Volontariamente reclusosi negli aeroporti di tutto il mondo, il protagonista reincarna uno spirito postmoderno molto libero e privo di favole su certezze e punti di riferimento (leggesi: il matrimonio). Il senso di marcia si inverte quando lo stereotipo della vita tradizionalista sembra riapparire come il vero dogma da seguire. Ma la sorpresa è come sempre dietro l’angolo, e la parte finale del film non le manda a dire rigirando più e più volte il coltello nella piaga. Ottima la regia, poco ottimistica la trama. Il tutto fa leva proprio sull’illusione di aver trovato quanto mai avuto, che di per sé è un’idea narrativa rispettabilissima. Peccato che il film venga poco approfondito nella sua parte cruciale. Ma dubito che il vicolo cieco cui giunge il racconto sia involontario. Risuona forte invece un motto dal sapore orientale: occhi, vedere.. cuore, sentire..