Ogni 11 settembre ci sentiamo chiedere dove fossimo quando abbiamo saputo dell’attacco alle Twin Towers, e cosa stessimo facendo, quale sia stato il primo pensiero, la nostra prima reazione emotiva. Nulla sarà più come prima, anche per questo: prima ci facevano le stesse domande, ma in relazione allo sbarco sulla Luna, alla caduta del muro di Berlino, ecc.Incastonare l’evento di dimensioni storiche in una stanza di vita quotidiana – la mia, la tua, la sua – non è un passatempo ozioso: è uno dei modi – neanche il più inutile, non il più rozzo – che abbiamo per ridurre la spesa emotiva che ogni evento storico ci chiede, non importa chi quale segno. Dov’ero, e che pensavo, mentre guardavo Italia-Germania di Mexico ’70? Che stavo facendo, e dov’ero, quando il terremoto devastò l’Irpinia? Quale è stata la prima reazione alla notizia del rapimento di Aldo Moro, e dove mi trovavo quella mattina? L’onda della storia si abbatte sul quotidiano, e il quotidiano riesce ad attenuarne l’urto, assorbendola: diventiamo porosi per non spezzarci e così la storia ci entra dentro senza fare troppo danno. Poi, sì, può diventare pure un passatempo, un gioco di società, anche un poco coatto, da narcisisti che amano esibirsi con l’evento storico sullo sfondo, quando non è peggio, cioè rituale esorcistico, seduta spiritistica, coro stonato; in genere, però, chiedere “come avete reagito quando avete saputo di …?” non è cosa malvagia, anzi, è un invito alla condivisione della spesa emotiva collettiva.Alberto Cane lo fa con la notizia dell’uccisione di Osama bin Laden, che in realtà è come chiederci quale sia stata la prima reazione emotiva alla notizia dell’attacco alle Twin Towers, ma di sponda; e invita ad aggiungere la nostra alla sua, che è questa: “Sono rimasto allibito e non ho esultato. Pensavo fosse già morto”. Direi che qui l’evento trovi poca porosità, come se fosse già tutto assorbito, e al refluo si fosse impermeabili. Meglio che altrove, forse, dove si arriva allo sfarinamento, e prima si brinda e poi ci si pente un poco, e allora si spiega che è per salutare un “atto di giustizia”, come si fa a Mitilene quando schiatta Mirsilo. Senza tener conto a Mirsilo subentra Pittaco, uno dei Sette Sapienti, che emana una legge che raddoppia le pene per i reati commessi in stato di ubriachezza.
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