Ebbene sì, anche nella landa pazza e furiosa di Roma Capitale si avvicina il dolcissimo Natale. Io, come mio solito, sono un ribollir di ottimismo e ansie, mi prende una smania furoisa di preparare, attrezzare, festeggiare e stare insieme.
Credo che anche il più laico colga in questo periodo un’estasi fatta di lana, calduccio, piumone e proisaici regali.
Per me il Natale è sopra, ogni cosa, una successione di giornate inzuppate di bei ricordi che vanno degnamente celebrati. Perciò, bando ai cinici e agli agnostici: che si festeggi con tutto il parterre di rennine, babbi natale made in china, selvaggi alberi di Natale di plastica e tinture chimiche, pranzi truculenti e strabordanti fra parenti che a volte a malapena ricordano il tuo nome.
La libreria in questo periodo dell’anno diventa bellissima: per Natale ci concediamo ordini pazzeschi di libri e giochi di legno e offriamo thè e biscottini a ogni cliente di ventura che varca la soglia.
Per certi versi questo è anche il periodo più divertente e pazzesco: turni massacranti, gente che entra in libreria alle 20,05 quando tu sei già incappottata e con le chiavi in mano, persone che non hanno mai acquistato un libro e credono che il Natale sia una buona opportunità per cominciare a farlo. Due sono i casi più frequenti:
Tutti mi parlano di un certo Rodari, è mai venuto qui da voi? che tipo è?
Ma c’è anche quello che dopo l’acquisto di un libro sulla Sirentta, ritorna in negozio infuriato e dice:
Ma scusi a mia figlia ’sta storia non piace per niente: la Sirenetta muore! Ma non c’è la storia originale? Quella della Disney…
Ma questo è anche il periodo in cui la casella di posta ci si intasa di e-mail assurde: gente furibonda perché ha trovato chiuso alle 7,05 di mattina (!), perchè non hai risposto cortesemente e celermente alle loro richieste di suggerimenti dove acquistare quel tale libro e come fare a farselo recapitare direttamente sotto l’albero (manco fossi una christmas-personal-shopper).
Insomma, la cosa che in assoluto mi diverte e mi porta vicina al collasso psicosociale è la follia che ci prende tutti, senza eccezione alcuna di ceto razza ed età. Il natale è incredibilmente democratico.
In fondo, affrontare il tutto con una vena sottile di sarcasmo e ironia è il modo migliore per uscirne indenni: concepire il periodo 1-31 dicembre non solo come un picco vendite (se c’è, e non sempre c’è), ma come un’occasione per vedere volti, momenti, episodi di una tale lucida pazzia da rendere il tutto discretamente più dolce e sano.
E che sia ordunque, si inizino le danze…