“TRACCE DI CULTURA”: recensione mostra “Marc Chagall” a Palazzo Reale Milano dal 17 sett 2014- al 1 febbraio 2015;

Creato il 19 settembre 2014 da Dan76

PER “TRACCE DI CULTURA”: recensione mostra “MARC CHAGALL, UNA RETROSPETTIVA 1908-1985”   Milano Palazzo Reale 17 settembre 2014

1 febbraio 2015;

Un grande evento a Palazzo Reale di Milano: una mostra dedicata al maestro Marc Chagall, l’artista franco-russo grande elaboratore ed esponente delle avanguardie del ‘900. Un grande inizio per Milano perché questa mostra è la più grande retrospettiva mai fatta in Italia dedicata a Marc Chagall con oltre 220 opere, prevalentemente dipinti, a partire dal 1908 anno in cui firmò il primo dipinto fino alle ultime opere del ‘900, anno 1985. Una grande mostra per Chagall, genio visionario con uno sguardo da fanciullo ed una fantasia spettacolare ed inedita. L’artista russo ha lasciato impresse nella mente di tutti le sue caleidoscopiche e sublimi raffigurazioni; una figura poliedrica la sua che con la pittura e il disegno è riuscito a mescolare e a fondere culture e religioni diverse contaminando linguaggi, sperimentando con la sua fantasia e la sua vitalità, raccontando le fragilità dell’uomo, dell’umanità nei suoi avvenimenti controversi, nelle guerre, nelle religioni, nei sentimenti, tutto rimescolato e reinventato dal genio di Chagall che è riuscito ad unire nelle sue opere e a dare una sua impronta personalissima alle tre culture di appartenenza: quella russa, dalla quale attinge le immagini delle icone; quella ebraica con le raffigurazioni di ricchi orpelli; e dalla cultura occidentale dalla quale assimila le avanguardie europee specie quelle di Parigi del 1911 grazie all’amicizia con Apollinaire. Ed è questo il fascino di Chagall, il restare rapiti dinnanzi ad una sua opera ricolma e reinventata con richiami di ogni tipo, le sue connessioni tra le diverse culture del mondo e che ritroviamo in questa accuratissima mostra milanese a partire dal primo quadro del 1908 “LE PETIT SALON” arrivando fino alle monumentali opere degli anni ’80 europei. Gli oltre 220 lavori provengono dai principali musei del mondo quali il MO-MA, il Metropolitan Museum di New York, la National Gallery di Washington, il Museo nazionale Russo di San Pietroburgo, oltre ad altre 50 opere provenienti da collezioni pubbliche e private. Curata da Claudia Zevi con la collaborazione della nipote del maestro Meret Meyer, la mostra ha l’intento di analizzare e far capire la capacità di Chagall di restare fedele a sé stesso ma contemporaneamente di cercare una nuova forma di espressione sperimentando fusioni artistiche straordinarie e passando così dal dinamismo dell’avanguardia russa all’astrattismo della sua personale visione del mondo. L’uomo e i suoi sentimenti sono al centro dell’opera di Chagall che ha lasciato come segno distintivo della sua arte il suo legame col passato guardato con occhio nuovi e freschi buttando lo sguardo sul ponte del futuro. La sua è stata una opera artistica a tutto tondo dove ha saputo raccontare mondi diversi, a volte inconciliabili, dolori ed errori dell’umanità senza però mai smettere di credere in un mondo migliore fatto di nuova luce e prospettive e dando una forza di espressione unica alle cose che ci circondano. La bellissima mostra di Palazzo Reale a Milano è riuscita a cogliere questa contaminazione e modernità di Marc Chagall.

DANIELA MEROLA



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