Alcuni degli oggetti ritrovati nello scavo
del porto di Teodosio a Yenikapi
Il cibo, nella vita quotidiana dell'antica Costantinopoli, dimostra di avere un posto centrale. Particolarmente ricercati il formaggio, soprattutto quello della Paflagonia e quello di Creta, la frutta cruda e cotta, l'olio di oliva, il vino bianco e rosso (apprezzati erano quelli provenienti dalla Siria e dalla Palestina), il maiale ed i volatili fritti, bolliti o arrosto.
Gli studi effettuati sui resti animali nelle sabbie del porto hanno evidenziato che si macellavano in preferenza bovini, pecore, maiali, capre ma anche antilopi, importate dalla Tracia e dalla Bitinia. Spesso si asportava loro il cervello, dal momento che il consumo delle interiora non era una pratica rara: testa, cervello, polmoni, fegato e cuore degli ovini rientravano tra i consumi abituali.
La maggior parte delle proteine, però, gli abitanti di Costantinopoli la traeva dal mare: pesci, gamberi, granchi, uova di pesce, ostriche ed altri molluschi, alcuni dei quali importati dal Mar Nero o dal Nord Europa. Negli scavi sono stati ritrovati i contenitori che servivano a mantenere tiepide le salse che dovevano essere servite.
Sono state anche rinvenute molte calzature in cuoio con decorazioni di diverse forge. Su una suola di legno era inciso un augurio scritto in greco: "Indossa questo oggetto in buona salute e gioia, mia signora", segno che le calzature a cui le suole appartenevano erano state oggetto di dono.
Dal terreno sono emersi anche pezzi da gioco: dadi in avorio, pedine di osso, una pedina in avorio del gioco degli scacchi, che ci confermano che il gioco aveva un ruolo molto importante nella società bizantina. E' stato ritrovato anche un frammento di mattone che porta incisa una sorta di scacchiera, tre quadrati inscritti uno nell'altro e uniti da linee perpendicolari: un gioco originario dell'Asia Minore, conosciuto oggi come Tris o Filetto e molto popolare ad Istanbul, ieri come allora.