Suonare low-fi è complicato, suonare bene low-fi, intendo. Suonare rozzi non è roba da tutti, anche se può sembrare. Ci vuole talento, perché lì si vede subito se fingi, se non c’è onestà. E’ così. I Black Lips sono venuti fuori con un capolavoro, la verità è questa. Venitemi a dire che questa musica vi fa cagare, perché della pulizia del suono e delle armonie vocali se ne sbattono, ma non venitemi a dire che questa roba qui non è ottima. Se Lester Bangs li avesse sentiti penso che si sarebbe fatto sfuggire un ghigno d’approvazione e avrebbe ripensaro agli amati Troggs e al fatto che i loro nipotini ogni tanto qualcuna la imbroccano. Io ho ripensato ai Nuggets di Lenny Kaye e a come molti pezzi dei Black Lips non avrebbero sfigurato in quell’opera. Perché è un disco vero questo, non un’operazione a tavolino per suonare brutti, sporchi e cattivi.
Era quello di cui avevo bisogno, perché tornare dalle ferie non è mai facile e non è male andare a lavoro canticchiando stonato questa Mr. Driver. Ancora meglio, a sera, gustarsi l’album sorseggiando una birra appena scoperta.
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