Tradurre e comunicare

Creato il 01 giugno 2012 da Spaceoddity
[Tradurre] Mentre il mio esperimento narrativo, con Le onde, volge ormai al termine (mentre scrivo, ho già pronta la dodicesima puntata e sono a buon punto con la tredicesima), elaboro le prossime tappe del mio cammino di crescita. Trarrò altrove le mie conclusioni su quell'esperienza, per ora mi interessa il passo successivo di questo mio sperimentarmi. Posto che lo sapevo già, l'estro narrativo non è il mio forte, ho deciso di mettermi alla prova non meno concretamente con appuntamenti settimanali di altro tipo: traduzioni dal latino e dal greco (latino il mercoledì, greco il sabato) di opere intere (anche se non lunghe).
Bisogna essere adulti, ovvero anche grandi, per riconoscere quel che di esplosivo ha l'atto del tradurre, quel misterioso equilibrio tra disciplina e creatività. Non dico che riuscirò a domarmi, ma è un modo per orientare la mia creatività, seguendo il filo del mio lavorio, focalizzandola sul particolare, sulla meraviglia del comunicare qualcosa che altri non possono raggiungere se non attraverso lo sforzo che compio. Non ho paura di commettere errori, è un lavoro che svolgo e sono più contento di correggermi e arrivare a un pensiero più corretto che di pregiudiziali plausi e simpatie. Ci vuole fegato a esporsi? Ce ne vuole molto di più a convivere con la propria incapacità di mettersi alla prova e superarsi. E io, che non so se sia più o meno di quel che appaio, so che posso e voglio essere e fare meglio e di più.
(Certo, poi uno si chiede quanto compiacimento ci sia in questo dilettantismo del non bastarsi mai. Solo che non cerco la sazietà, è vero, inseguo la pienezza, sperando che non mi sfugga dalle dita. E, di questa pienezza, cerco sempre di farne un dono.).

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