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Traffico di minori, medaglia all’olimpionica Moskalenko

Creato il 01 novembre 2013 da Makinsud
Traffico di minori, medaglia all’olimpionica Moskalenko

Associazione a delinquere finalizzata al compimento di vari reati che vanno dal sequestro di persona alla sottrazione e trattenimento di minori all’estero. È questa l’accusa che è stata rivolta a un’organizzazione composta da sette persone, tra le quali l’ex medaglia olimpica ucraina, Larysa Moskalenko, che aveva le basi a Capaci, in Sicilia, e che avrebbe gestito il sequestro di minori all’estero.
Secondo le indagini, l’organizzazione sequestrava minori contesi tra genitori separati per consegnarli a uno dei due dietro lauti compensi, anche se i genitori dei seqbambini contesi erano di diversa nazionalità.
Secondo i dati raccolti dagli inqirenti alcune famiglie per recuperare il proprio figlio arrivavano a pagare anche 200 mila euro.
La banda aveva sede in molte parti del mondo: dalla Sicilia al Nord Europa, dalla Tunisia, all’Egitto, al Libano, e sfruttava la Sicilia proprio per la sua vicinanza con l’Africa.
L’ex olimpionica Larysa Moskalenko, ormai 50enne, abitava ormai da molti anni a Palermo dove era a capo della Sicily rent boat, società di noleggio di imbarcazioni di lusso, le quali, in realtà, venivano utlizzate proprio per il losco traffico di questi bambini.
Gli altri tre arrestati in Italia sono Luigi Cannistraro, 30 anni di Palermo, Antonio Barazza, 46 anni di Mazara del Vallo in provincia di Trapani, e Sebastiano Calabrese, 38 anni di Reggio Calabria.
Il nucleo operativo della compagnia dei carabinieri di Carini aveva avviato l”inchiesta già nell’autunno 2012, in seguito a un incendio doloso che aveva distrutto l’albergo Porto Rais sulla costa palermitana. Proprio nel corso di alcune intercettazioni riguardanti quel caso, i carabinieri sono riusciti a ricostruire le attività dell’organizzazione e il ruolo importante rivestito da Larysa Moskalenko, in quanto risultava legata sentimentalmente al titolare dell’albergo.
L’organizzazione si celava dietro l’attività di una società di sicurezza norvegese, la Abp World Group: una vera e propria compagnia militare privata in cui per la maggior parte operavano ex appartenenti ai corpi speciali, disposti a impiegare le proprie capacità operative per chiunque fosse disposto a pagarli.
La donna avrebbe messo a disposizione le proprie imbarcazioni, ma le menti del gruppo sarebbero due norvegesi e uno svedese. Anche per loro sono state emesse delle ordinanze di custodia cautelare, ma da eseguire all’estero tramite rogatoria a carico di stranieri.


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