Almeno 13 giovani hanno perso la vita nel crollo di una miniera chiusa nella quale lavoravano clandestinamente: lo riferisce l’Agenzia di stampa guineana (Agp), precisando che l’incidente si è verificato qualche giorno fa a Batè Nafadji, località a 70 km a sud-ovest da Siguiri, in Alta Guinea.
I corpi dei giovani minatori sono stati rinvenuti dopo ore di ricerche sotto le macerie; 11 erano originari di altre regioni della Guinea, dove il settore minerario è uno dei pilastri dell’economia nazionale. Un numero imprecisato di minatori è rimasto ferito nel tentativo di ricavare qualche risorsa da vendere, nonostante il divieto di accesso alla zona decretato tempo fa dalle autorità locali.
La regione di Siguiri, ricca di risorse minerarie, è ciclicamente teatro di incidenti di questo genere, che coinvolgono per lo più giovani ma anche minatori artigianali originari dei vicini Mali e Burkina Faso. Di recente une serie di controlli attuati dalle istituzioni competenti si è conclusa con il rimpatrio di 275 burkinabè.
Inoltre, nelle scorse settimane proteste violente si sono registrate nella città mineraria di Kintinian, sempre nella prefettura dell’Alta Guinea (nord-est) dopo il passaggio di diversi siti sotto il controllo della società Anglo Gold Ashanti, suscitando malcontento tra i minatori artigianali che rischiano l’espulsione. In un intervento delle forze di polizia contro la popolazione locale sono rimaste ferite almeno dieci persone.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)