Sei favorevole o contrario alla surrogata? "Dipende" diceva Concita de Gregorio in un articolo di qualche giorno fa, rivendico la possibilità di rispondere dipende. L'articolo di Sciuto fa molto di più, traccia un confine tra morale e diritto, un confine che è sempre stato faticoso riconoscere in un paese che confonde peccato e reato.
Ho molte perplessità sulla surrogata, tocca corde delicate e antiche che affondano nel passato evolutivo, nell'immaginario delle relazioni umane, nella deleteria cultura dei "ruoli" di genere, e tocca corde sociali che per formazione politica non posso ignorare. A queste perplessità si aggiungono quelle dovute alla falsa coscienza di quanti scoprono la surrogata in occasione della legge sulle unioni civili per gli omosessuali e sulle defunte adozioni, insomma una ipocrisia surrogata come l'ha chiamata Gilioli. Il tema della surrogata va affrontato seriamente tenendo in mente la distinzione tra diritto e morale. Non aver affrontato con questo spirito altri temi più alla portata, diciamo così, come le adozioni, gli affidi e tutto il corollario culturale che queste comportano (Lo hai adottato o è tuo figlio vero? Sei un coglione vero o un surrogato?) ha fatto sì che un istinto insopprimibile trovasse realizzazione nel tecnomercato dove l'imperativo è fare quello che si può fare, per chi può permetterselo.
Il compito della politica è sottrarre la surrogata al mercato. Il compito della politica è far sì che l'inalienabilità del corpo, delle donne in questo caso, non sia solo un principio teorico da buttare alle ortiche per bisogno. Vietare la surrogata è un'operazione inutile di una politica impotente che ha la coscienza sporca, un'operazione per recuperare una credibilità surrogata! Consentirla senza mettere mano a quello che ho detto prima è similmente un'operazione ignobile, un modo per confermare ancora una volta la propria prostrazione davanti al mammona che tutto governa, il dio mercato. Questa è l'odierna tragedia.