In un attimo le strade di Istanbul si sono trasformate in piccoli bazar improvvisati, dove a un angolo c'era chi comprava un ombrello da un venditore, spuntato dal nulla, e poco più in là si era già formato un mucchio di quegli stessi ombrellini trasparenti, sventrati dal vento.
Un piccolo cimitero urbano di ombrelli accatastati, sdentati, sfasciati, che non hanno resistito alla potenza delle intemperie. Di tutti i colori, uno sull'altro, stretti stretti, come a farsi compagnia.
Spinti dal vento rotolavano per la via e a volte si incontravano con gli altri ombrelli loro simili ancora sani, colorati, invenduti. Ancora protetti.
Il prezzo degli ombrelli è fisso: 5 TL. Circa una 1 TL al minuto. Perché con un vento così nessuno dura più di 5 minuti. Appena il tempo di raggiungere il tram e saltarci su al volo, per mettersi al riparo.
Qui siamo in Istiklal Caddesi, la grande e inconfondibile via pedonale del centro. Arriva il Mini Çöp, camioncino elettrico della nettezza urbana, pieno zeppo di ombrelli rotti, sembra uscito da una scatola di Lego!