La filosofia spicciola sull’intelligenza artificiale fa acqua da tutte le parti. A metà strada tra filosofia, etica e umanesimo cristiano, Transcendence segna il debutto alla regia di Wally Pfister ed è un modesto prodotto, che getta in pasto allo spettatore utopia tecnologica e una moltitudine di temi affini, evitando di abbracciarne (in modo convincente) alcuno.
Will Caster è uno dei più brillanti studiosi nel campo dell’intelligenza artificiale. In procinto di sviluppare un sistema altamente rivoluzionario, Will viene attaccato da una frangia terroristica interessata a interrompere la sperimentazione. La moglie di Will cerca di trovare una soluzione alla sua morte naturale e decide di immettere nel computer la mente del marito per far sopravvivere la sua coscienza. Tuttavia nulla andrà per il verso giusto.
Scivolone imprevisto, Transcendence era molto atteso perché riportava a galla l’eterno dilemma sulla questione della macchine senzienti, sul loro sviluppo tecnologico e sulla possibilità che quest’ultime siano un’opportunità o una minaccia. Il regista rimane a metà strada tra queste due vie e sbrodola teorie di intelligenza artificiale miscelate a un’impostazione cristiana, che sfocia in una delineazione del personaggio principale molto vicina al messia. Ed ecco che i cechi cominciano a vederci e gli uomini risorgono grazie alle enormi potenzialità (in campo medico) del braccio (computer) combinato alla mente (umana). Tuttavia tutto ciò si risolve in una bolla di sapone, che dimostra quanto la sceneggiatura sia dozzinale, superficiale e poco accattivante. Sono queste le impressioni che vanno a definire una pellicola che non risponde a nessuna domanda perché priva di risposte esaurienti.
Cos’è la coscienza? E l’anima? L’intelligenza artificiale è un’opportunità per migliorare il mondo o è una minaccia per la razza umana? Queste sono tutte le domande a cui Pfister fatica a rispondere, preferendo rifugiarsi in una messinscena fantascientifica e in un approccio che esibisce (sterilmente) sproloqui filosofici e monologhi bacchettoni. Transcendence non convince e non coinvolge, pone un monito, ma non si comprende per chi parteggi né quale tesi porti avanti come centrale e vero motore della pellicola. Un prodotto che si è fatto attendere e che ha disilluso lo spettatore che attendeva la nuova frontiera dell’intelligenza artificiale, che assume le sembianze di Johnny Depp, dio tecnologico in terra, che elargisce amore e speranza in modo ambiguo e contraddittorio.
Uscita al cinema: 17 aprile 2014
Voto: **