Transdisciplinarità: innovare ritrovando l’uomo

Creato il 13 novembre 2014 da Fmarzocca @fmarzocca


1. L’illusione del big-bang della conoscenza

Nel medioevo, alla creazione delle prime istituzioni universitarie, le Scienze erano ricomprese nell’armonico gruppo delle Arti Liberali, composto dal trivio umanistico (grammatica, retorica e dialettica) e dal quadrivio matematico (aritmetica, geometria, astronomia e musica). La suddivisione di queste 7 discipline era stata realizzata in un processo armonico di condivisione degli obiettivi delle stesse, di scambio culturale e trasmissione reciproca del sapere.

Da quel momento è avvenuta una metamorfosi, potremmo parlare di un “big-bang della conoscenza”, e le 7 discipline iniziali sono diventate oggi oltre 8000, imponendo all’uomo un’istruzione universitaria sempre più specialistica e – soprattutto – un approccio alla vita sempre più riduzionistico e parcellizzato.

La ricorsiva separazione dell’intero e la contrapposizione del soggetto all’oggetto (ob-iectum) sono stati gli assiomi principali del progresso scientifico negli ultimi secoli. Per poter comprendere il funzionamento della realtà e dei fenomeni della natura, gli scienziati hanno dovuto adottare il metodo del “riduzionismo” che sostanzialmente è consistito nel scomporre l’oggetto sottoposto ad analisi in tutte le sue possibili parti, fino alle componenti più elementari, per studiarne il funzionamento. L’assunto era che, una volta comprese le singole parti, sarebbe stato semplice accedere anche alla comprensione del tutto.

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