Trappola mortale di Sidney Lumet

Creato il 26 maggio 2013 da Spaceoddity
Trappola mortale (1982, tit. or. Deathtrap) è un'intelligentissima commedia originale firmata da Sidney Lumet. Al centro della trama sta il teatro, sia come soggetto, sia come strumento comunicativo, sia, soprattutto, come luogo di passioni e sentimenti forti, drammatici. Vi si affrontano, infatti, le passioni tipiche che hanno calcato le scene da sempre: invidia, passione, tradimenti, ma il tutto assume qui una coloritura farsesca sullo sfondo fisso di un set forse riciclato e di tre fondali fissi. Lo spettacolo è riuscitissimo proprio nella semplicità della sua concezione.
Protagonista è un vecchio drammaturgo ormai in declino Sidney Bruhl (lo straordinario Michael Caine), reduce da un ulteriore fiasco, che torna a casa dalla moglie Myra  (Dyan Cannon) lamentando, per altro, di aver ricevuto il manoscritto di una commedia a suo dire perfetta (Trappola mortale, appunto) di qualcuno che si presenta come un suo ex allievo, Clifford Anderson (Christopher Reeve). L'uomo si mostra scostante nei confronti di questo gioiello e mette in moto un piano criminale per ucciderne l'autore, ma naturalmente all'arrivo dell'aitante giovane tutto prende una strada diversa rispetto al thriller che il pubblico si aspetta. A condire una storia che non potrebbe essere più corrosiva e divertente, si uniscono una medium olandese dall'idioma improbabile, Helga ten Dorp (Irene Worth), e un notaio - o chissà cos'altro - un vecchio aiutante di Sidney, Porter Milgrim (Henry Jones), piuttosto impiccione. A questi due personaggi, in grado diverso, spetta il compito di sostenere lo spettacolo con le loro improbabili trovate.
Dietro Trappola mortale c'è una concezione molto americana del teatro come ingranaggio produttivo ai massimi livelli, un meccanismo che può portare fama e denaro nei palcoscenici lontani della capitale. Quella del drammaturgo è una professione come un'altra, senza nulla di mistico o, per dirla con le parole di Sidney (la cui omonimia con il regista non sfuggirà senz'altro), le montagne esistono, le commedie non esistono se qualche coglione non si mette a scriverle. Il teatro non è, dunque, archetipo dell'esistenza, ma un suo prodotto, caso mai un suo doppio. D'altra parte, se Broadway è vagheggiata come una mecca della ricchezza e della gloria (e non certo dell'arte, giacché non si parla mai di qualità intrinseca dell'opera), la distanza fisica non riesce a scongiurare il riproporsi di quelle dinamiche e di quelle passioni che sembrano esclusive di quel mondo dorato. Suona, perciò, alquanto comica e sinistra insieme la battuta di Sidney, quando questi si sfoga: non posso permettere che questa commedia sia scritta, perché per fortuna Trappola mortale viene scritta. Come, quando e da chi è puro spasso in omaggio agli spettatori, con tutte le aperture del caso.

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