Circa in quel periodo (1947, n.d.R.)
la BBC mi telefonò e mi chiese se volevo scrivere una breve commedia radiofonica per l'allestimento di un programma in onore della Regina Mary. Era stata la regina in persona, che amava i miei libri, a esprimere questo desiderio. Potevo buttar giù qualcosa in fretta? L'idea mi attirava. Ci pensai seriamente, camminando in su e in giù per un bel po', e infine ritelefonai rispondendo affermativamente. Mi era venuta un'idea che pensavo potesse andar bene e che sviluppai in un breve sceneggiato intitolato Three Blind Mice,
accolto con favore dalla regina madre.Tutto sembrava finito lì, ma poco tempo dopo mi fu suggerito di trasformarlo in una novella. Forte del successo della Tana (
The Hollow, adattamento teatrale del romanzo conosciuto in Italia con un titolo che non rende giustizia alla genialità dell'intreccio:
Poirot e la salma, n.d.R.),
messa in scena da Saunders, e ricordando il piacere che avevo provato a scriverla, pensai di proseguire nei miei tentativi come commediografa. Perché non scrivere una commedia al posto di un libro? Era più divertente. (...) Più ci pensavo e più mi convincevo che Three Blind Mice,
da sceneggiato radiofonico di venti minuti, poteva benissimo diventare un dramma in tre atti. Bastava aggiungere un paio di personaggi, precisare meglio il retroscena e l'intreccio e sviluppare lentamente la situazione fino al suo punto di massima tensione. Penso che uno dei vantaggi di Trappola per topi - come fu intitolata la versione teatrale dello sceneggiato - ha avuto rispetto alle altre commedie è quello di essere cresciuta su una struttura preesistente che aveva solo bisogno di essere ampliata. (...)
Ambassadors Theatre, 1958. Agatha Christie regala un topolino
e una trappola d'oro a Richard Attenborough, storico interprete
del sergente Trotter. Sulla sinistra: Sir John Mills.
Non immaginavo assolutamente di avere tra le mani un grosso successo. Mi pareva un buon lavoro ma ricordo che, non so più se alla prima o forse all'inizio della tournée, a Oxford, quando andai a vederla con alcuni amici, mi rammaricai al pensiero di aver fatto un buco nell'acqua. Avevo ecceduto nelle situazioni comiche, si rideva troppo, e ciò non poteva che nuocere alla tensione drammatica. Ero proprio depressa. Peter Saunders, invece, con un cenno d'intesa mi disse: "Non preoccuparti! Starà su per più di un anno, vedrai se non è vero""Stai esagerando. Non resterà in cartellone più di otto mesi" gli risposi.Ora, mentre scrivo (nel 1965, n.d.R.)
, sta proprio per scadere il tredicesimo anno di repliche (...). L'Ambassadors Theatre ha dovuto sostituire i sedili e mettere un nuovo sipario. Mi hanno detto che ha dovuto rifare anche la scena perché quella vecchia stava andando in pezzi. E la gente va ancora
a vedere lo spettacolo.La cosa mi suscita molte perplessità. Come è possibile che una commedia, pur piacevole e leggera, tenga il cartellone per ben tredici anni?
Non c'è dubbio, i miracoli avvengono.Agatha Christie, La mia vita (Mondadori, 1978)
La commedia tiene il cartellone, ininterrottamente,
da sessant'anni - il 18 novembre scorso il St Martin's Theatre ha festeggiato la 25.000esima recita consecutiva! - e può ritenersi un'istituzione nazionale alla stregua della Torre di Londra e di Madame Tussauds. Miracolo? Fortuna? Nelle umane vicende, si sa, la fortuna e le traiettorie insondabili del caso giocano un ruolo fondamentale. La stessa Dame Agatha, a chi le domandava le ragioni del clamoroso successo di
Trappola per topi, era solita rispondere: "E' una questione di fortuna!", salvo poi precisare, nella sua autobiografia, che "
la vera ragione di questo successo è dovuta al fatto che nel dramma c'è qualcosa per tutti, ecco perché la gente più disparata per età e sensibilità riesce ad apprezzarla e a divertirsi. (...) sono convinta che nel suo genere sia una commedia ben costruita, dotata anche di un certo senso dell'umorismo e di una buona atmosfera da giallo. La vicenda si svolge in modo tale che si vorrebbe sapere cosa succede, mentre non si riesce a capire dove l'azione va a parare. (...) mi sembra che le persone che si vedono agire sul palcoscenico, in Trappola per topi,
potrebbero essere tutte reali. Mi ricordo di un caso realmente avvenuto in cui tre bambini, affidati dal tribunale dei minorenni a una famiglia di contadini, erano stati trascurati e maltrattati; uno di essi era morto e questo aveva fatto nascere la preoccupazione che un altro di loro, che già manifestava tendenze criminali, potesse crescere portandosi nell'animo un forte desiderio di vendetta.". Una
clap-trap da manuale, insomma: un'intrigante trappola per applausi che incontra il gusto di grandi e piccini.
*
Sette persone isolate in una locanda. Tra loro si nasconde un assassino psicopatico che ha già ucciso una persona a Londra.Ma sotto quale travestimento si maschera l'assassino?Ciascuno dei presenti sembra avere qualcosa da nascondere.Toccherà al sergente Trotter, inviato sul posto, risolvere l'enigma.
Tre topolini ciechi...
... e altre storie
(Mondadori)
Dalla commedia radiofonica è stato tratto anche un omonimo racconto breve.
Pubblicato per la prima volta dal
Cosmopolitan (1948), il racconto è stato successivamente inserito nella raccolta di nove racconti intitolata Three Blind Mice and Other Stories (edita, sempre negli Stati Uniti, nel 1950).
Una curiosità: nel Regno Unito il racconto non è mai stato pubblicato in forma di volume.