Traslochi

Da Cuordicarciofo
C'è gran movimento in questi giorni.
Nuvole cariche di pioggia, sogni, pensieri, stanchezze, ansie.
Tutto passa, va e poi torna in gran fretta.
Un cielo in movimento, impegnato e intento, ma una stagione in attesa.
Traslochi continui da una parte all'altra lassù.
Talmente repentini che quasi sembra non si muova niente.
Un po' come girare votricosamente intorno: non ti porta da nessuna parte ma la testa gira.
Ieri non ne è venuto fuori niente. Niente male, niente bene.
Niente neanche lì.
Il nulla.
"Ci pensi a un altro figlio" mi chiede.
Eh.
Ci pensi?
Non so.
Non ho voglia di ricominciare con gli esami, con tutte quelle ricette, con tutte quelle attese.
Non ho voglia neanche di rivedere certe parti di me stessa che non conoscevo.
Magari è stata la concomitanza di eventi, magari se mi fossero andate meno storte un paio di cose ora avrei più voglia di riprovare, di cercare. Anche di convincere.
E sto così, con l'anima in trasloco.

Ieri mi sono concessa un giro per la città. La città della mia adolescenza.
Un saluto al Savonarola, che di questi tempi di predicatori sarebbe stato veramente di moda, uno sguardo al castello, una foto alle scale del comune.
Mi sono presa un gelato e anche un po' in giro.
Ho compratu un libro per me e per Di, trovato sulla bancarella nella piazza.
Un salto davanti alla mia scuola, fotografato un albero rosso rosso.
Un rosso da punto esclamativo.
Dentro e fuori ancora si trasloca. In fondo credo sia un bene, no? Boh.
In fondo la pioggia serviva.