Trasparenze. Per capire "dove" e "cosa" siamo
Creato il 12 giugno 2013 da Francesco74
Trasparente, come l’acqua. Per vedere con chiarezza
dove siamo, cosa siamo. A Villa Jamele, a Orsara di Puglia, c’è una scatola di
vetro.
The glass box. Sembra quasi un tempio, e spesso vi si celebrano
matrimoni. Tutto intorno c’è il “dove” e il “cosa” siamo. I vigneti su un lato,
un grande orto su un altro, il bosco che s’intravede in lontananza, un prato
immenso e poi un castello del colore del sole. Carlo Petrini ne è rimasto
incantato. Nel 2011, il fondatore di Slow Food, in quella scatola di vetro ha
(ri)scoperto la Capitanata. Terra di agricoltori, di contadini, di cose buone.
In quell’occasione, era il 9 ottobre di due anni fa, Petrini arrivò a Orsara di
Puglia per portare il suo saluto a Peppe Zullo e celebrare i 25 anni di
attività del cuoco-contadino. Quel giorno si parlò di quello che “the glass
box” mostrava grazie alle sue trasparenze: la terra, i suoi prodotti, una
cultura legata in modo indissolubile ai colori e ai sapori dell’orto, agli
alberi e alle piante del vicino bosco, ai grappoli d’uva che maturano
lentamente nei vigneti.
Assieme a Carlo Petrini c’era anche Oscar Farinetti,
fondatore di Eataly. “Per me è stata una grande occasione di vedere applicata,
in maniera egregia, non solo la filosofia di Slow Food, ma anche la capacità
manageriale di un contadino che ha saputo ridare alla sua terra quell’orgoglio
che si merita. Questo è un esempio vivente di come è possibile conciliare
un’economia giusta, positiva, nel rispetto dell’ambiente e anche della
giustizia sociale. Da sempre mi affascina la bellezza di questa terra e anche
la determinazione con cui una nuova generazione di cuochi ha saputo fare cose
meravigliose”, disse allora Carlo Petrini.
Nel tempio di vetro, posto nel cuore
della tenuta di Villa Jamele, Peppe Zullo celebra il matrimonio tra la terra e
la tavola e spesso ospita convegni e appuntamenti in cui si discute di qualità,
di eccellenza dell’agroalimentare “made in Puglia”. E’ quanto accaduto, ad
esempio, il 19 ottobre 2012, quando il pastificio Granoro, uno dei marchi di
punta dell’agroalimentare pugliese e italiano ha deciso di presentare proprio a
Orsara, proprio in the glass box di Villa Jamele, il progetto “Prodotti di
Qualità Puglia” e la prima pasta certificata 100% pugliese realizzata con i
grani di Capitanata. Il grano, il pomodoro, la frutta, gli ortaggi, il vino e
la cucina: storie di fatica e di successi, acquerelli naturali, la terra madre.
Il 9 giugno 2013, ancora una volta, qualcuno ha scelto le vetrate e le
trasparenze al centro della struttura di Peppe Zullo per raccontare uno degli
aspetti più edificanti e positivi dell’agroalimentare pugliese. Questa volta,
il tempio di vetro ha ospitato un meeting dedicato all’asparago, un prodotto
del settore orticolo per il quale la provincia di Foggia è leader in Puglia e
in Italia. Per quanto riguarda l’asparago verde, la Capitanata rappresenta il
95 per cento della produzione regionale, con 1.500 ettari di superficie
agricola impiegata, oltre 100 mila quintali raccolti annualmente, per una
filiera che conta su un volume d’affari stimato in più di 15 milioni di euro
l’anno e un export che porta il “made in Foggia” su tutti i mercati del mondo.
L’appuntamento dello scorso 9 giugno è stato organizzato dalla Cooperativa
Giardinetto, una realtà produttiva che mette insieme oltre 150 produttori agricoli, 600 ettari di colture
orticole, 1500 ettari di cerealicole, un fatturato a sette zeri, con l’80 per
cento della produzione indirizzata all’export in Europa e nel mondo, 20
lavoratori impiegati stabilmente e poco meno di 100 per 10 mesi all’anno.C’è una peculiarità che rende unico l’asparago
coltivato a Orsara di Puglia: qui, nelle terre ricche di selenio dell’agro
orsarese, il gambo del prezioso ortaggio è interamente verde e totalmente
commestibile a differenza delle varietà prodotte in Veneto e in altre regioni
italiane.
Si tratta di un prodotto
completamente tracciabile che arriva sui mercati del Bel Paese e in quelli
internazionali col marchio “Prodotti di Puglia”. In onore di “Sua maestà
l’asparago”, Peppe Zullo ha preparato pasta, pane e perfino un gelato a base di
asparagi. Sui tavoli e nei piatti ancora una volta è stato servito un modello
sano di economia e di cultura, fatto di cooperativismo e di qualità. Si può
fare, e si fa. Anche in tempi di crisi. Anche in Capitanata. Il tempio di vetro
di Villa Jamele ne è testimone e megafono.
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