tersi d’acque correnti;
sparsi e dispersi parole
ai venti, ma i più
non vollero distrarsi
dai patti vuoti
in convenienza stretti
e astratti, nell’attrarsi
muscolare di contratti,
stereotipati astri, impazienza
nell’attesa di disastri.
Trassi versi dai passi
persi, monotone gioie
che ad altri parvero
null’altro che attardate
paranoie adolescenti, oblunghe
ombre di acerbi
sogni marcescenti.
Trassi versi per prassi
e tempi persi, per stare
al passo con l’abisso,
colmarlo d’attenzioni
spassionate e addormentarmi
sul lavorio del tarlo.