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Travel Talks #3: “La Strada per la Felicità” con Francesco Wil Grandis

Creato il 10 novembre 2013 da Angelozinna

Travel Talks #3: “La Strada per la Felicità” con Francesco Wil GrandisLa prima volta che mi sono trovato a leggere le parole di Wandering Wil non ne sono rimasto impressionato. Anzi, devo ammettere che i primi articoli sulla sua pagina Facebook, quando ancora il sito non esiseva, li ho letti storcendo un po’ il naso. Trovandomi di fronte a discorsi sulla libertà, sulla ricerca della felicità e se vuoi sul significato della vita di cui già in troppi si sono riempiti la bocca solo una cosa riuscivo a pensare: ecco un altro che è andato un paio di mesi in vacanza e ora pensa di essere Terzani.

Mi sbagliavo. Unendo i punti che raccontavano la sua storia e più tardi avendo modo di scambiare con Francesco Wil Grandis alcune parole riguardanti i suoi progetti, mi sono reso conto ben presto che le sue non sono parole pubblicate perché suonano bene. Le sue sono parole che raccontano qualcosa che sta realmente accadendo, descrivono il suo, personale, percorso verso una meta difficile da definire: la felicità. Un percorso ricco di tentativi, svolte ed anche errori, ma concreto, pensato e condiviso non per insegnare qualcosa, ma per dimostrare attraverso la propria pelle che cambiare in meglio è possibile e tutto sta nelle scelte che facciamo.

Francesco si descrive come una persona normale: aveva un lavoro ordinario e pur avendo viaggiato non aveva mai fatto niente di estremo. Solo le scelte che ha fatto lo distinguono da chi dalla norma non si distacca. Lasciare il posto fisso per partire per un giro del mondo è stato il primo passo per riempire un vuoto che la regolarità non riusciva a colmare. Ma fin qui niente di strano, l’abitudine rende la vita piatta e così si parte. Riuscire a reinventarsi lavoratore nomade, riuscendo a trasferire la propria professione su internet potendo così lavorare da qualsiasi parte del mondo, è stato più difficile, ma è stato possibile con alcuni sacrifici. Ma anche questo, per molti un sogno, non è stato abbastanza e oggi, dopo l’apertura del sito ufficiale e due conferenze pubbliche già alle spalle, Wandering Wil ha deciso di cambiare ancora, abbandonando il suo lavoro di programmatore per diventare scrittore a tempo pieno.

Ecco, questo è il punto della sua storia che mi ha incuriosito. “Voglio diventare scrittore” ha detto Francesco un giorno. Così, senza sapere bene né come né quando. Essere un nomade digitale era bello, ma perché fermarsi? Perché non puntare in alto, cercando di conquistarsi la libertà totale, trasformando la propria passione nel proprio lavoro? Qui non si tratta di mollare tutto e partire, di scappare, ma di trasformarsi, di smettere di fare ciò che non ci migliora nel momento stesso in cui ci si accorge di non essere felici. O felici abbastanza. Questa realizzazione a Francesco è arrivata proprio durante il discorso a un gruppo di ingegneri all’Università di Stoccolma, dove parlando di opportunità e scelte della vita, Francesco si è reso conto che ispirare gli altri era l’unica cosa che lo rendesse completamente appagato.

Travel Talks #3: “La Strada per la Felicità” con Francesco Wil Grandis
In Italia non si viaggia, e parlare di partire per mete lontane fa sempre il suo effetto. Ma in Svezia che l’anno sabbatico è parte stessa del percorso educativo, parlare di lavoro nomade, di giri del mondo, e di libertà che effetto ha fatto?” ho chiesto a Francesco. “In Italia pochissimi sanno cosa sia il nomad working, mentre in Svezia lo sanno tutti, e per questo il mio discorso in Italia avrebbe avuto molto più effetto. Ma anche le persone con cui ho parlato, che hanno già tutte preso decisioni forti proveniendo in buona parte da paesi stranieri, hanno confessato di avere dubbi sul proprio futuro. Perché alla fine tutti siamo più o meno intrappolati nell’idea che farsi una posizione sia qualcosa di necessario“.

“In Italia tendiamo a legarci alle cose stabili per la vita, come la casa, il lavoro, la famiglia” continua Francesco “ma questa stabilità costa un prezzo molto caro: mutui per trent’anni e lavori che non ci soddisfano a cui non vogliamo rinunciare“. “Negli ultimi tempi ho parlato con persone di ogni ceto sociale: dal disoccupato che non si sente realizzato, alla segretaria che non ce la fa più per la noia, al bancario ben posizionato che si è reso conto di non aver fatto niente di significativo nella propria vita. Sono tutte persone che quando leggono quello che ho fatto sognano una vita diversa”. Ispirare queste persone a reinterpretare la propria vita è la missione di Francesco, che oggi prova a farne un lavoro.

Ma come si diventa felici? Nei discorsi di Francesco ricorrono spesso due elementi collegati: il silenzio e la libertà. Al contempo già il primo evento, “Sette passi intorno al mondo“, ha fatto il tutto esaurito e mi chiedo se sia degli estremi, solitudine totale oppure centinaia di occhi addosso, che abbiamo bisogno. “La solitudine è solo uno strumento per affinare i sensi, per ‘sentire profondamente’, mentre la compagnia delle persone è qualcosa che amo, ma di cui non ho bisogno. Confrontarmi con gli altri è importante oltre che piacevole, perché fa scattare nuovi ragionamenti. La felicità non è negli estremi, è dappertutto, sta a noi cercarla ovunque sia“.
E al viaggio che ruolo spetta? È solo un modo per distrarci dalle abitudini? Trovando la propria passione si può essere felici anche senza muoversi, oppure spostarsi spesso è necessario?

Credo che si possa essere felici ovunque, ma sono anche una persona pratica e scelgo quindi la via più facile. Per seguira la strada che porta alla felicità abbiamo bisogno di conoscenza. Questa è piu densa nell’inaspettato, e per questo in viaggio è più semplice ottenerla. Per me è fondamentale avere sempre intorno costante varietà, da qualunque parte essa venga“.

Francesco si è dato un anno di tempo. Alla conclusione del suo lavoro di programmatore si è fatto due conti e ha capito che poteva permettersi dodici mesi di libertà, nei quali provare a realizzare il proprio sogno. Di recente è partito il sito, ma l’evento più importante è stata la prima di “Sette passi intorno al mondo” la prima conferenza di Wandering Wil, in cui oltre a raccontare il suo percorso di vita, Francesco ha cercato di lanciare un messaggio tanto semplice quanto chiaro: “se l’ho fatto io, puoi farlo anche tu”.


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