E’ schivo. Forse per la prima volta nella sua vita. E questa è già una rivoluzione, simile a quella che sta avvenendo in casa di quell’Italvolley che, all’esordio nella World League 2011, ha preso per mano conducendola alla doppia vittoria in trasferta in casa dei galletti transalpini.
Dragan Travica (nella foto Fivb), ex regista dell’Acqua Paradiso Monza e da una settimana palleggiatore titolare della Nazionale azzurra di Mauro Berruto, rifiuta il ruolo di leader che sembra essersi avocato in campo. «Due partite sono troppo poche per giudicare la leadership di un giocatore. Sono contento di come mi sono comportato. Poi da lì a dire che ho in mano la squadra ne passa. Spero solo di essere sulla strada giusta», afferma con grande sobrietà. Del resto era stato proprio lui a tenere i piedi in terra dopo la prima vittoria. «In realtà due risultati così netti non ce li aspettavamo, anche se il nostro obiettivo era vincere entrambe le partite – spiega il nuovo regista di Macerata -. Siamo entrati in campo con l’atteggiamento giusto e vincente. Soprattutto nella prima partita siamo riusciti ad applicare tutto ciò sul quale ci siamo concentrati in queste prime settimane di lavoro».
Un lavoro che è continuato ad Ancona dove oggi l’Italia affronterà Cuba nella prima delle quattro gare italiane contro i caraibici che non giocheranno mai a L’Avana perché l’impianto della capitale cubana è in ristrutturazione. «La formazione cubana è rivoluzionata dal Mondiale. Ha perso talenti ma è sempre pericolosa. E’ una squadra diversa dalla Francia, più forte in attacco. Sarà un bel test per noi che vogliamo confrontarci il prima possibile con le squadre più forti del mondo», continua Travica pronto a sfruttare al meglio la chance azzurra.
«E’ la mia occasione e quella di tanti altri ragazzi. Se chiudo gli occhi penso in grande, quando li riapro so che c’è ancora tanta strada da fare per arrivare ai livelli di chi mi ha preceduto nel ruolo», ammette con franchezza rifiutando di parlare di ‘passaggio indolore’ tra la regia di Valerio Vermiglio (futuro giocatore del Kazan) che andrà a sostituire anche alla Lube Macerata. «Prima di parlare di passaggio indolore devo ancora vincere tanto e dimostrare di più. Se dovessimo perdere le prossime due partite, ritornerei un buono a nulla (l’espressione era più colorita, ndr). Non sono un leone adesso e non sarò un buono a nulla se perdessimo. Sono soltanto il palleggiatore di una squadra che sta lavorando bene, che ha vinto e che spera di continuare a farlo per un po’».
Una squadra giovane, però, solo nell’immaginario italiano: «Secondo me si è giovani a 17-18 anni. In Italia l’età della giovinezza si alza fino ai 24-25. Il nostro è un gruppo maturo con tanti giocatori al debutto che vogliono dimostrare qualcosa». Insieme al nuovo tecnico che li guida. «Mauro (Berruto, ndr) l’ho sempre stimato come uomo, per la sua capacità di gestire un gruppo e per la qualità del suo lavoro in palestra. L’ho stimato sin dal primo giorno in cui l’ho conosciuto a Monza. E’ colui che, fino adesso, ha tirato fuori il meglio da me, e sono felice che sia l’allenatore di questa Nazionale».
(Pezzo pubblicato su Il Giorno dell'1 giugno 2011)