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- Scritto da Sara Barbieri
- Categoria principale: Le nostre recensioni
- Categoria: Recensioni film in sala
- Pubblicato: 07 Novembre 2014
Jacquot vorrebbe riflettere sulla forza dei sentimenti, le contraddizioni familiari e la casualità dell'esistenza, ma riesce solo ad annoiare e a risultare involontariamente comico (non mancano sequenze demenziali: è il caso del risibile prefinale), collezionando incongruenze e sfruttando maldestramente le potenzialità degli interpreti. Una sceneggiatura monocorde, incentrata sulla grigia quotidianità di un uomo fondamentalmente infelice (centro assoluto della narrazione, a scapito di ciò che avrebbe potuto rivelarsi ben più interessante, ovvero una serrata analisi della figura femminile che si sovrappone e si sdoppia) colloca il film nel piattume più assoluto. Nessun guizzo, nessuno scarto e, soprattutto, nessuna emozione: il che, per un film sentimentale, è abbastanza grave. Poelvoorde, già visto in La rançon de la gloire (anch'esso passato al Festival veneziano) di Xavier Beauvois, è spaesato in un ruolo poco adatto alla sua mimica comica, Chiara Mastrianni è lagnosa, legnosa e monocorde, Catherine Deneuve si impegna ben poco. L'unica a salvarsi è Charlotte Gainsbourg.
Voto: 1/4